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CENTO LODI IN OSSEQUIO AL IV CENTENARIO DAL TRANSITO DEL BEATO ANDREA DA PESCHIERA APOSTOLO DELLA VALTELLINA XX. Giglio odoroso |
XX.
Andrea de' Greghi pascolando il suo gregge alle sponde del suo lago veniva attratto da un odore soavissimo. Deliziavasi in quello e per poco sembrava smarrirsi quando, levato lo sguardo su quello spicco di rose, ferma gli occhi sopra un fiore a mo' di calice, bianchissimo nel colore, bellissimo nelle forme. "Salve bianchissimo giglio!", e stende avide le mani e sospira: [68]"Sii tu sempre il giglio di purezza che adorni l'anima mia. Io vo' morire ma non perderti giammai". Il giglio è fiore di bellezza ineffabile nella natura. Il fiore di verginità è virtù di merito incomparabile nell'ordine della grazia. I vergini son come gli angeli e vivono battuti ma non vinti come i martiri santi. Pastorelli che dalle sessanta valli di Valtellina salite e ridiscendete, deh, sostate quando un profumo del giglio par che tutto vi imbalsami; allora sospirate verso al b<eato> Andrea e pregate: "Possiamo noi tutti essere a mo' di gigli odorosi delle valli!".