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CENTO LODI IN OSSEQUIO AL IV CENTENARIO DAL TRANSITO DEL BEATO ANDREA DA PESCHIERA APOSTOLO DELLA VALTELLINA XXII. "Andrea chi è desso? Uomo od angelo?" |
XXII.
"Andrea chi è desso? Uomo od angelo?"
[70]Quest'è la domanda di ammirazione che gli abitanti di Peschiera muovevano in guardare ad Andrea: "Chi è desso? Uomo o non piuttosto un angelo?". Perché uno splendore di virtù irradiava il volto di lui e nel portamento era sì soave che tutti traevano ad ammirarlo almeno da lungi ed a goderne in aver veduto. Gli occhi per lo più volti al cielo e la mente fissa a rappresentazione di misteri ineffabili, la vita, la passione, la
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morte, la risurrezione di Gesù Cristo salvatore. Indi la Vergine immacolata, che salutava ad ogni istante madre diletta, e l'angelo custode, che gli sembrava sorridere sensibilmente e dirgli in tono amichevole: "Ave, mio dolce compagno!".
Insomma Andrea, apparendo dalla casa domestica o spuntando da una via [71]o intrattenendosi al campo, era fisso in conversazione con Dio e dimorava in contemplazione dolcissima. Un riverbero celestiale sembrava partire dal volto dello Altissimo e rischiarare le soavi fattezze del giovine nostro, onde quei di Peschiera non ponevano termine a sclamare: "Andrea chi è desso? Uomo od angelo?". Certamente egli è personaggio angelico.