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CENTO LODI IN OSSEQUIO AL IV CENTENARIO DAL TRANSITO DEL BEATO ANDREA DA PESCHIERA APOSTOLO DELLA VALTELLINA XXXII. La notte sacra |
Che fanno dunque i religiosi? Lasciateli, che mentre voi, uomini del secolo, di giorno attendete appassionati alle cose della famiglia, i religiosi pregano ché il cielo vi prosperi. E quando, venuta la sera, voi sapete far di notte giorno nelle contrade, nei teatri, nei ridotti di conversazione, eglino i frati discendono ad illuminare in apparato di umile supplicazione il tempio santo per iscongiurare Iddio a ritirare i suoi flagelli da questa terra di riprovazione.
E voi, morbegnesi, foste salvi fin qui perché un religioso santo, il beato Andrea, pregò tanto di cuore nel tempio di sant'Antonio. Ei cantava le lodi a Dio a più riprese fra il giorno e nella notte, perché è giusto che dall'oriente all'occidente e sempre si innalzino inni di lode allo Altissimo98.
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[89]Né sol contento alle supplicazioni che volgevansi in comune, Andrea dimorava tutto solo nel santuario del tempio a sfogarsi dinanzi a Dio con più accese brame. Quante cose aveva Andrea da esporre a Dio in vantaggio proprio! Oh quante domande aveva a porgergli per tante anime che aveva a salvare, per tante colpe di iniquità che intendeva risparmiassero i tristi quaggiù! Intanto le ore scorrono veloci, spunta omai l'aurora del nuovo dì e Andrea, che ancor non ha chiuse le pupille al sonno, egli sorge alla fatica di predicazione e di ministero santo.
Che fanno dunque i religiosi? Essi non contenti di consacrare il giorno in sudori di fatica, passano la notte in vigilia di orazione fervida. O notte santa, come ti invidio! Mi ricordi la notte del divin Salvatore, quando, rifinito dal predicare, giungeva le sue mani incarnate e pregava al Padre eterno.