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CENTO LODI IN OSSEQUIO AL IV CENTENARIO DAL TRANSITO DEL BEATO ANDREA DA PESCHIERA APOSTOLO DELLA VALTELLINA XL. La motrice |
XL.
La motrice
Noi ci facciamo entro una vasta fabbrica industriale e siamo abbagliati dalla vista di macchine che si muovono con rapidità veloce e fischiano o stridono con suono assordante.
Chi ancor non si intende, resta ammirato e attende che gli si faccia vedere oltre la parete un abisso, dove precipitando una grossa colonna d'acqua pone in movimento un'enorme ruota chiamata la motrice, perché dà forza a più altre rotazioni che le dipendono essenzialmente.
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Or figuratevi che come questa motrice, così Andrea stando in luogo nascosto dia movimento ad innumerevoli opere di bene nella provincia nostra. Una parola di Andrea valeva [104]come un allarme contro ai nemici della fede, un suo scritto letto ancor dai più lontani era come un elettro che scuoteva i cuori, la sua predicazione scendeva alle menti come una luce dal cielo, la sua presenza ridestava l'emulazione a virtù. Stando in questo movimento cattolico, Andrea, che ne era l'anima, tenevasi appunto nascosto nell'esteriore delle azioni; dei buoni risultati ne dava gloria a Dio e incoraggiamento a' suoi cooperatori. Quando poi un'opera intrapresa non otteneva appieno l'intento, ei ne attribuiva tutta a sé la colpa e chiedeane perdono a Dio e venia ai fratelli stessi. Questi alla lor volta mirando alla modestia del zelante apostolo, sclamavano: "Quanto è bello essere con un santo, obbedire ai santi non è fatica e lavorare in sudori con essi è soddisfazione carissima al cuore cristiano".