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CENTO LODI IN OSSEQUIO AL IV CENTENARIO DAL TRANSITO DEL BEATO ANDREA DA PESCHIERA APOSTOLO DELLA VALTELLINA LXXIV. Il saluto più tenero ai fratelli più diletti |
Il saluto più tenero ai fratelli più diletti
[163]Più diletti fra tutti ai cuori cattolici sono i fratelli avversari, i quali combattendo le nostre credenze pugnano contro se stessi e contro a Dio. Oh come piangevane di cuore Andrea! Era il primo gennaio 1485. Gli inimici del Salvatore, benché pochi di numero, segnavano tuttavia a dito il sacerdote del Signore, e gridavano: "Eccolo l'inimico!". Ai quali per l'ultima volta rispose con tenerezza Andrea così: "Io combatto le vostre massime, ma rispetto le vostre persone. Oh quanto di bene vi prego dal cielo! Siamo fratelli, piacesse al Signore che io potessi dare la vita per ciascuno di quelli che mi avversano. Il sacerdote non aspira ai vostri posti; dategli l'anima vostra, che ei la possa restituire a Dio che gliel'ha affidata in
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deposito, e poi di buon animo egli vi cede il resto". [164]E rivolto poi il discorso alla Vergine parlò confidentemente così: "Questi figli e fratelli, prima che miei, sono figli e fratelli vostri. Io ve li affido perché, partendomene io, voi operiate la loro salute eterna". Infine si rivolse a tutti e disse: "Lascio per testamento ai miei fratelli diletti che da tutti e sino alla fine si preghi in modo speciale per gli inimici della croce del Salvatore". Con questo Andrea ebbe dato compimento al seguito delle opere che Dio gli aveva commesso. L'apostolo nostro con volto infuocato guardò all'alto e fu inteso dire: "Un momento ancora e poi ti vedrò, o paradiso beato!".