Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Cento lodi in ossequio...
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CENTO LODI IN OSSEQUIO AL IV CENTENARIO DAL TRANSITO DEL BEATO ANDREA DA PESCHIERA APOSTOLO DELLA VALTELLINA

LXXVII. "È morto un santo!"

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LXXVII.

morto un santo!"

  [168]morto un santo!". Questa voce corse come un lampo in Morbegno e poi nei paesi di Valtellina, e fece appunto l'effetto che ridestò improvvisa l'apparizione di un arcobaleno. Vi guardano perché è bellissimo, ma non senza qualche timore, perché quei sette colori dell'iride possono significare un segno del cielo. Così i morbegnesi e i popoli circonvicini guardavano alla salma del santo apostolo Andrea.

Piaceva immensamente perché ricreava in fissarne i lineamenti, ma fuori ne appariva tal candore di virtù e tale una effusione di santità, che i riguardanti trovandosi ancor lontani da quella somiglianza celeste ne temevano nei loro cuori. Ma Andrea con i fatti fece intendere la sua voce e disse: "Io son morto, ma vivo tuttavia e sono [169]con voi. Non temete: parlatemi ché io vo' impetrarvi molte grazie da Dio". E qui lascio che ne parlino pure testimoni di veduta od a lui più vicini.

  Lo scrittor Bernardo <Del Ponte> accenna all'epitaffio127 che gli fu descritto e che è del tenor seguente: "Plurima quae fecit vivus, et funere pressus prodigia". Lo storico Ballerini128 lasciò scritto: "Il b<eato> Andrea della città di Peschiera, dell'ordine de' Predicatori, dimorò per molti anni nel convento di

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sant'Antonio in Morbegno della Valtellina, dove fece grandissimo frutto nella vigna del Signore, il quale oprò molti miracoli per mezzo di questo suo servo devoto, tanto in vita come in morte. Passò a beata vita in detto convento ed è tenuto dai veri cattolici in molta venerazione". Tosto dalla salma benedetta di Andrea se ne trassero imagini fedeli. [170]Un fascio di luce vien dal cielo ad irradiare intorno al capo di lui già coronato dell'aureola dei santi. In calce è scritto: Vera effigies b<eati> Andreae de Pischeria.

  Lo scrittore Guarinoni129 indica nella chiesa di sant'Antonio allo altare di san Rocco l'imagine del b<eato> Andrea con questa supplica scritta: Ora pro nobis beate Andrea de Pischeria. Accenna pure che "nella chiesa parroc<c>hiale di Buglio, presso la Marogia, ha sull'altar maggiore un'ancona grande di legno, grossissimamente intagliata secondo la imperizia di quel tempo, almeno in questo paese, e fra le altre rozze statue vi si vede alla parte sinistra quella del b<eato> Andrea col bastone fiorito in mano. Dell'antichità neppur se ne dubita, provandosi chiaramente nel confronto delle altre somigliantissime, lavorate nel principio del 1500 o in quel torno".

  O beato Andrea, come ci consolate! Voi siete morto, eppur vivete. Vivete [171]nella mente e nel cuore dei figli e nei fratelli di quattrocento anni130. Vivete in eterno, o beato nostro apostolo e padre! Chiamateci tutti noi, vostri poveri figli, per vivere spiritualmente con voi.

 

 





p. 567
127 In F. S. Quadrio, Dissertazioni critico-storiche, iii, pp. 21-22, l'epitaffio è ripreso dalla biografia del beato scritta da Lattanzio Guarinoni; di seguito è in parte riprodotto il quarto dei sei distici che lo compongono.



128 In Acta Sanctorum, Maii, iv, Venezia 1740, p. 627: “Franciscus Ballarinus”.



p. 568
129 Originale: Guarinone; cfr. F. S. Quadrio, Dissertazioni critico-storiche, iii, p. 21.



130 Originale: Vivete della mente e [...] di quattro­cento secoli; cfr. ed. 1932, p. 148.



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