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CENTO LODI IN OSSEQUIO AL IV CENTENARIO DAL TRANSITO DEL BEATO ANDREA DA PESCHIERA APOSTOLO DELLA VALTELLINA LXXIX. Il b<eato> Andrea rientra in Peschiera |
Il b<eato> Andrea rientra in Peschiera
Voi ricordate quel dì in cui Andrea stando alle porte di Peschiera si inginocchiava alla madre pregando: "Beneditemi...", ed ai fratelli dicendo: [173]"Perdonatemi". Ed ei partì e molti di Peschiera beffandosene gli gridavano alle spalle: "Se ne allontana il matto della città". Ma passato
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appena un mezzo secolo, Andrea rientra. Tutto è mutato. Solo Andrea è quel desso. Andrea impugna l'antico bastone del pastorello che gli rifiorisce nella destra, è raggiante in viso e tutto il circonda uno splendor di paradiso. Egli saluta con amorevole sorriso e parla: "Il Signore m'ha usata grazia... Io son quegli per cui mi riconoscete, Andrea de' Greghi. Testé ho mutata nel paradiso la mia residenza e sono qui apparso per dire che io voglio intercedere per voi".
Or i peschierani uscirono come un uomo solo in applauso di gioia viva, e piegando le ginocchia e tenendo levate in alto le mani a lui supplicavano: "Sant'Andrea, pregate per noi!". E qui lo storico continua <a> dire di pubbliche feste che inaugurarono ad onore del b<eato> Andrea, di templi e di [174]altari che gli dedicarono. Ricorda in ispecie una festa solennissima in ogni anno nella quale si accompagna<no> una reliquia insigne e la imagine del santo in processione pomposa, a suono di pubbliche campane, con sacerdoti nobilmente apparati.
Peschierani e valtellinesi! Le feste dei nostri santi in terra sono una figura della festa eterna che si farà in cielo. Il beato Andrea, oh quando ci comparirà glorioso in cielo? Quando mano a mano ci verrà ad incontrare allo ingresso del paradiso beato?