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CENTO LODI IN OSSEQUIO AL IV CENTENARIO DAL TRANSITO DEL BEATO ANDREA DA PESCHIERA APOSTOLO DELLA VALTELLINA LXXXI. All'avello di un santo |
Inverso all'avello che racchiude il corpo di un santo tutti s'affrettano. Che è questo? Dalle sessanta valli [177]della antica nostra provincia scendono mano a mano cortei di pellegrini semplici. Ove andate? "Al sepolcro del b<eato> Andrea".
E voi che numerosi salite dalle riviere del massimo Lario? "Anche noi ci affrettiamo al sepolcro di un santo". E voi che lontanissimi avete valicati gioghi scabrosi, voi che scendete dalla Rezia e che risalite dalla Elvezia, anche voi sollecitate cotanto per venire all'urna di un morto? E questi buoni fanno intendere: "Dunque non siete cristiani voi, o sol voi siete pellegrini da ignorare132 che Andrea non è morto ma vive, o se morto che egli è risorto omai? Lasciateci libero il passaggio".
Intanto raddoppiano il passo e sono anch'essi fra lo stuolo dei fratelli che pregano e poi partono giulivi dallo avello di Andrea.
Or che mistero è questo? È un mistero di fede, è il frutto della virtù. I monumenti di Creso, di Alessandro, [178]di Napoleone sono muti come la solitudine, e l'avello di Andrea parla con una sapienza celestiale. I corpi di quei grandi lasciano fredda l'anima come i marmi che li racchiudono133. La salma del b<eato> Andrea è un focolare di pietà. Ognuno parte felice dall'urna di Andrea perché sa di essersi fatto migliorare.
Chi ha pregato con fede al sepolcro di un santo è contento perché può dire: "Testé ho acquistato il buon favore di un cittadino beato, or io me ne incammino sicuro nella carriera della vita che mi rimane a compiere".