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SAGGIO DI AMMONIMENTI FAMIGLIARI PER TUTTI MA PIÙ PARTICOLARMENTE PER IL POPOLO DI CAMPAGNA VII. Per riuscir salvi dalle tante macchinazioni dei cattivi dobbiamo ancor specialmente star attaccati al pontefice che fu dichiarato infallibile nel grande Concilio Vaticano primo |
VII.
Per riuscir salvi dalle tante macchinazioni dei cattivi dobbiamo ancor specialmente star attaccati al pontefice che fu dichiarato infallibile nel grande Concilio Vaticano primo
[102]Il Padre eterno dall'alto dei cieli volgendo lo sguardo in sulla terra vide che gli uomini, da lui creati a sua immagine, erano travolti dal vizio e dall'ignoranza e marciavano a rovina sempiterna. Per lo che compreso da viva compassione, mandò l'unigenito Figliuol suo Gesù Cristo, Dio come lui, perché si facesse uomo e strappasse così gli uomini dall'orrendo baratro di perdizione. Allora Gesù Cristo, bello di aspetto e grazioso nei modi, comparve ben presto nei fioriti prati di Gerusalemme, dove innalzando il glorioso stendardo della povertà, delle umiliazioni, dei patimenti, colla soavissima sua voce invitava i mortali caduti a risorgere per combattere alla riconquista del [103]paradiso perduto. Intanto una turba grande di popolo si accolse intorno quel celeste condottiere, il quale tra tutti si scelse dodici che chiamò suoi apostoli affinché aiutassero a convocare sotto alla sua bandiera quelli che ancor militavano per Lucifero, il quale teneva sue tende spiegate sotto le mura di Babilonia. Ma Gesù Cristo, per confondere Satanasso e per indur tutti alfine a seguirlo, non contento delle parole, si lasciò crocifiggere su di una croce sul monte
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Calvario, dove fra le più acerbe agonie rese lo spirito al suo Padre. Risuscitato poi il terzo giorno a vita gloriosa ed immortale, conversò ancor per qualche tempo co' suoi apostoli. Dei quali chiamò a sé uno, di cui aveva già cambiato il nome di Simone in quello di Pietro, dicendogli: "Tu sei Pietro e sopra di questa pietra io edificherò la mia Chiesa e le porte d'inferno non prevarranno mai contro essa"45. Indi aggiungendogli più chiaramente: "Quella autorità tutta che io ho dal mio eterno Padre or io [104]la consegno a te ed a coloro che ti succederanno insino alla fine del mondo. Però qualunque cosa tu perdonerai sulla terra sarà perdonata altresì nel cielo e qualunque cosa tu legherai sulla terra sarà ancor legata in cielo"46. Ancora dopo la risurrezione disse a Pietro: "Tu dunque pasci i miei agnelli e pasci le mie pecorelle47 -- cioè i fedeli ed i vescovi -- e quando t'avvedrai che sì gli uni che gli altri errino in false dottrine, tu allora richiamali tantosto sulla retta via che conduce al paradiso e non temer di errare in ciò tu stesso, perché io ho pregato in ispecie per te acciò nel tuo ministerio non venga mai meno"48. Con questo dire Gesù Cristo costituì Pietro suo vicario e pontefice infallibile.
Allora Gesù Cristo dal colle di Sion ascendeva al cielo trionfante e Pietro prese il suo luogo sulla terra. Perciò il giorno delle Pentecoste uscì a predicare e convertì tremila persone la prima volta e cinquemila la seconda, colle quali formò poi la prima [105]Chiesa di fedeli in Gerusalemme. Ben presto lo stesso Pietro divise il mondo universo da evangelizzare agli altri apostoli i quali, come i fedeli che mano mano ricevevano il Battesimo, cominciarono a professar di credere in un Dio solo ed in un sol pontefice nella persona di Pietro o di chi a lui fosse per succedere. Infatti essendo accaduto nell'anno cinquantesimo di nostra salute che predicando Paolo e Barnaba in Corinto insorgessero gravi dispareri, se i gentili cioè si dovessero prima circoncidere che battezzare, i due
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apostoli si portarono ben presto insino a Gerusalemme per consiglio a Pietro. Il quale però, sentito altresì il parlare dei molti sapienti ivi adunati, saltò infin su a dire decisamente: "Parve a noi ed allo Spirito Santo che non sia cioè necessario circoncidere i gentili avanti di battezzarli"49. A tali parole, non altrimenti che se avesse discorso Dio medesimo, tacque la moltitudine di gente colà convenuta. Tacquero cioè nella stessa guisa che i fedeli [106]dell'anno 325, quando nel Concilio di Nicea il papa san Silvestro condannò come eretici gli ariani. Tacquero come i cristiani del 381, allorché il pontefice san Damaso condannò parimenti i macedoniani nel Concilio ecumenico Costantinopolitano primo. Tacquero infine come i cattolici di ogni epoca, ogni qualvolta il Vicario di Gesù Cristo in terra avesse parlato nei singoli diciannove concilii, quanti appunto furono celebrati dal primo Gerosolimitano, come sopra si è detto, sotto il pontificato di san Pietro, insino al Concilio Tridentino che si adunò contro i protestanti. Quel gran concilio durò 18 anni insino al 1563 e fu con special distinzione chiamato sacrosanto per la grande utilità ed eccellenza dei suoi decreti.
Pertanto il principe degli apostoli, che è san Pietro, attraversò il mondo e venne poi a stabilir la sua sede suprema in Roma, predicando ovunque l'Evangelio del suo divin Maestro. Finché dopo 25 anni di pontificato e 86 dell'età sua fu condannato dal [107]tiranno Nerone a subire il martirio della croce. Allora Pietro scelse a succedergli, l'uno in mancanza dell'altro, questi che morirono poi come lui coronati da glorioso martirio, cioè Lino, Cleto, Clemente ed Evaristo50. Allora, e propriamente il giorno 29 giugno dell'anno 67 di Gesù Cristo, Pietro moriva col capo all'ingiù confitto in croce, intanto che l'altro grande apostolo che fu san Paolo veniva decapitato fuor delle mura della stessa città di Roma. Da questo punto Lino prese a governare la Chiesa in luogo di
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Pietro e dopo di lui Cleto, poi Clemente ed infine Evaristo. Il quale alla sua volta si elesse sant'Alessandro di soli anni trenta e così via via, sicché da san Pietro fino al pontefice nostro Pio, l'un dopo l'altro senza interruzione, governarono la Chiesa di Gesù Cristo 256 pontefici. I quali altresì furono santissimi, perché ben 80 morirono martiri e non più che otto o dieci in tutta quella lunga serie si contano di meno pii, i quali per altro riuscirono[108] a seder pontefici per gl'intrighi dei potenti della terra. Lo che permise appunto il Signore per far vedere che la religion nostra è divina e che però egli assiste anche un suo Vicario meno che specchiato in virtù, acciò come pastor della Chiesa universale non possa egualmente errare in eterno mai.
A questi nostri tempi poi, tutto l'orbe cattolico è tuttora estatico di meraviglia, mentre continua a guardar fissamente all'ultimo successor di Pietro il glorioso nostro Pio ix, il quale perciò ancor vivente è salutato a gara dalle nazioni cogli splendidi titoli di angelico, di pio, di santo, di grande. Sì, veramente grande è Pio ix. Grande di cuore, di mente, di coraggio. Grande perché lui solo, nel faustissimo giorno del 16 giugno di quest'istesso anno, ammiratissimo tra i più grandi conflitti, passava gli anni del pontificato di san Pietro. Grande è Pio ix perché lui solo dopo 306 anni offrì all'universo la gioia e l'utilità somma di un concilio ecumenico o generale. [109]Il grande, l'ammirabile, il provvedenziale nostro padre e pastor supremo Pio ix dalla città santa di Roma volse lo sguardo ai fedeli suoi dispersi su tutta la faccia della terra e scorse che in mezzo erano entrati lupi rapaci, i rivoluzionari o compagni delle società massoniche, i quali con poderoso sforzo gridavano come quegli stolti di cui narra la Sapienza: "Su, su, scaliamo il cielo, rovesciamo il trono di Dio, facciamoci simili all'Altissimo"51. Il clamor di quelle voci ripercossero a guisa dei latrati di furiosi demoni alle orecchie del supremo custode delle anime, sicché n'ebbe a lottare in agonia di acerbissima tristezza. Intanto il santissimo vegliardo gemeva
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sì profondamente che 500 vescovi giungevano il 29 giugno 1867 a Roma, venuti da tutte le parti del mondo per consolare l'afflittissimo padre e per festeggiare insieme il giorno commemorativo del diciottesimo centenario del martirio dei santi apostoli Pietro e Paolo.
[110]Or quegl'invitti prelati si prostrarono ai piedi del vicario di Gesù Cristo e lo salutarono dicendo: "Tu sei Pietro"52, come per dirgli: "Voi che tenete il luogo di Dio in terra e sedete capitano supremo, afferrate l'arme e combattete pur il doppio mostro dell'eresia e del libertinaggio, che anche noi vi presteremo aiuto come altrettanti capitani, inferiori sì ma pur fortemente uniti". I fedeli di tutto il mondo, a tanto dolore del lor pontefice, sospiravano anch'essi e pregavano. Onde il travagliatissimo Pio levò gli occhi al cielo e di poi sclamò come inspirato di lassù: "Sì, il Signore è onnipotente ed io come Vicario di Gesù Cristo posso tutto ed anche fare dei miracoli. La Vergine immacolata, che è la sterminatrice dell'eresie, sarà col pontefice del suo Figlio. Orsù, io giuro dunque che non mi riposerò infino a che non abbia rattenute tante anime dal correre a rovina sempiterna. A tant'uopo convocherò in generale concilio tutti i [111]vescovi miei confratelli sparsi nell'orbe terracqueo acciò aiutino, e la plenaria indulgenza del giubileo si spanda sul capo a tutti i fedeli acciò preghino persino a che il concilio sia e incominciato e felicemente compito". Disse, e gl'inimici suoi e di Dio cominciarono a tremare. Però si stringevano a lui più vicini come per minacciarlo. Ma spuntò ben presto il giorno otto dicembre 1869, sacro all'immacolata Concezione, e Pio ix, deridendo gli inutili sforzi degl'iniqui, sedeva nel primo tempio della Cristianità, circondato dalla maestosissima corona dei 750 successori degli apostoli piovuti là dal mondo universo, non che dallo stuolo nobilissimo dei più sapienti, ai quali tutti il nostro Pio si indirizzò come per salutarli così: "Il nostro trionfo è certo, ma noi dovremo passare ancora in mezzo a molte tribolazioni. Ci accadrà ciò che avviene al serpente, quando vuol passare per mezzo ai sassi: vi passa e vi
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lascia la pelle, ma ne esce ringiovanito". [112]Disse ed invocò con tutti i suoi dal Santo Spirito la sua assistenza. Di poi incominciò e proseguì la grand'opera dell'ecumenico concilio per otto continui mesi, cioè sino al 18 luglio 187053. Allora, scoppiata quella gran guerra che fu tra Francia e Prussia ed invasa di più la città di Roma dalle truppe rivoluzionarie, il concilio fu sospeso. I vescovi furon costretti di ritornare alle loro sedi e Pio ix, per i consigli imperscrutabili della Provvidenza, rimase solo e prigioniero.
Nondimeno quella venerabile adunanza fu in tempo di compiere opere assai, tantoché a volerle sebben per sommi capi tutte accennare noi faremmo cosa ancor troppo lunga all'uopo nostro. Basti dire che il supremo gerarca della Chiesa, sedendo capo del concilio, ridusse al silenzio tutti i nemici della fede santissima. Combatté quelli che negano la Bibbia santa non che le dottrine rivelate e li esterminò tutti. Combatté i carbonari e gli empi del giorno e li percosse co' suoi fulmini di morte. Indi [113]riversandosi sopra i tanti errori e sopra le molteplici arti di pervertimento in uso nell'infelicissima epoca nostra, tagliò il capo a tutti, e come altrettanti mostri usciti dall'inferno relegolli in quelle lor tartaree prigioni. Né qui s'arrestò il pontefice, come né i Padri del concilio. Perocché l'augusta persona del successor di san Pietro è dagli empi strascinata nel fango!... Non sta. Il capo della Chiesa universale, che è il Vicario di Gesù Cristo, è schernito. Ebbene si ripari l'onta. Dio lo vuole e lo vogliono tutti, dall'oriente all'occidente, i figli devoti al Signore ed al suo rappresentante quaggiù. Attentano i libertini di abbattere ogni autorità civile e spirituale!... Or bene si dichiari articolo di fede quello che già credono tutti i buoni, cioè che il Signore costituì il suo Vicario, autorità suprema dopo di lui, pontefice infallibile. Questa dottrina è la verace uscita dalla bocca della stessa increata Sapienza. Potevano dunque tardare a riconoscerla i successori degli apostoli?[114] Eppure tardarono.- 54 - Perocché il pontefice è infallibile nelle cose di fede e di costume, ma non sì che ei non sia anche obligato ad usar diligenza grande, in quella medesima guisa che ancor un maestro, mentre assiste lo scolaro perché non erri, non intende far sì che lo scolaro intanto non s'applichi punto. Altronde, per togliere ogni pretesto sia ai libertini di bestemmiare sia ai cattolici men devoti di mormorare, era necessario che l'importante dottrina dell'infallibilità fosse studiata e discussa, sicché avesse a splendere agli occhi di tutti a guisa del fulgido sole di mezzodì. E così fu fatto infino a tanto che grida di vivissima esultanza risuonarono nella gran sala conciliare. Fu ciò l'annunzio che e pontefice e vescovi soscrissero d'accordo l'articolo di fede cattolico che insegna doversi credere da tutti per salvarsi che il Vicario del divin Redentore è su questa terra pontefice infallibile. Rapida come il chiaror del lampo [115]si sparse dall'uno all'altro capo del mondo la faustissima novella e ne esultarono tutti i cattolici. Io ne esulto parimenti. Perocché se mi fossi smarrito in oscura foresta e un uomo caritatevole fosse venuto per dirmi: "Il sentiero che conduce a Fraciscio è questo", io gli soggiungerei di cuore: "Generoso amico, voi mi avete salvata la vita. Io vi ringrazierò sempre".
Noi giacevamo a mo' di perduti nella vasta foresta dell'errore e del libertinaggio, ma or consoliamoci che rivolgendo lo sguardo al pontefice noi ne siam tosto, come da fulgidissimo sole, rischiarati a proseguir l'arduo sentiero che ne deve condurre alla patria nostra che è il cielo. A noi pertanto non importa più di sapere se quincinnanzi i successori di Pietro crederanno ancor di convocare ogni volta un concilio di vescovi o meno. Come non nuoce il sapere che gli stessi pontefici in qualità di privata persona possano per avventura peccare o comeches<s>ia commetter qualche fallo, sia come particolari dottori nella composizion[116] d'un libro, sia come re nel governo di un potere temporale. Il pontefice è infallibile ogni qualvolta come pastore della Chiesa universale insegni ciò che noi dobbiamo fare e credere per giungere alla gloria del paradiso. Or questo è sì vero come è vero che Dio è uno e trino. Questo però è quello che riempie il cuor nostro di santa allegrezza. E gl'infelici nostri fratelli, i quali vivono smarriti nelle tenebre dell'errore- 55 -, seguiranno essi a dolersene? Deh!, vi preghiamo noi e ve ne scongiura il pontefice che perseguitate: aprite gli occhi e vedete ancor voi. L'illustre travagliato non cessa di esservi padre amorevolissimo. Uditelo come vi segue <a> chiamare coll'amabil sua voce: "Che coloro che mi perseguitano -- ei vi grida -- riflettano alla storia del patriarca Giacobbe, che dopo aver lottato un'intera notte contro di un avversario sconosciuto vide allo spuntar del sole che quell'avversario era un angelo: possano essi schiudere gli occhi alla verità".