Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Andiamo al Padre…
Lettura del testo

ANDIAMO AL PADRE INVITI FAMIGLIARI A BEN RECITARE L'ORAZIONE DEL PATER NOSTER (1880)

IX. Dateci oggi il nostro pane quotidiano

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IX.

Dateci oggi il nostro pane quotidiano

  1. [86]Il Signore disse un giorno a Salomone: "Domanda, perché qualunque favore tu mi cerchi io te lo voglio dare". Rispose allora il savio monarca: "Quando è così, io vi domando subito la sapienza per conoscere la maestà vostra e per distinguere le vie del paradiso". Fu ben soddisfatto Iddio di quella domanda, epperò aggiunse: "Perché tu mi hai cercato la sapienza e non beni terreni, perciò io ti farò illuminato più che ogni altro uomo, e più che ad altri a te darò per giunta ricchezze d'oro e splendor di gloria"33. Il Signor tuo Gesù Cristo è venuto a dirti: "Andiamo al Padre!". Tu gli [87]hai soggiunto subitamente: "Andiamo, andiamo, perché il Padre celeste è l'Altissimo. Andiamo -- ripetesti -- e tutti i fratelli del mondo ci seguano, perché è giusto che tutti glorifichino il Padre celeste e che eseguiscano perfettamente i suoi santi voleri". Ora che non farà Iddio per te? Stattene sicuro. Basta solo che tu il voglia e poi Iddio ti riempirà di sapienza e di santità l'anima, e nel medesimo tempo ti donerà ciò che è altresì necessario al corpo. Il pegno che Dio non ti vuole mancare è che Gesù Cristo medesimo ti ha insegnato a pregare: "Dateci, o Padre, il nostro pane quotidiano". Tu hai bisogno di un pane per l'anima e ti occorre un pane per il corpo. Stammi dunque attento e vedrai che mensa eccellente ti dispone - 144 -il Signore per l'anima. Vedrai che mensa abbondante ti appresta altresì per il corpo.

  2. Quanto all'anima, la mensa che ti dispone il Signore è quella di ogni sorta di preghiere e di ogni genere di opere sante. L'anima si pasce di [88]sante ispirazioni e di pii affetti, queste a guisa delle ali nell'augello levano il cuore da terra per sollevarlo sino al cielo. Cibo per l'anima sono le orazioni vocali, le preghiere della mente, le quali apprestano un pasto opportuno come quello che l'angelo fece arrivare per mezzo del profeta a Daniele nel suo lago dei leoni. Cibo dell'anima sono il leggere le Scritture Sante, l'ascoltare i discorsi sacri, il ritenere le ammonizioni salutari, perché tutto questo fa bene come la voce dell'angelo, che chiamò Lot fuori dal pericolo che sovrastava a Sodoma ed a Gomorra. Poi correggere chi è fuor strada, consigliare chi è dubbioso, aiutare chi si trova in qualsiasi bisogno per l'anima ovvero per il corpo, quest'è un cibo salubre, come quei pani prodigiosi che mangiati da Elia gli diedero forza a salire per quaranta giorni sulla vetta del monte. Spesse volte un'opera di zelo è come i cinque pani ed i due pesci del monte, che benedetti dal Signore bastarono per una moltitudine di più [89]migliaia di fratelli. Chi guarda in cielo, chi sospira verso il paradiso, chi esercita qualsiasi atto di pazienza e di virtù cristiana dona all'anima un pasto lautissimo, il quale qualche volta ristora le medesime forze corporali. Raimondo da Capua scrive di santa Caterina che spesse volte la verginella pareva morire, ma se poco di poi poteva compiere un'opera di zelo tosto rifioriva nel viso e riacquistava lena novella. Però nessun cibo è così eletto come quello che ci presta la mensa eucaristica. Qui il cristiano siede ad una mensa che per eccellenza è detta convito degli angeli, perché quello che ivi vi assapora è il pane dei forti, la bevanda che ristora è il vino che germina i vergini34. A questa gran mensa assiste con pompa la Chiesa sposa di Gesù Cristo, assistono con gaudio gli spiriti angelici. I fedeli che vi s'accostano abbelliscono la veste della grazia, ricevono nel dito l'anello della divina amicizia e più

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fortunati che Giovanni, il quale posò sul petto di [90]Gesù Cristo, essi giubilano con dire: "Il corpo del Signor nostro Gesù Cristo ci custodisca per la vita eterna", e in dirlo ricevono le carni del Verbo incarnato che sono il pegno del godimento del paradiso. A questo punto l'anima ingagliardita dal cibo celeste non aspira che di unirsi a Dio in cielo e intanto va sospirando: "Quando, o Padre, vi vedrò lassù? Quando gioconderò fra i vostri amplessi divini?".

  3. Ed or che dubiti tu? Il Signore che pascelautamente l'anima, dubiti che non abbia in ogni tuo bisogno un pane materiale per il corpo? Anzi tutta la terra è come un'altra lauta mensa sopra la quale stanno disposte molteplici varietà di cibo. I frutti della terra, gli uccelli dell'aere, i pesci nelle acque offrono una copia di cibo necessaria alla vita, dilettevole al gusto. Poi nelle viscere della terra son disposti i metalli per sostenere o per servire alla mensa tua e dei fratelli, negli abissi del mare stanno le perle per adornarla. Sicché tu, quasi Adamo sovrano nel suo paradiso terrestre, [91]volgi lo sguardo quando a questa parte e quando a quell'altra della mensa per gustare ogni dono di Dio. Ecco la mensa per il tuo corpo. Intanto se vuoi che questa mensa sia abbondante per tutta la vita ed insieme ti frutti il tesoro del paradiso, tieni in memoria quanto sono per dirti. La mensa è un altare. Tu sai che dall'altare partono doni per tutti, ma specialmente da quello viene un ristoro poderoso per i più bisognosi. Perciò disponi che dal tuo convito partano di buon cuore doni accetti a Dio come quelli dei pastori e dei Re Magi, doni cari come l'obolo della vedova del tempio. La mensa è un altare. La vittima che si immola sull'altare parte dal campo ed è tuttavia trafelante di sudore. Tu devi lavorare come un servo del Signore, e come una vittima di olocausto devi essere disposto a vivere per Iddio ed a faticare per lui. La mensa è un altare. All'altare del Signore si adora e si prega. Tu prima della mensa adora il Signore e [92]dopo il cibo supplicalo che ti continui le sue benedizioni. La mensa è un altare. Sopra l'altare del Signore si offre il sacrificio di vittima santa. Tu sedendo alla mensa offri al Signore l'oblazione di alcuna mortificazione in particolare. Pensa che andando alla mensa tu doni al corpo una forza che lo stesso potrebbe rivolgere al danno dell'anima tua. Per questo

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nutrendo il corpo non sia senza timore, e nella stessa qualità dei cibi scegli di preferenza quelli che possono essere meno eccitanti a ribellare la carne tua contro lo spirito. Se tu ricordi questo, Iddio prospererà sempre la casa tua. Abbia tu affetto per il Signore ed egli si prenderà pensiero di te. Iddio, che faceva piovere la manna dal cielo a pro degli ebrei, pensi tu che non abbia a far crescere ne' tuoi campi il pane che deve sostentare te, cristiano e figlio diletto? Credilo, credilo: il Signore che pasce gli uccelli dell'aria e che riveste i gigli del campo, egli nutrirà te e ti rivestirà come conviene.

  4. [93]Che se per divina misericordia tu abbia fin qui seguito a pascer l'anima tua con abbondanza di cibi spirituali, ovvero che a pro del corpo tu tenga disposti beni per molti anni avvenire, per questo non devi lasciar di supplicare dicendo: "Dateci il nostro pane quotidiano", perché finché vivi hai bisogno che Dio conservi in te l'abbondanza della sua grazia, che l'accresca. Finché vivi hai bisogno che il Signore benedica le sostanze della casa tua, perché durino sino al termine della vita e tu ne abbia altresì copia a distribuire ai fratelli bisognosi. I tuoi fratelli, i santi missionari della China e del Giappone, gridano a te con cuore apostolico: "Qui con una lira si salva un'anima". In dirlo ti mostrano centomila fanciulli che essi salvano con la moneta del povero e tua. Ti mostrano con il cuor desolato centomila altri bambini infelici che, gettati dalle madri snaturate nelle acque dei fiumi o venduti alla piazza del mercato, non poterono salvare perché venne loro meno [94]la lira del riscatto. Continua da generoso il tuo soccorso e come quegli eroici sclamano con cuore apostolico: "Qui con una lira si compera uno infante", così tu con eco pietosa fa loro intendere la tua voce: "Il cristiano fortunato che con una lira può salvare l'anima di un fratello voglio esserlo io stesso finché dimoro quaggiù".

Riflessi

  1. Domanda anzi tutto a Dio il pane per l'anima.

  2. Il Signore ti porgerà una mensa lautissima.

 

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  3. Per giunta ti darà una mensa abbondante altresì per il corpo.

  4. Sicché tu non hai che a pregare sino alla fine: "Dateci il nostro pane quotidiano".





p. 143
33     Cfr. 1 Re, 3, 5.9.11-13.



p. 144
34     Zc 9, 17.



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