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ANDIAMO AL PADRE INVITI FAMIGLIARI A BEN RECITARE L'ORAZIONE DEL PATER NOSTER (1880) GUIDA PER ACCOSTARSI DIVOTAMENTE AI SACRAMENTI DELLA CONFESSIONE E DELLA COMUNIONE E PER ASSISTERE CON FRUTTO ALLA SANTA MESSA III. Avanti la santissima Comunione Pensieri ed affetti del prodigo che si asside alla mensa del Padre |
III.
Avanti la santissima Comunione
Pensieri ed affetti del prodigo che
si asside alla mensa del Padre
1. [155]In questo momento io gusto tutta la gioia che prova in sé il figlio che è ritornato fra le braccia paterne. Sono nella vostra casa, o Signore, e qui tutto mi predica che io sia santo, qui tutto mi consola il cuore, qui tutto mi parla perché al cielo diriga continuo lo sguardo mio.
2. Io fortunato come i pastori di Betlemme vi adoro, o Gesù e padre mio, presente a me nel Santissimo Sacramento. Vi adoro coll'affetto puro con cui dinanzi voi si prostrarono i santi Re dell'oriente. Ah!, perché non posso guardare a voi colla fede con cui vi rimiravano Giuseppe e Maria? Lo so benissimo che per un prodigio di amore nascondete nelle specie
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del gran Sacramento la vostra divinità [156]santissima come in Betlemme la nascondeste nel corpo dell'infante divino che nacque dalla Vergine immacolata. Se l'anima mia potesse scorgere con occhio sensibile la gloria della vostra beatitudine, più non starebbe nella carcere del corpo ma rapida volerebbe nel vostro seno. Ma io sono qui per meritarmi la felicità del paradiso e di voi con credere alle vostre parole. Io credo dunque ai vostri discorsi, fate che io creda ancora più. Io guardo a voi e vi adoro più che se vedessi con gli occhi del mio corpo. Avete parlato voi, mi conferma la voce del vostro Vicario in terra, i miracoli continui della grazia e della carità vostra raffermano il mio contento in guardare a voi.
3. Per volgere l'occhio a voi vorrei essere puro al pari degli angeli. Fate, o Signore, che io sia almeno creatura angelica. Voi mi invitate in questo momento alla maestà vostra ed io mi affretto ansioso, ma mentre mi accosto voi purificate i pensieri miei, mondate il cuor mio, riempitemi dei [157]doni vostri. Voi siete il medico mio ed il salvatore dell'anima mia, in voi confido. Voi mi fate sentire lo invito amorevole: "Io vi55 sono Padre e tu mi sei figlio56, il tuo amico celeste lo sono io stesso e tu sei il mio diletto". Signore e Padre mio, io vi adoro e vi glorifico. Ah, fate che io, figliuolo misero, imiti le vostre virtù! Voi mi chiamate amico57, ma se non mi porgete aiuto per pensare e per volere sol quello che pensate e che volete voi, come potrei io sperare di piacervi assai?
4. Voi dal Santissimo Sacramento chiamate di continuo: "La mia gioia è di essere coi figli degli uomini"58. Io odo l'accento di quella voce divina e mi affretto fra le vostre braccia. Ma un figlio terreno che può dire al Padre celeste? Io chiamo intorno a me gli angeli del cielo, chiamo a me i santi del paradiso e unito a questi oso dire: "Vi amo, o Signore".
5. Voi dal trono del Santissimo Sacramento mi fate intendere la pietà di questo discorso: "O voi tutti che [158]
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siete angustiati dal peso della tribulazione e che gemete sotto il peso della iniquità, venite che io vi ristorerò"59. Gesù mio, io vengo ansante come il prodigo, come Pietro e come la Maddalena vorrei poter morire nel mar delle mie lagrime. Lo so, lo so: la vista sola de' miei peccati ha fatto agonizzare voi in un sudor di sangue nell'orto; oh quante lagrime di vivo sangue dovrei io emettere per tante e sì gravi iniquità!
6. Mi conforta per altro la presenza vostra, o Gesù mio. Voi già già mi incontrate per abbracciarmi e intanto mi fate sentire questo discorso consolante: "Ecco l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo"60. O Signore, venite che io vi abbracci. La casa del mio cuore l'avete mondata voi stesso. Io vi apro le porte de' miei poveri affetti. Entrate, o Signore, e beneditemi come benediceste alla casa di Zaccheo. Entrate e beneditemi come benediceste agli apostoli nel cenacolo. Il Corpo di Gesù Cristo signore e padre mio mi custodisca per la vita eterna.