Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
L'angelo del santuario
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L'ANGELO DEL SANTUARIO

IV. Non giudei ma cristiani

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IV.

Non giudei ma cristiani

  Perdonatemelo se vel dico chiaro: non giudei ma cristiani. [8]I giudei venivano innanzi a Gesù e lo calunniavano, ma per ischerno3. Venivano innanzi e genuflettevano, ma per calcargli più addentro nella fronte la corona di spine. I cristiani poi si chinano dinanzi a Gesù ma con affetto di adorazione profonda. I cristiani genuflettono alla <sua> presenza per dire: "Voi siete l'Altissimo e noi creature misere e peccatrici". Perdonatemelo se vel dico: siete cristiani pii tutti, nessun la faccia da giudeo schernitore.

  Havvi dei cristiani che par si vergognino a piegar il capo dinanzi al nome di Gesù. Havvi di quelli che sembrano aver rossore di piegar le ginocchia alla sua presenza. Ve lo dico perché desidero lo facciate. Innanzi a Gesù ci chiniamo con atto semplice di capo, ovvero mediocre del capo e delle spalle, ovvero con prostrazione profonda di capo fin presso alle ginocchia. [9]Si fa inchino semplice alla immagine di croce tutte le volte che il ministro si accosta all'altare. Si fa inchino semplice quando dal sacerdote si proferisce il santo nome di Gesù, ovvero quello della Vergine ed anche del santo in onor del quale si celebra il santo sacrificio. Si fa inchino mediocre alla recitazione del Gloria Patri. Inchino mediocre si fa al sacerdote in porgere le ampolline all'offertorio o dopo la Comunione della santa Messa. Inchino mediocre si eseguisce al Gloria in excelsis od al Credo od al prefazio cantati, quando si scopre o china il capo lo stesso sacerdote celebrante. Inchino profondo usa il ministro inserviente a mezzo del Confiteor, in principio del Credo alle voci: "Et incarnatus est", all'elevazione del Corpo e del Sangue santissimo del Salvatore.

  Si ha parimenti nel rito sacro due genuflessioni. La semplice che si fa con piegare il ginocchio destro fino a [10]toccare - 232 -il pavimento. Questa si fa ogni volta che uno entra in chiesa; la eseguisce poi rivolto all'altare del Santissimo Sacramento. Dal ministro inserviente si fa questa semplice genuflessione tutte le volte che movendosi intorno al santo altare compie un servigio di culto sacro. La genuflessione si dice doppia, e questa si compie con piegare ambedue le ginocchia fino al suolo. Un cristiano genuflette <così> tutte le volte che venga a trovarsi al cospetto di Gesù che nel Santissimo Sacramento si espone alla pubblica adorazione.

  Siamo innanzi al Signore Iddio nostro. Dovressimo starci tutto proni a terra, con lo sguardo e con la lingua entro la terra della umiliazione nostra. Almeno assistiamovi con rispetto di inchino e di genuflessione, come con tanta discrezione ci insinua santa Chiesa. Perdonatemelo se vel replico: cristiani sempre, giudei non mai.





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3       Nell'ed. 1883, p. 13: «calunniavano ma per ischerzo»; nell'ed. 1933, p. 20: «adoravano, ma per ischerzo».



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