Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Andiamo al paradiso…
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ANDIAMO AL PARADISO BREVI ESORTAZIONI IN MASSIME ED IN ESEMPII CHE ACCOMPAGNANO CIASCUNA RISPOSTA DEL CATECHISMO

PER LA SECONDA CLASSE

Lezione quarta Del mistero della Incarnazione prodigio d'amore

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Lezione quarta

Del mistero della Incarnazione prodigio d'amore

  1. Il figlio di un monarca terreno, che per stare con i sudditi del padre lascia il sovrano palagio e si veste da pastore e scende nel tugurio del contadino, mostra un prodigio di amore umano. Il Figlio del Monarca eterno, che dal trono del paradiso discese in terra e si [23]vestì di umana carne, dimostrò un portento di amor divino.

  2. L'Unigenito del Padre fece ciò con tal trasporto di affetto che in persona mandò l'arcangelo Gabriele per dire a Maria: "Siete contenta di addivenire la madre del Salvatore?...". Appena quella rispose: "Ecco l'ancella del Signore"9, il Figliuolo di Dio, per opera dello Spirito Santo, prese corpo umano dal sangue purissimo della Vergine.

 

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  3. In questo momento avvenne quella grazia che il mondo aspettava con ansia da quattro mila anni. Gli uomini ammirano questo prodigio di potenza e di bontà infinita e lo chiamano per eccellenza mistero della Incarnazione divina.

  4. Si accostarono poi con affetto al Salvatore sclamando: "Or noi siamo nobili della grandezza di Dio medesimo, affrettiamoci al Padre accompagnati dalla potenza di Gesù Cristo".

  5. Il Figliuolo di Dio unigenito venne in terra e si vestì di umana carne, come il figlio del sovrano che indossa le divise del soldato che anela di conquistare al reale genitore tutti i regni della terra.

  6. Intanto il Padre e lo Spirito Santo [24]erano con lui. Quando Gesù alle rive del Giordano fu battezzato dal Battista e che sfidò la umiliazione, il cielo si spalancò sopra il suo capo e si udì voce del Padre a dire: "Ecco il Figliuol mio diletto"10, e si vide lo Spirito Santo scendere in forma di colomba.

  7. Allora Gesù come Uomo Dio bagnava in fatiche di sudori la terra di Palestina. Come Dio Uomo predicava alle genti la buona novella del regno del paradiso e confermava i suoi detti con i miracoli di guarire gli infermi, di risuscitare i morti, di scacciare i demoni.

  8. A chi lo domandava del suo nome godeva il Figliuolo dell'Altissimo di rispondere: "Mi chiamo Gesù, che vuol dire Salvatore".

  9. E intanto si professa Figlio del Padre, un solo Iddio con lui.

  10. Gli increduli che chiudevano gli occhi alla luce dei miracoli domandavano: "Costui non è già il figlio di Giuseppe, il fabbro di Nazaret?" 11. Ma alla stolta interrogazione aggiungevano i veggenti che Giuseppe, personaggio puro e santo, era nella casa di Nazaret per nascondere ai [25]cattivi la maestà di un prodigio d'amor divino.

  11. Giuseppe era presso a Gesù e stando imparava a rilucere di virtù come la stella che più rifulge di splendore quando è più vicina al sole.

 

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  12. Tanti prodigi dispose il Signore per discendere a salvarti. Or misero te se non ti commuovi a tanto eccesso di bontà!

  13. Il figlio che per sua colpa è caduto in un abisso di miserie non può essere da altri risollevato che dal padre suo. Chi ha liberato te dalla voragine d'inferno è stato il tuo Padre Iddio. Misero te se Gesù non fosse disceso a salvarti!

  14. Le catene che ti avvolgevano erano triplici: quelle del mondo tristo, quelle della tua carne ribelle e quelle di Satana rabbioso. Sciagurato Adamo perché ribellandosi a Dio meritò che il Signore distinguesse sulla fronte di lui e dei figli il segno di riprovazione e la macchia di infamia!

  15. Chi può tollerare il figlio che si ribella al padre? Gli antichi chiudevano quel mostro con un fascio di vipere e lo consegnavano allo abisso delle acque. Adamo ed Eva cavati testé dal fango [26]della terra furono quei ribelli detestabili. Oh come fu giusto che Dio li riprovasse cotanto!

  16. Si trovarono rei che sentendo la condanna dal giudice divennero bianchi nei capegli per lo terrore, sentironsi oscurar alquanto la vista, e il cuore per lo strepito parve uscir loro dal petto; tremarono poi sempre come allibiti. Osservali ora tremanti Adamo ed Eva nell'oscuro di quella grotta. Vedili piangenti fuori del paradiso terrestre e rifletti se furono sciagurati in ribellarsi contro allo Altissimo.

  17. Il genere umano, che come un albero fu piantato nel paradiso terrestre, produsse per sempre frutti magagnati. Nel corso di quattro mila anni un frutto solo si vide intatto, e sarà l'unico di quell'albero sino alla fine. Quel frutto eletto è Maria, vergine santissima.

  18. Metti ora in un colmo tutte le sciagure di pioggia e di siccità, di malattie e di morte che vengono tuttodì intorno alla umanità nuova, scorgerai che le calamità sono senza numero per copia ed enormi per gravità. Ebbene, su quel colmo di mali scrivi: "Il peccato, il peccato", perché [27]tutte le infelicità vengono per castigo del peccato.

  19. Adamo ed Eva con ribellarsi a Dio cambiarono in pessimo stato quella chiarezza di mente, quella bontà di cuore e quella prosperità di corpo che il Signore aveva loro dato. Per

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riparare a quell'enorme guasto il Figliuol incarnato prese per sé le umane infermità e soddisfece alla giustizia dello Altissimo sul monte Calvario.

  20. Sulla croce il corpo benedetto del Redentore fu lacerato dalla trafittura dei chiodi, e l'anima santissima di lui provava le amarezze dell'agonia ed era aiutata dalla divinità del Verbo a sostenere l'abisso di ineffabili tormenti.

  21. Finché Gesù chinò il capo ed emise lo spirito. Gli uomini inorridirono, gli animali e le pietre parvero piangere la morte del Salvatore. Intanto Giuseppe di Arimatea e Nicodemo, nobili patrizii, depongono dalla croce il corpo di Gesù e lo accompagnano con la recita di mesti salmi nel sepolcro scavato a<i> piè del monte.

  22. Però è possibile che per un solo [28]istante rimanga senza gloria il mistero della divina Incarnazione? L'anima di Gesù, come una vincitrice gloriosa, dalla croce era già passata a rallegrare le anime del giusti che nel limbo aspettavano il liberatore promesso. Quanto poi alla divinità del Redentore, essa non mai si disgiunge dal corpo benedetto di lui.

  23. Il corpo di Gesù dimorò per tre giorni nel sepolcro. La divinità, quasi luce di paradiso, glorificava quella salma santissima.

  24. Quando al sorgere del terzo l'anima di Gesù entrò nel corpo di lui, operò come il soffio divino che diè vita alla statua di fango di Adamo e di Eva. Il corpo di Gesù di più risuscitò in istato di glorioso, che come il lampo si affretta da luogo a luogo e in molti luoghi allo stesso tempo, per12 divina potenza.

  25. Non lo credevano i discepoli di Gesù, ma l'angelo del Signore li confortava dicendo: "È risorto, non è più qui"13. Il Salvatore poi nella sua bontà di Padre appariva spesso a porte chiuse, a finestre serrate, conversava con i suoi e [29]con un popolo di gente al quale annunziava la pace ed i beni celesti.

 

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  26. E perché sino alla fine perseverasse il frutto della divina Incarnazione, Gesù disse a Pietro: "Tu farai le mie veci quaggiù ed io ti aiuterò perché non abbia <a> fallire", ed a lui e agli apostoli replicò: "La terra è mia ed io la dono a voi. Evangelizzate e battezzate tutti nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo"14.

  27. Dopo tutto questo, e precisamente quaranta giorni dopo esser risorto, Gesù con i suoi venne al colle di Sion. benedisse gli apostoli e poi si levò legger leggero da terra. Una nube splendida discese a ricevere Gesù, le porte del paradiso si spalancarono e si udì il cantico dei beati che intonavano: "Viva in sempiterno il nostro Re!".

  28. Gesù venne a sedere alla destra dell'Eterno. Dal suo trono di gloria guarda ora a te che gli sei figlio, perora per te perché gli sei fratello, e intanto presenta i suoi patimenti perché il paradiso si pieghi in tuo favore. Che dici or tu? Ama Gesù che tanto ti ama, e sia per sempre salvo.





p. 455
9       Lc 1, 38.



p. 456
10     Mt 3, 17.



11     Cfr. Mt 13, 55.



p. 458
12     Originale: di; cfr. ed. 1923, p. 34.



13     Cfr. Mt 28, 6.



p. 459
14     Cfr. Mt 28, 19.



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