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VII.
Insegnamento della lettura
1. [22]Dopo che il fanciullo si è formato qualche corredo di cognizioni a mezzo degli esercizii di nomenclatura, si applica a leggere. Incomincia, come si è detto in altro capitolo, a conoscere le vocali e poi la consonante unita alla vocale.
2. Il maestro faccia ben intendere che ogni parola è composta di sillabe, che queste si compongono di voci e le voci di articolazioni. Attenda perché si abituino a proferire con chiarezza di voce.
3. In seguito mostra il valor di due voci unite, che formano la sillaba semplice. Addita l'unione di tre voci o più e - 601 -del dittongo, che costituisce più sillabe. Infine aduna il valor delle sillabe e proferisce l'intiero senso [23]della prima parola. Questo modo di insegnamento si dice sistema sillabico, utile in molte sue parti.
4. Più opportuno è il sistema fonico, che insinua l'insegnamento applicando il suon della voce al valor delle parole. Questo5 sistema si adotta dai più.
5. Si abbandona poi il sistema compitativo che consiste in conoscer le vocali una ad una e poi le consonanti, e collegare queste con quelle. Questo metodo è illogico.
6. Quando il fanciullo è atto a leggere una parola ovvero una proposizione, il maestro insegna che cosa vuol dire quella parola, che cosa significa quella proposizione.
7. Di poi fa scrivere dallo allievo con la matita6 sulla lavagna o con la penna sul cartolaro quella parola o quella proposizione letta.
8. Quando il fanciullo ha appreso il senso di una e di più proposizioni, il maestro l'induce a recitarle a memoria.