Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Svegliarino...
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SVEGLIARINO CINQUANTA CONFERENZE ALLE PIE UNIONI DI UNA PARROCCHIA

DODICI CONFERENZE ALLE CONSORELLE DI UNA PARROCCHIA

XI. Impugnate l'armi

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XI.

Impugnate l'armi

  1. [50]Anche voi siate battagliere, impugnate l'armi. Quando la patria è in pericolo tutti devono essere soldati. Quando la casa è assalita tutti devono difenderla dai ladroni. Impugnate l'armi! I nemici della fede nostra assalgono il nostro

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paese, minacciano la rovina di casa nostra, la coscienza dello individuo. Avanti! Avanti! L'arma vostra è spirituale perché la lotta che avete a combattere è della mente, è del cuore. L'arme vostra è il pensiero di quel molto che Gesù Cristo ha patito per noi. Esaminiamo attenti quest'arme ed avvaloriamoci.

  2. Figuratevi che il padre vostro, per sé ricco ed agiato66, pure si affannasse in sudore di giorno in giorno più, per ricostituire a voi un patrimonio maggiore; ditelo, avreste voi cuore di perdervi intanto in spassi di passatempi, in spese di godimento? E voi avete il vostro padre e salvatore Gesù Cristo che di giorno in giorno si approssima [51]agli stenti di Betlemme, ai sudori di predicazione in Giudea ed al sangue di patimenti sul Calvario. Gesù Cristo, non è dubbio, egli è santo e non può aver colpa da espiare. Non ha ribellione di senso e non ha bisogno di castigare il suo corpo. Pure soffre cotanto, ed a voi darebbe l'animo intanto di perdervi in mille passatempi?

  3. Un figliuolo è dabbene finché pensa al padre ne' suoi patimenti. I tormenti, che sa sostenere il padre, sono arma per difendersi dai compagni che lo eccitano ai divertimenti pericolosi. Sono arma per difender sé stesso contro gli assalti interni di ribellione e di peccato. Voi avete a difendervi contro alle tentazioni maligne; dovete poi anche assalire la carne ed i provocatori al male, perché non osino presentarvisi altra volta. A questo duplice scopo giova sovrat<t>utto il pensare a questo: che Gesù Cristo patì. Tutti i cristiani che si risolvono a vita divota vengono a questo punto dopo aver assistito in ispirito ai patimenti di Gesù Cristo in croce. Venite al Calvario, guardate al Crocefisso come Maria, come [52]Giovanni, e poi disfogatevi in capricci detestabili, ma non vi reggerà il cuore.

  4. Molto più se, come si deve, voi considerate che colui che patì è l'Uomo Dio. Quando il pontefice è in dolore di persecuzione od in strettezza di carcere, tutto il mondo dei fedeli è in costernazione. E come no? Se il pontefice che è il padre dei padri è in doglia profonda? Ma in questo caso non è solo il pontefice supremo in terra che soffre. È Gesù, sacerdote dei

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sacerdoti e pontefice divino che riconciliò il cielo con la terra. La famiglia di Tobia, quando intese che il giovinetto che accompagnò il Tobiolo sano da Rages era l'arcangelo Raf<f>aele, cadde a terra adorando l'Altissimo e ammirò per tre con il volto al suolo. Francesco d'Assisi in veder una pecorina che si conduceva al macello piangeva dirottamente perché quella gli ricordava Gesù, agnello innocente condotto al Calvario in croce. Ecco come dobbiamo compungerci in pensare ai patimenti atroci del Salvatore. Se noi ci dorremo così, armeremo il cuore e la mente di forte corazza. In mano avremo sempre l'arme in atto di combattere. E scorgendo di essere chiamati al combattimento [53]per la fede, vi accorreremo festosi.

Riflessi

  1. Impugnate l'arme.

  2. Arma del cristiano è il pensiero dei patimenti del Salvatore.

  3. Con questi67 vi difendete dagli inimici e li assalite per trucidarli.

  4. Ma convien che pensiate chi è colui che soffre, che è Gesù Uomo Dio.





p. 704
66     Originale: accorato; cfr. ed. 1924, p. 205.



p. 705
67     Originale: queste.



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