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SVEGLIARINO CINQUANTA CONFERENZE ALLE PIE UNIONI DI UNA PARROCCHIA DODICI CONFERENZE ALLE FIGLIE DI MARIA VII. Un avversario da accontentare |
VII.
Un avversario da accontentare
1. [31]Tutti abbiamo bisogno di una guida quaggiù. Iddio buono provvide. La guida nostra è la coscienza nostra. Scorgete la prudente e pia come ci guida in ogni passo della vita. Ci ammonisce incessantemente. Incessantemente ci fa lume nel cammino - 722 -nostro. La coscienza è come la voce del padre rispetto al figlio, come la voce del maestro rispetto allo scolaro. Ma appunto quando il padre od il maestro ammoniscono, i figli o gli scolari si risentono scompigliati. I superiori non sono a contraddire, perché provvedono per il ben nostro. Nemmeno è da contraddire al dettame della coscienza. Dice il Signore in san Matteo: "Sia tu subito consenziente al tuo avversario (il dettame della coscienza) mentre sei in via con lui, perché non avvenga per caso che l'avversario ti consegni al giudice ed il giudice consegni te al ministro83 e tu [32]sia posto in carcere. Te lo dico in verità, non uscirai di là finché tu paghi l'ultimo quadrante"84. Ve ne prego. Ponete attenzione perché son per voi cose che altamente vi devono giovare.
2. Voglio qui accennarvi un esempio scritturale. Balac, tristo e pagano, voleva che Balaam profeta avesse a maledire il popolo di Dio. E già aveva ottenuto che costui venisse al monte dal quale avrebbe dovuto scagliare le sue imprecazioni. Ma buon per il popolo che un angelo comparve e operò prodigi durante un'ora, sì che mutò affatto85 nella bocca del profeta. Questi si accingeva per maledire e fuori dal labbro non uscivano che discorsi di augurio, con quella rabbia per Balac che ognuno può ben immaginare. Facciamo ora l'applicazione. Il senso, che è tristo e pagano tiranno, vorrebbe dominare alla ragione. Viene quale angelo di benedizione il buon dettame della coscienza, il quale con energica voce protesta e con forte proposito si oppone alla invasione iniqua. Ora se noi seguiamo il buon avviso della coscienza, con questo abbattiamo Satanasso, sconfondiamo [33]il senso ribelle e ne riportiamo ogni volta una palma di vittoria.
<3.> Ma dobbiamo poi essere solleciti in obbedire alla voce del cuore. La voce del cuore è voce di Dio quando certamente ci stimola a fare un bene, a fuggire un male qualsiasi. Or pensatelo che degnazione da parte di Dio, che fortuna da
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parte nostra! Da parte di Dio è degnazione altissima, mentre egli ci conduce quasi a mano e ci conduce con la soavità della sua parola. Da parte nostra poi il vantaggio è di soddisfazione altissima. Abbiamo Dio con noi, chi può ancora atterrirci? Mosè in ogni momento che ne abbisognava accostavasi all'arca santa. Parlava con il Signore, e il Signore subito facevagli intendere il da farsi in pro di sé e del popolo. La coscienza nostra è come un'arca santa o come un'aula celeste nella quale l'Altissimo ascolta i bisogni nostri e ci parla per consolarci. E poi rifiutatevi di venerare queste sante inspirazioni che dal cuore partono e vi commuovono tutto per eccitarvi a virtù!
4. [34]Se non vi obbedissimo, oh come ci avrebbe a dolere un dì. Presto viene la morte e questa ci consegna al tribunale di Gesù Cristo. In quel momento intenderemo che eccesso fu il nostro in trascurare la voce della coscienza, e che scusa può addurre un figlio che non volle ascoltare la voce del padre od uno scolaro quella del maestro? Dopo il fallo se ne avvedono, ma per essere colmi di confusione peggiore.
5. Perocché od i falli commessi contro al dettame della coscienza sono falli leggieri, tali da potersi espiare, e in questo caso il Signore ha disposto una prigione di penitenza che si chiama purgatorio. Ovvero le colpe costituiscono un debito enorme di iniquità, impossibile dopo morte ad essere perdonato, e in questo caso la prigione che tocca è quella dello inferno. Sicché volgete l'occhio a quelle due carceri, benché differenti, e poi ragionate seco voi così: "Se io seguo il dettame di coscienza posso certamente essere salvo dall'una carcere e dall'altra". Or non conviene obbedire con diligenza somma a fine di essere sicuri.
6. [35]E finalmente attendete per non cadere in qualche inganno. Ha di quelli che sentono bensì in cuore la voce di mortificarsi, di perdonare, di operare più cose a gloria di Dio ed a salute di un peccatore. Ma si contentano di rispondere: "Facciamo sol quello che si può...", e intanto per non incontrare un disturbo, per non sentire un patimento, lasciano di operare. Questi si lasciano ingannare dal senso, si lasciano gabbare dal corpo. Impossibile è che sieno ancor atti per eseguire imprese di molto bene. Anche Pietro disse un dì a
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Gesù: "Divin maestro, avete sofferto tanto... non parlatene di salire al Calvario, che è troppo...". E il divin Salvatore gli soggiunse subito: "Vattene, vattene, che tu tieni un discorso da Satanasso". Nessuno di voi discorra da diavolo. Parlate da angelo, operate da angelo con eseguire il volere di un angelo pio, il buon dettame della coscienza.
1. Bisogna accontentare un avversario, il dettame della propria coscienza.
2. [36]Il dettame di coscienza vuol che combattiamo le pretese del senso.
3. E che le combattiamo di subito.
4. Chi non accorre sollecito sarà consegnato al giudice Gesù Cristo.
5. E questi assegnerà due carceri formidabili, benché d'ordine differente.
6. Sicché il dettame di coscienza è da seguire sempre. Bisogna seguirlo e fuggire le voci di inganno che il senso bugiardo non tarda a far sentire.