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MEMORIE PASSATE E PRESENTI INTORNO ALLA ROCCA DI MUSSO IMPRESSIONI DEL VISITATORE Il perché di questo libretto |
Il perché di questo libretto
[3]Nel 18821, stando quel nobile patriarca che fu don Giovanni Manzi a lavorare mite come un agnello, industrioso come ape, per ridurre il cosidetto Merlo, già fortezza medioevale di Gian Giacomo e Gabriele Medici, il sacerdote Luigi Guanella si provò di illustrare con alcuni articoli sull'Ordine di Como quei nobili sforzi dell'illustre ingegnere patrizio, il quale diceva ai visitatori: "Qui dentro è qualche dozzina d'anni di lavoro e un mezzo milionetto di lire in omaggio al gentile pensiero dell'arte industre e in ossequio alla cristiana carità, perché qui lavorano i meno valorosi, ai quali peranco soggiungo che lavorino usque ad ruborem e non mai usque ad sudorem".
Ora ci fu chi soggiunse a don Guanella: "Ora che di confine al celebre parco è anche una Casa-Ricovero della divina Provvidenza, ed ora che la nobile Giuseppina Manzi volle perpetuare in Musso la memoria dei benemeriti parenti e consanguinei2, non sarebbe bene riprodurre le illustrazioni del
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1884?". Lo scrivente rispose: "Il lavoro è meschinissimo, ma può essere una lezione di moralità e di virtù. Si faccia adunque, tanto più che non vi è intaccato il patrimonio di tanti ricoverati della Casa divina Provvidenza".