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IL FONDAMENTO CATECHISMO PER LE ANIME CHE ASPIRANO A PERFEZIONE PER LA SECONDA CLASSE Lezione VI Delle principali virtù ed obbligazioni del cristiano |
Lezione VI
Delle principali virtù ed
Della fede
1. [27]La terra di un orto è ferace perché è buona in sé ed è coltivata con cura. Buona è la terra del cuor tuo, chi ne dubita, o Filotea? Ma coltivala sempre meglio, che ne avrai fiori di virtù e frutti di merito eletto.
2. In cuore al cristiano è un seme divino, versatovi dalla mano pietosa di Gesù salvatore. Questo seme è triplice, ed è della fede, della speranza, della carità.
3. Con il seme delle virtù sante presto si sviluppa un albero, che direttamente sale a spaziar co' suoi rami benedetti fin entro al mezzo del paradiso.
4. Il seme dell'albero prodigioso è messo in cuore al credente all'atto che le onde battesimali scendono in capo a chi è rigenerato spiritualmente.
5. [28]Filotea, credi tu? Ma se credi, perché non operi prodigi di opere sante? È scritto che con la fede perfino si può trasportare un monte da luogo a luogo5.
6. Tu ben il sai. L'Eterno mandò Gesù Cristo a parlare a tutti. Gesù Cristo poi manda sino alla fine il suo Vicario, il sommo pontefice. Questi poi più immediatamente per te manda un vescovo, e il vescovo invia a te un sacerdote. Fortuna tua, o Filotea, che in obbedire al superiore tu obbedisci a Dio medesimo!
7. Né dubita<re> che in ciò tu possa fallare. È scritto che l'obbediente canta l'inno della vittoria6. E tu potendo con sì poco trionfare, pure dubiti <di> sottometterti appieno?
8. Lo Spirito Santo Iddio guida il pontefice in additare altrui la via del cielo, e questo è di fede. Il Signore buono
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dona al tuo superiore le grazie necessarie a dirigerti sicuramente, e questo è chiaro dalla Scrittura Santa.
9. Però, o Filotea, applicati per intendere il più ed il meglio che ti è dato intorno allo Evangelo santissimo di Gesù salvatore e Dio.
10. Apprendi almeno con fede viva quello che è nel Credo, compendio santissimo di tutti i libri benedetti della Scrittura Santa, [29]vuoi dei profeti o vuoi degli apostoli del divin Salvatore.
11. Nel Credo è un programma di combattimento ed un vessillo di battaglia sul quale la destra dell'Onnipotente ha descritta la Persona adorabile del Verbo eterno che assume umana carne, che patisce, che muore, che risorge, riappare a tutta la terra a perdonare le colpe e condurre tutti salvi al cielo.
12. Il venerabile Giuseppe Cottolengo, perché ebbe gran fede in Dio, fu dal Signore aiutato ad adunare più che tremila poveri in luogo che egli denominò Piccola Casa della divina Provvidenza. Anche tu, o Filotea, segui il personaggio della fede e pasci i poveri, e ricovera tutti gli orfani o cura tutti gli infermi che Dio nella sua misericordia può chiamarti a soccorrere.
Della speranza
1. Ricordalo sovente, o Filotea: chi ti regge e ti consola è il Signore, il quale ti ha creata. Spera in Dio e vivi lieta.
2. Tu hai il Signore che dall'alto ti mostra il proprio Figliuolo al fianco tuo. Gesù Cristo [30]ti porge la destra e ti dice: "Ascendiamo". Su, che temi? Sali, sali su.
3. Tu sali, o Filotea. Prega Maria benedetta che interceda per te e ti mandi l'angelo custode ad accompagnarti, e Gesù che in tenerti per la destra aggiunga lena al tuo passo, brama al cuor tuo.
4. Per tanto scopo sospira di continuo come colomba dal suo nido, come pulcino intorno alla sua chioccia.
5. Il cuore è la vita del nostro corpo, la preghiera è la vita dell'anima cristiana. Metodo di preghiera fra tutte eccellente è quella del Pater noster.
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6. Odi e lascia di commoverti, se puoi. Nell'Orazione domenicale è un figlio che prega di cuore così: "Sono vostro, o Padre celeste. Datemi un lavoro per occuparmi, un pane per vivere, e nel resto datemi aiuto per lodarvi e farvi amare da tutti. Quando, o Padre, vi vedremo glorioso in paradiso?".
7. Col Pater noster tu preghi: "Fate santa, o Signore, l'anima mia: vivere o morire, io voglio essere con voi". In questo discorso è il tutto dell'uomo cristiano.
8. E dopo aver pregato Dio Padre, giusta cosa è e cara che noi doniamo uno sguardo di affettuosa preghiera a Maria, che è madre di Gesù Cristo e Madre nostra.
9. [31]Eccola la prece nostra: "Pietà di noi miseri, voi che siete Madre santa. Ave, Maria!".
10. Grandissimo è il cuor di madre. Dopo aver salutata la Genitrice nostra, un balsamo salutare viene ad alleviare i timori del nostro cuore.
11. E dopo che in seno alla Madre diletta, l'anima amante s'abbraccia ai fratelli ed alle sorelle che in giubilo stanno intorno al Padre ed alla Madre in cielo.
12. Specialmente ne gode l'animo in salutare l'angelo custode con dire: "Angiol di Dio, tu ci difendi!".
Della carità
1. Filotea, considera ed ammira. L'erbette e le acque nel loro linguaggio van ripetendo: "Dio quanto è buono!". E tu, Filotea, che fosti creata ad immagin di Dio, tu che fosti abbellita di grazia tanta, tu che dici al tuo Signore?
2. Catterina da Siena, afflitta da gravissimi mali, pareva morirsene omai. Ma in udirsi ripetere il nome del Signore ovvero in compiere un'opera di gloria a Dio, Catterina si [32]rianimava tutta. Che buona cosa è amare il Signore!
3. L'anima nostra ama il Signore che non vede. Il prossimo che ne circonda è un popolo misero, ma perché è imagine di Dio, noi tripudiamo nella società dei fratelli nostri.
4. E se fra il prossimo havvene uno più difettoso o nei sensi del corpo ovvero nelle facoltà dell'anima, questi ci è sovrammodo - 879 -caro. Filotea, non è vero che il cuor ti dice: "Per salvare un'anima sosterrei le prigionie, per salvare un'anima darei la vita"? Ama, anima diletta, e tu sarai beata.
5. Cuor mio, ripetilo ad ogni ora del dì: "Vi amo, mio Dio", e in dirlo brama di effonderti tranquillamente, come l'olio di quella lampada che si strugge dinanzi al tabernacolo del tuo sacramentato Signore.
6. Filotea, l'ami tu il Signore? Scorgi se di Dio ne eseguisci i comandi, se ne compi i doveri, se di lui ne studi il volere santissimo.
7. Son dieci i Comandamenti del Signore. Iddio buono li manifestò dal monte Sinai e poi dal Calvario. Filotea, tu in ascoltare la voce del diletto tuo sia come Maria e come Giovanni, che di tenerezza immensa sentivansi liquefare il cuore.
8. [33]Santa Chiesa, che è la sposa di Gesù salvatore e Madre tua, ella vive appiè della croce, e dalle labbra di Gesù morente riceve il testamento dell'amor di Dio. Filotea, tu hai un superiore che ti guida. Onoralo il superior tuo. Egli è unito al vescovo, e per il vescovo al pontefice. Per il canale del pontefice poi è congiunto a Dio. Felicità! Chi ascolta il superiore, ascolta Dio medesimo.
9. Sono cinque principalmente i precetti che la Chiesa estende a tutti. Quanto a te, di una Madre santa ed immacolata studiane non solo i comandi espressi, ma anche le inclinazioni più minute per piacerle più perfettamente.
10. Intanto il dover tuo è compiere esattamente gli obblighi del tuo stato. Che gli importava a Dio che Adamo ed Eva non mangiassero di ogni frutto? Ma ne escluse una parte a provare la loro fedeltà. Che gli importa a Dio che tu o scopi la casa o che ammaestri nella chiesa? Ma vuol vedere se gli sei obbediente.
11. Che farai tu intanto? Raccomandati a buone compagne, le virtù cardinali, e per mezzo di esse mira Iddio in ogni azione della vita tua.
12. [34]Quelle compagne virtuose si chiamano della prudenza, che ci fa vedere il giusto mezzo; della giustizia, che ci fa rendere altrui il dovutogli; della fortezza, che ci fa superare gli ostacoli nella via; della temperanza, che dice: "Non ti rallegrar troppo nei casi prosperi, non rattristarti soverchio negli avversi".
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1. Il pesce gioconda nelle sue acque e l'augello trionfa nell'aere suo. Il tuo cuore, o Filotea, gongoli di gioia in pensare al Signore Iddio tuo.
2. Il più caro fanciulletto è il più festante con il padre suo. Tu festeggia il Padre celeste, che ne tripudieranno cielo e terra. Il Vicario di Gesù Cristo te ne porge per tutto quaggiù affetti e privilegi preziosi.
3. Gli affetti vivi di Catterina, di san Felice cappuccino, di san Pasquale, di san Filippo bastavano per rapir in estasi ammirabile i sensi dello spirito e del corpo. Sia il tuo, o Filotea, cuor di serafino che arde d'amor santo.
4. [35]Per giungere a tanto, pregane Iddio. Ah, se tu avessi molta fede!
5. Sospira: "Credo, spero, amo, o mio Dio. Aiutate la mia fede e la mia speranza, l'amor mio rinfocate, o Signore!".
6. "Senza questo io sono un tronco, sono un cadavere od un automa che si muove per avvoltolarsi nella polvere della pubblica via".
7. Sovrat<t>utto abbia carità, o Filotea. Dice sant'Agostino: "Ama e poi fa quello che vuoi". Chi è compreso da un amor santo non è possibile che commetta un fallo di peccato.
8. Però tu devi quaggiù desolarti per una sciagura sola. Se in un dì t'avveda d'aver commesso qualsiasi fallo benché leggero, in quel giorno duolti e lagrima quanto è possibile, perché l'offesa di Dio diminuisce ed offusca il brillante fulgido della cristiana carità.
1. Filotea, ricordalo sempre: il Signore ti ha eletta fra mille per inserirti l'anello di sposa del divin Salvatore. In capo ti pose una corona d'onore e ti circondò intorno di [36]un'ammanto di virtù. Ora, sarà possibile che tu al pari di altra creatura trasgredisca i precetti di Dio?
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2. Verissimo è che tu sei un impasto di creta e che in fronte rechi la piaga del peccato d'origine, ma Dio ti prevenne con tante grazie e Gesù Cristo ti conforta con tanti Sacramenti augustissimi. Or possibile che tu ad ogni dì ritorni a peccare?
3. Temi e trema, o Filotea. Tu puoi, in castigo di tua superbia, peccare ancora mortalmente; certo è che molte inciviltà commetti tuttodì contro a Dio. Ah!, ricevere inurbanità considerevoli dagli amici più diletti è un tormento all'anima!
4. Hai tu mai peccato mortalmente? Meschinella te che ti sei meritata l'inferno! Ma per te, o Filotea, ogni peccato volontario, benché leggero, di opera contro i doveri del tuo stato ovvero di pensiero acconsentito contro alla legge di Dio è una sciagura massima.
5. Col peccato veniale tu scagli nella casa del tuo cuore una favilla che tutta ti può consumare. Sovrat<t>utto se tu ferisca le regole del tuo stato, tu puoi divenire, col progresso, suicida di te e creatura assassina per le anime che ti circondano.
6. Specialmente ti rendono maligna e trista [37]così le colpe di malizia, che si dicono contro alla bontà dello Spirito Santo ovvero contro alla potenza di Dio.
7. Ha di quelle anime benché buone le quali s'inquietano ad ogni occasione di patimento, ovvero che non attendono a mortificarsi eppure che pretendono giungere ad alta perfezione. Si danno anime buone le quali conoscono il bene eppure che non lo praticano con fedeltà, che s'attristano quando vedono che altri lo pratica, che vogliono sempre aver ragione e che nemmeno pensano a correggere tanti loro falli.
8. Ovvero si danno anime benché buone le quali, o direttamente o indirettamente, cagionano al prossimo dispiacere vivo, che sono sensuali alla mensa, al riposo, non si commovono alle infelicità del poverello, trattano con durezza l'operaio che fatica.
9. Sei pure meschina, anima diletta! Ma tu sei tale perché nel tuo cuore conservi l'affetto alle ree inclinazioni. Tu hai una cloaca putrida in casa e non ti senti appestare?
10. Misera, misera! Tu, Filotea, sei amante di Dio, eppure per iscavar un bene da te conviene che altri sudi, come in estrarre un pugno d'oro da una montagna rocciosa.
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11. [38]Specchiati in te stessa. Sei superba perché ti risenti ad ogni tratto, sei avara perché pare ti manchi la terra sotto ai piedi. Sei un impasto di sensualità perché più brami i godimenti che i patimenti. Sei irosa perché subito ti impazienti. E la gola perché l'accontenti sempre? Perché ti rodi in vedere il bene altrui? Perché perdi invano un'ora di tempo che Dio ti donò per fare un gran bene?
Dei santi Sacramenti e specialmente
della Confessione sacramentale
1. Filotea, rallegra il cuor tuo. Entriamo nel paradiso terrestre, nell'orto della pietà cristiana, nel santuario della perfezione. Il giardino dei Sacramenti augustissimi è il tesoro del tuo cuore.
2. In questo orto scorrono a rivi le acque dei meriti della passione e della morte del Salvatore. In questo orto benedetto nascono le anime alla grazia e si fortificano e si nutrono celestialmente, e se inferme o morte esse guariscono. In questo le anime hanno una guida [39]per camminare sicuramente, una benedizione per moltiplicarsi quaggiù, e finalmente un amico fedele, un compagno, un sacramento che da terra conduce al cielo. Godi, anima mia, e loda il Signore!
3. Il maggior cordoglio quaggiù è avere offeso in molto o in poco il Signore. Ma ti conforta che se tu piangi di cuore e te ne confessi sinceramente, di subito ritorni a Dio anche più cara e tu ne parti anche più contenta.
4. Perché tu pianga di cuore, Gesù salvatore viene innanzi a te con la croce sulle spalle, con la corona di spine in capo, nella persona sua adorabile s'accosta insanguinato. Anima diletta, tieni dietro al tuo Salvatore, e adopera quanto è in te per conoscere te stessa e dolerti e accusartene e proporre emenda e farne penitenza salutare.
5. Anzitutto però supplica di cuore. Conoscere se stesso è difficil cosa, ma vantaggiosissima. Scacciare la superbia dal proprio cuore e vedersi in tutta la deformità propria, oh che confusione! Ma intanto che si confonde la superbia, si perfeziona la virtù.
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6. Immagina te stessa, o Filotea, che precipitata da alto ti sia ammaccato il capo. Tu sei insanguinata e ferita. Il medico viene co' [40]suoi istrumenti, tasteggia le parti del tuo capo e le medica di poi. Tu hai rovinato con le colpe molteplici le facoltà dell'anima tua. Esaminati parte a parte e non temere.
7. Sovrat<t>utto bada ai peccati d'omissione. Tu, Filotea, anima divota, par che ti accontenti perché in ogni dì operi un po' di bene. Ma chi t'assicura che non lasci il meglio da operare? A te il Signore ha dato molto di grazia, e da te pretende il dippiù di merito.
8. Accade talvolta che un'anima fedele accusi come peccato quello che è semplice imperfezione e dice fallo ciò che è mera tentazione. Perché la guida che il cielo ti ha dato possa ben discernere in ciò, tu esponi tutte le circostanze di numero, di luogo, di persona, se tanto è non sol possibile ma opportuno.
9. O non sempre tu puoi adoperare in ciò esattezza squisita, e allora affidati alla pietà del Signore con esporre semplicemente quello che all'atto ti ricordi.
10. Intanto pregane di cuore Iddio, e reputa dono del cielo il poter tu nel miglior modo possibile aprire quasi libro la tua coscienza al ministro di Dio.
11. E per piacere a Dio, duolti come la Maddalena, o come Geremia desidera che il [41]tuo capo sia come una fonte d'acqua per piangere di continuo il peccato, che è la causa di tutti i mali quaggiù ed è offesa di Dio.
12. Gran cosa è pensare: "Ho offeso il mio Signore, io creatura vile cotanto, eppure sì beneficata! Ho offeso il Signore, io... e perché l'ho offeso io sono diventata anima furiosa che flagella me, che è flagello al mondo de' miei fratelli!".
13. Misera, che hai fatto peccando, o Filotea? "Che hai fatto? -- disse Dio ad Adamo peccatore -- Che hai fatto mai?". Disselo a Caino fratricida: "Che hai fatto?". E quelli furono sì confusi che potendolo si sarebbero nascosti nell'abisso della terra.
14. Domandalo a te stessa, o Filotea: che hai tu fatto peccando? Ah, tu anima fedele, tu hai giurato fedeltà assoluta a Dio, eppure gli vieni meno sì spesso! Tu dici di aspirare con tutte le forze al paradiso e poi col fatto sì debolmente t'adoperi- 884 -! Tu dici di temere i castighi di Dio, giudice supremo, ma oh quante si trovano anime di te meno beneficate, eppure che assai più di te temono il Signore e l'amano cordialmente.
15. Sicché tu, o Filotea, devi rimaner confusa orrendamente, finché scorga che in cuor tuo è ancor un affetto solo di colpa benché veniale.
16. [42]Con l'acqua battesimale l'anima tua fu mondata appieno. Con l'acqua della contrizione purifica parimenti le macchie dei peccati attuali. Senz'acqua di fonte non si battezza. Senz'acqua di dolore veruno non si confessa.
17. Hai peccato: quale confusione! Ma quinc'innanzi adopererai attenzione per non ricadere, nevvero?
18. Chi ha un dolore massimo non si intende d'altro quaggiù che del proprio male. E tu, o Filotea, pensa a dolerti e a camminare con attenzione diligente.
19. A tanto scopo sospira di frequente: "Ho peccato, o Signore!".
20. E in dirlo che hai peccato, affretta il giorno in cui lo possa di nuovo manifestare al ministro di Dio. Chi impedisce che intanto esponga il tuo duolo a quell'anima che più sente il cuor tuo e che le dica: "Prega per me, o Filotea, sorella diletta".
21. Il più bell'esempio quaggiù è umiliarsi, il più soave contento è piangere i peccati proprii.
22. Dopo aver pianto, o Filotea, tu sei creatura che sciolta omai dalla carcere ti trovi nell'anticamera del paradiso.
23. Tu piangi e vieni desolata ai piedi del ministro del Signore. Il cielo ti benedica. [43]Tu ravvolta in lagrime così e dolente, tu rallegri il cielo dei beati, tu consoli la terra dei giusti.
24. Apri pure il libro del tuo cuore e desidera che la guida fedele, che il cielo ti ha dato, entro studii ogni mistero di colpa e di grazia.
25. Filotea, tu non avrai a manifestare l'inferno d'una colpa grave perché Dio benedetto t'ha assistita, ma avrai colpe veniali. Queste, se è bene che tutti le confessino, per te, o Filotea, dev'essere una cura diligente a fine di esporre e di detestare come si deve da te qualsiasi fragilità di male.
26. Duolti e confessa ancora le fragilità dubbie, perché al cospetto di Dio tu sia certamente giustificata.
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27. Filotea, il cielo ti guardi che un amor proprio sottile ti induca a coprire la malizia de' tuoi falli.
28. Se ti preme crescere in perfezione, strappa quei fili che ancor ti legano alla terra. Di tempo in tempo confessati con più special cura, affinché il confessore possa scorgere così nettamente in te come in uno specchio.
29. Che se non sempre tu possa adoperare diligenza squisita in ciò, fa di usare almeno cura ordinaria, e così statti sicura.
30. [44]Intanto ripensa l'orror delle colpe commesse e descrivile nel libro dei tuoi conti. Descrivi in quello puranco la nota delle grazie e delle inspirazioni di Dio. Stringi al cuor tuo questo libro, e a suo tempo leggilo per essere approvato da chi, in nome di Dio, ti conduce per le vie del cielo.
31. Con queste disposizioni il sacerdote spargerà su di te il frutto della passione di Gesù Cristo. Tu allora, quasi pulcino di pellicano, rimanti con pietà tenerissima a ringraziare senza misura la pietà del tuo Signore.
32. Filotea, tu ti accosti, secondo il consiglio del tuo confessore. Supplica il cielo che spesso si rinnovino su di te questi misteri di divina pietà. Si trova che persone sante si confessavano in ogni dì o più volte nella settimana.
33. Tu disponi a confessarti con brama sempre più crescente in talune ricorrenze speciali di tempi e di solennità.
34. Quando una volta nell'anno tu raccogli il tuo spirito negli spirituali Esercizii, allora il tuo pensiero sia questo solo: la mia anima e il mio Dio. In questo pensiero, quasi in libro di chiusura di conti, assalda le partite di tua coscienza dell'anno scorso testé, e disponi il preventivo per il meglio [45]di bene che col divino aiuto intendi operare da questo dì per tutto il corso del nuovo anno religioso.
1. Nella santa Messa, a fin di continuare il sacrifizio della croce, Gesù si offre al Padre eterno. Ora come è che tu ancora intieramente non ti consacri al servizio di Dio?
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2. Non ti riserbare verun affetto. Alla santa Messa accompagnati quasi vittima che tutta si offra a Dio. Intenderai quanto Dio è buono e come è misericordioso in perdonare, in conceder grazie, in ricevere protestazioni d'affetto. Gesù Cristo è lui che nella santa Messa ti accompagna al Padre per ottenere ogni gran bene.
3. Gesù Cristo è il vero Figlio di Dio e di Maria. Egli è infinito nella bontà, e si comunica tutto nel corpo, nell'anima, nella divinità santissima. E tu che pure sei così meschina, tu, dico, al pareggio di tanta generosità, sei scarsa in donare a Dio il tuo affetto!
4. Gesù Cristo a tutte le ore del giorno si [46]offre all'Eterno in più luoghi della terra. E tu, o Filotea? Tu, con l'affetto di Maria e con la contrizione della Maddalena, statti quale angelo di pietà che con desiderio ineffabile desidera assistere a tutte le Messe nel mondo, e intanto ascolta presenzialmente tutte quelle che ti è possibile.
5. Non iscorgi il cuor tuo com'è inaridito quando nel mattino di un giorno non può udire la santa Messa? A principio di ogni dì prega: "Datemi, o Signore, il pane dell'anima mia", e non bada<re> a disagi per ottenerlo.
6. Filotea, in andare alla chiesa per la santa Messa, fa di avere l'ali del fervore ai piedi, ed entrata nel luogo santo poniti ginocchione e rimanti dal principio alla fine in brame di affetto, in lagrime di compunzione. Statti come in un Calvario santo e come in anticamera del paradiso beato.
7. In assistere alla santa Messa in ogni dì, fa che Dio ti conceda tanto lume alla mente, tanto ardore al cuore da compiere abbondantemente in quel giorno tutti que' buoni uffici che Dio vuole da te.