Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
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IL FONDAMENTO CATECHISMO PER LE ANIME CHE ASPIRANO A PERFEZIONE

Parte seconda DELL'ORAZIONE

Lezione II Dell'Orazione domenicale

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Lezione II

Dell'Orazione domenicale

I.

Dell'eccellenza di questa Orazione

  1. Filotea, confortati. Se tu ben intendi quello che vieni dicendo a Dio nell'orazione del Pater, tu di subito divieni anima a Dio fedelissima e sapiente.

  2. Quale degnazione e quanta bontà! Come un re magnifico che dovendo accomiatare il figlio diletto pellegrino negli Stati del padre lo munisce di lettere commendatizie, così Gesù Cristo ne lasciò tal lettera [85]nel Pater, che da noi presentata al Padre eterno ci fa ottenere qualsiasi benedizione.

  3. L'Orazione domenicale è come il testamento d'un padre amante. San Carlo Borromeo avanti morire donò al suo popolo il libro de' suoi ricordi. Ah, i ricordi e le protezioni di Gesù salvatore riempirono di meraviglia il cielo, di santa letizia la terra!

  4. Noi preghiamo così: "Padre celeste, guardate a noi che vogliamo esservi servi fedeli e figli amanti. Guardate alla terra e salvateci!".

II.

Del proemio di questa Orazione

  1. Più propriamente noi cominciamo col dire: "Padre celeste Iddio, voi siete in altissimo del paradiso e noi miseri a piangere in questa valle di lagrime. Siam peccatori, pietà di noi, o Signore!".

  2. Padre, Padre, voi siete il genitor nostro. O Padre, che con immensa potenza ci avete tratto dal fango della terra, con l'immensa bontà vostra salvateci.

  3. Siamo miseri per nostra malizia, ma per somma vostra

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pietà siamo pur grandi [86]d'una grandezza celeste. Buon Dio!, ci avete creati immortali nell'anima e ci deste un corpo che è a somiglianza del corpo santissimo del Salvatore. Al fonte battesimale poi volgendoci la destra ci avete abbracciati in figli d'adozione. Qual bontà, o Padre!

  4. Noi ci uniremo come in un cuor solo, tutti noi figli vostri, cristiani della terra, e con affetto sempre crescente esclameremo: "Padre! Padre!".

  5. Intanto terremo fiso lo sguardo a voi, guarderemo al bel paradiso e grideremo: "Quando ci assumerete presso al trono vostro, o Padre, quando?".

III.

Della prima petizione ossia domanda

  1. Diceva il Saverio: "Io vo' percorrere tutta la terra e ritornando vittorioso presentare al Signore Iddio mio, ossequiosi e fedeli, tutti i regni della terra".

  2. Tu stessa, o Filotea, con la vivezza di affetto, coi discorsi santi, con un portamento edificante, tu puoi ottenere che molti lodino [87]e glorifichino Iddio. Sollecita, anima fedele, e gloria al Signore.

  3. La Vergine benedetta pregò e ottenne che lo Spirito Santo scendesse sopra gli apostoli. Prega tu stessa, o Filotea. La Vergine pregò e ottenne che gli apostoli potessero convertire il mondo. E tu, anima fedele, ravviva lo zelo tuo.

  4. Pregane Iddio. Meschinelli, siamo tanto dappoco che da Dio solo abbiamo e il volere e il potere. Ma se preghiamo di cuore, Iddio ci farà ben egli potenti nelle opere buone, più potenti nel buon volere.

  5. Le anime forti esclamano verso Dio così: "Se non fosse o inferno da evitare o paradiso a desiderare, nondimeno vorremmo amarvi con tutte le forze, o Signore, perché voi siete l'onnipotente e il santo".

 

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IV.

Della seconda petizione

  1. Cristoforo Colombo, toccata la terra americana, vi piantava una croce e pregava: "Sia tu santificata". Sant'Ignazio diceva: "Per ottenere un grado [88]maggiore di benevolenza verso il Signore che abita in cuore del cristiano, io starei in patimenti d'agonia per lunghi anni, sino alla fine". E tu, Filotea, come ami che il regno di Gesù Cristo si estenda nel mondo e nel cuor tuo?

  2. Se tu permetti che Iddio come padrone entri nella casa del cuor tuo, il Signore ti aprirà dinanzi la casa del cuor di Gesù Cristo, perché disponga pure secondo il tuo buon volere14 per questa terra e per il paradiso.

  3. Il paradiso... Non ti commuove l'intimo dell'animo, o Filotea? Un momento ancora e poi sarai in paradiso con Dio!

V.

Della terza petizione

  1. Filotea, eccoti una guida celeste: tu segui la santa volontà del Signore; che il santo voler di Dio ti metta la pace in cuore e ti accompagni fino al cielo. In fare il volere divino tu entri in istretta parentela con il Padre, col Figliuolo e collo Spirito Santo Iddio. Di due persone che s'amano si dice che hanno un cuor solo, [89]un'anima sola. Così tu seguendo il divin volere vieni ad essere intimamente unita all'amore del Cuor di Gesù Cristo.

  2. Quale fortuna! Con fare il divin volere tu guadagni ad ogni istante. E le stesse sciagure di fame, di malattie, di persecuzione ti si volgono in consolazione per il cuore ed in tesoro per l'acquisto del paradiso. Perfino d'una fragilità peccaminosa tu puoi valerti per un maggior bene di umiliazione di te, di confidenza più viva in Dio.

 

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VI.

Della quarta petizione

  1. Filotea, due cose si fanno da tutti quaggiù: vivere e poi morire. In ogni moriamo, perché ad ogni ora ci accostiamo più vicini alla nostra casa, la sepoltura. Preghiamo: "Dateci, o Signore, il da vivere per l'anima e per il corpo finché abbiamo a stare quaggiù, e poi levateci da terra al cielo".

  2. Cibo dell'anima è la preghiera, o vocale o mentale. Cibo dell'anima è la santa Messa ed i santissimi Sacramenti. Oh, dateci, o Signore[90], la manna dell'anima, le inspirazioni sante che come rugiada copiosa voi piovete sulle anime sante!

  3. E poi un pane a sfamarci, un cencio a ricoprirci datelo anche a questo meschinello, al corpo nostro. Benché sia servo misero e ricalcitrante, pietà di lui, e dategli a vivere perché si corregga.

  4. Ma sovrat<t>utto alimentate l'animo nostro. Quanto al resto, verissimo è che tutto è vanità ciò che non aiuta per condurre a santità.

  5. Filotea, Gesù Cristo ha pasciuto le cinque mila persone nel deserto in persona propria. Per mezzo di Francesco pasce i cinque mila religiosi che a quel patriarca s'affidarono i primi. Li pasce tuttodì per lo spazio di 700 anni in numero di cinque volte cinque mila. Ah, se tu apri gli occhi della fede e doni almeno in parte il tuo ai poveri e poi t'affidi in Dio, tosto tu vedrai.

  6. I beni terreni sono spine al cuore e ti hanno presto a lasciare. Possibile che tu, Filotea, ancor vi doni uno sguardo interessato?

  7. Tu vivi per . Non è bello per faticare e poi aspettare che benedica Iddio dal cielo?

  8. Un'anima che è fedele e che tuttavia è [91]animosa15 per l'avvenire, è quasi persona che ti si dice amica, ma che la è in parole, non nei fatti. Tu lavora, prega Dio, e poi lascia alla provvidenza divina il soccorrerti.

 

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VII.

Della quinta petizione

  1. Una cosa sola abbisogniamo da Dio, che ci perdoni cioè le nostre colpe. A tanto uopo aspiriamo al bene e sovrat<t>utto curiamo ad usar buoni servizi a chi in ispecie ci avesse fatto torti ingiusti: quest'atto di perdonare inclina il Signore al favor nostro.

  2. Sciagura massima! Potevamo e dovevamo faticare nella casa di Dio, che è buon Padre, ed abbiamo più volte faticato in pro delle nostre passioni e della rabbia di Satana. Un profondo dolore ci occupa sino alla fine. Un servo od un figlio che, a vece di lavorare, rubano nella casa o del padre o del padrone, sono e l'uno e l'altro detestabili.

  3. Tu, Filotea, benché abbia già pianto e te ne sia confessata, gemi tuttavia come Davide con dire: "Amplius lava me... [92]Miserere mei, Deus... quia tibi soli peccavi..." 16.

  4. E intanto il ciel ti guardi che usi una freddezza qualsiasi a chi t'ha offeso. Oh, se intendessi quanto a Dio spiacciano tali nimistà! Non temi che Dio ti rinfacci le tue proteste di dolore con dirti: "Coccodrillo, tu piangi? Piangi, piangi, scioccherello! Ti duoli giustamente, e per colpa che non vuoi emendare". Se in te è una amarezza qualsiasi, strappala a qualsiasi costo. Nell'anima fedele un deposito di rancore qualsiasi è poco meno che un avanzo di veleno nel dente dell'aspide. E tu non paventi?

VIII.

Della sesta petizione

  1. Filotea, tu brami essere incoronata, nevvero? Ebbene permetti pure che Dio ti chiami al combattimento, ma pregalo che ti porga aita a non cadere o ferita o morta.

 

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  2. Mira i confessori, i vergini, i martiri nel loro combattimento! Ah come li invidiano gli stessi angeli celesti! Ma noi non meritiamo tanto. Umiliamoci e preghiamo.

  3. [93]Il mondo ed il demonio è contro di te, anima fedele. Contro di te sono le tue passioni. Ah, se questo triplice esercito nemico ti può fare un danno qualsiasi, che gioia infernale s'incomincia intorno a te! Ma confida che hai l'Onnipotente in tuo aiuto, e stringiti a lui con un affetto di cuore continuo, soave, confidente.

  4. In respingere la seduzione ti parrà <di> offendere i parenti e le persone che ti circondano, ma confida: giusto è che con carità e forza ti difenda contro chi senza carità e senza giustizia ti assale. Il cuor tuo nel combattere sentirassi quasi sopraffatto, ma non ti smarrire: è gloria maggiore quando il soldato tutto avvolto dal fumo delle mitragliatrici pure non si atterrisce e procede con mente calma.

IX.

Della settima ed ultima petizione

  1. Filotea, intendilo ancor bene. Un solo male è a detestare, il peccato. Dicevalo san Giovanni Grisostomo all'imperatore Valente: "Temo una cosa sola... il peccato".

  2. [94]Anima fedele, dopo aver fin qui pregato, continua <a> dir così: "Io non so nemmeno ciò che sia meglio implorare. Domando la grazia vostra e che mi liberiate dal peccato. Quanto al resto, disponete come vi aggrada".

  3. Anima fedele, il tuo sposo Gesù viene per impalmarti con una corona di spine in capo, con una croce che ti pianta in cuore. Se tu preghi che Dio ti scampi da queste nozze tormentose, tu sei una sciagurata.

  4. Appena ti è permesso in ciò dolertene soavemente, sottrarti con disperazione non mai.

  5. I santi martiri a vista della scure dicevano: "Amen!", e poi erano mandati in paradiso ad esclamare con gioia perpetua: "Amen! Amen!".

 

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  6. Santa Teresa insegnava alle sue sorelle a recitar bene il Pater noster, e questo le bastava.

  7. Filotea diletta, vieni monda al cospetto di Dio quando vuoi pregarlo. Statti umile e dimessa, e poi apri il cuor tuo con fiducia a dire: "Pater noster". Se preghi così, Dio buono ti esaudirà.





p. 911
14                Originale: il tuo volere; cfr. ed. 1885, p. 91.



p. 912
15                Nell’ed. 1885, p. 93:  «ansiosa».



p. 913
16                Sal 51(50), 4.3.6.



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