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IL FONDAMENTO CATECHISMO PER LE ANIME CHE ASPIRANO A PERFEZIONE Parte terza DEI COMANDAMENTI DI DIO E DEI PRECETTI DELLA CHIESA Lezione III Dei Comandamenti della seconda tavola |
Lezione III
Dei Comandamenti della seconda tavola
I.
Del quarto comandamento
1. [105]Tu hai un padre ed una madre che per tutta la loro vita portano con gioia, ed anche con dolore pari, la vita della persona tua. Anche tu devi vivere per i tuoi cari e formare, per quanto è in te, la loro felicità.
2. Che se tu scorgi in essi qualche difetto, pensa piuttosto che tu hai cooperato a quelle impazienze con tante male corrispondenze, e prega per essi di cuore in ogni dì.
3. Altresì i superiori, che sono i padri dell'anima tua, eglino sostengono per te sollecitudini non poche. Orbene, tu li solleva con obbedire. Non udiste dire dal divin Salvatore che chi ascolta il superiore ascolta Dio medesimo?
4. Filotea, morranno i genitori tuoi e tu soprammodo verrai a piangere sopra due fosse accanto. Allora ti dorrai sovrat<t>utto [106]d'aver contristato comechessia quelle anime. Cadranno nella tomba anche l'uno e l'altro dei superiori che ti amministrano. Beata te se ti proverai discepola riconoscente! L'angelo di quei genitori e di quei superiori procurerà perché tu prosperi quaggiù e di poi nel paradiso dei santi.
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Del quinto comandamento
1. Il prossimo nostro, o Filotea, è come la pupilla dell'occhio nostro. Toccare nel cuore del prossimo è come toccare nell'occhio di Dio stesso. Le anime fedeli bramano la solitudine con Dio per timore che stando nel mondo non incorrano ad offendere comechessia il prossimo, che è ad immagine del Signore.
2. Chi è superiore può e deve bensì correggere, ma il fa con tanta cautela come quando dall'occhio proprio vuol estrarre una pagliuzza che v'è entrata.
3. Noi siamo fatti per assisterci a vicenda. Godiamo quando possiamo amare. Tripudia [107]il cuor nostro quando possiamo far bene ad un fratello meschino.
4. Chi ha dei debiti e sia onesto, non può aver pace finché non abbia soddisfatto. E tu, anima fedele, avendo qualche cosa col prossimo tuo, puoi passare un'ora e non dolerti?
III.
Del sesto comandamento e del nono
1. Havvi un fiore gentilissimo che si scuote e geme e si contrae se tu lo guardi davvicino o, che è peggio, se tu lo tocchi col dito. Il virtuoso fiore è la sensitiva. Ei dice: "Non mi toccare". Tu sei quel desso, anima fedele. Ah come ti deve premere del corpo e dell'anima tua!
2. Il fuoco rigetta da sé ogni goccia d'acqua perché gli è contraria. Un cuor puro rigetta da sé ogni pensiero che non sia proprio dell'anima casta.
3. Sei neve bianchissima, anima fedele. Non è male che intorno a te vengano gli uomini o gli animali, ma è colpa che per invito tuo quegli uomini e quegli animali [108]insozzino con malignità il candido ammanto che copre il santuario del cuor tuo.
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4. Però tu devi dire: "Il mio corpo è a somiglianza del corpo di Gesù Cristo e la mia anima è come lo specchio che riflette lo splendore della divina maestà". Mondo dev'essere il corpo, e più mondo il cuore d'un'anima fedele che offre il proprio cuore come soggiorno dello Altissimo.
5. La tua conversazione non sia già infra i terreni, ma tutta cogli spiriti celesti.
6. Il cuore non percuote il tuo petto per dirti: "Aprimi, ch'io vo' uscir da terra di pericoli"? Il tuo affetto non sospira con dire: "Al cielo! Al cielo!"?
IV.
Del settimo comandamento e del decimo
1. Le sostanze di questo mondo aderiscono a quelli che le possiedono più che le vestimenta alla persona. Le sostanze son quasi parte della carne e dell'ossa tue. Possedere un peculio e non attaccarvi il cuore è cosa più prodigiosa che rara. Sicché, anima fedele, trema che camminando [109]in terra non imbratti in qualche modo il tesoro dell'anima tua.
2. Tu hai detto di confidare in Dio, ma perché al tuo fianco sapevi che dormiva amico un poderetto. Illusa Filotea! Tu non comprendi ancora quale impedimento rechi al tuo perfezionamento un affetto terreno.
3. Ignori tu se con ciò non abbi impedito le divine benedizioni alla famiglia che ti circonda? Meschinella se potendo non hai detto a' tuoi: "Sperate nel Signore"!
4. Vedrai intorno a te persone che prosperano e che tuttavia non sono di te anime più fedeli. Se ciò accada, tu guarda all'alto e dentro di te e sotto ai piedi tuoi, e umiliati e confida.
5. Ti parranno queste verità acri, ma che importa? Le medicine più amare sono le più salutari.
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Dell'ottavo comandamento
1. Il divin Salvatore, tolti nel mezzo dei fanciulli innocenti, disse: "Se non vi fate come questi, non entrerete nel regno de' cieli". Intendilo bene, o anima fedele. Trovarsi cogli [110]uomini e non offendere gli uomini appena è possibile ad un'anima retta e semplice, come il bambino che è cresciuto colla ingenuità dell'innocenza.
2. Chi non possiede la virtù della semplicità, bisogna che in alto grado possieda almeno la virtù di carità e pazienza, o diversamente stando colle persone mal provvederà al suo perfezionamento. Solo il semplice può ammonire e castigare senza che il delinquente s'offenda e ricalcitri.
3. Tu, o Filotea, prega da Dio sì cara virtù. Finché poi tu non l'abbia ottenuta, in appressarti alle persone procura di scusare le intenzioni quando non possa scusare le opere. Operare altrimenti è disgustare il cuore di Gesù salvatore e gli animi dei fratelli.