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IL FONDAMENTO CATECHISMO PER LE ANIME CHE ASPIRANO A PERFEZIONE Parte quarta DEI SACRAMENTI Lezione VII Dell'Estrema Unzione |
Lezione VII
1. [171]Filotea, sei tu in tribolazione? Prega. Soffri d'assai? Prega vieppiù. È proprio dei forti non arrestarsi alle difficoltà, Iddio buono ti è vicino col soccorso suo in vita e alla morte tua.
2. Ottima cosa è la tribolazione. Dicono oggidì che le austerità mal si possono praticare perché infiacchita è la costituzione umana. Si è infiacchita perché è troppo accarezzata. Certosini, trappisti son d'egual natura che noi, e pur non cedono un punto dal rigor di otto secoli passati. Il patir guarirebbe la nostra delicatezza, ma, Filotea, a qual segno ami le sofferenze? Almeno pregane di cuore Iddio. Oh, ti illumini e ti conforti il Signore! Compi tu il dover tuo di mortificarti, e Dio provvederà perché ti sorregga la salute. E se ti chiama al patire ed al morire, nol ricordi di già che patire per Dio è gloria per Gesù Cristo, che il morire per Iddio sovrat<t>utto è guadagno per te?
3. Grado a grado disponiti al sacrificio di te. Di giorno in giorno dalla fanciullezza siamo [172]cresciuti alla adolescenza. Ci perfezioneremo alla virilità con essere costanti. Ma tu, Filotea, hai almeno inteso quanto è d'uopo che alto merito è il patire? All'ultimo dì, quando sarai già munita del sacramento di Penitenza e della Eucarestia santissima, avrai un conforto ultimo, l'Estrema Unzione. Dopo questo tu spicchi un volo e ti trovi nel paradiso dei santi. Quale felicità!
4. Filotea, tu lo sai che la più viva consolazione quaggiù al cuore è avere anime sante colle quali intrattenersi. Il più doloroso strappo è il separarsene. Però qual conforto insieme, quando all'ultimo queste anime tue sorelle ti salutano con
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dire: "Ave! Prega per noi", e tu guardandole con estremo sorriso stampi la imagine di tue virtù nei loro occhi e te ne voli al cielo! Affrettati, Filotea diletta. Disponiti con costanza al patimento. Ve' a quale altezza ti solleva!
5. Però in ogni dì prega Dio che ti doni il patire ed il sopportare con merito. Intanto guarda al bel paradiso, e dentro a quello guarda al tuo Signore e Padre Iddio. Venuta la sera, dì all'anima che s'abbracci più teneramente all'Altissimo. Tu intanto, intinta la mano nell'acqua benedetta, segna in fronte e sui sensi del corpo in forma di croce, e [173]chiedi pietà come all'atto che riceverai dal ministero sacerdotale il sacramento ultimo. Grida dall'intimo del cuore: "Signore, pietà di me!"