Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Il fondamento...
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IL FONDAMENTO CATECHISMO PER LE ANIME CHE ASPIRANO A PERFEZIONE

ISTRUZIONI SOPRA LE VIRTÙ PRINCIPALI, I DONI DELLO SPIRITO SANTO, I PECCATI ED I VIZII

Lezione I Delle virtù principali

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ISTRUZIONI SOPRA LE VIRTÙ PRINCIPALI,

I DONI DELLO SPIRITO SANTO,

I PECCATI ED I VIZII

Lezione I

Delle virtù principali

  1. [178]Considera, Filotea: le erbe rinascono, gli animali rinvigoriscono in virtù di Dio, che continua nella natura la forza della creazione. Tutto lavora quaggiù per la gloria di Dio. E tu, anima fedele, oh con quanta mente e con quanto cuore non devi praticare il bene!

  2. Le erbe e gli animali continuano fino ad oggi ad offrire quelle buone qualità che Dio in quelle impresse all'atto della creazione. Nel cuor tuo, o Filotea, Dio pose il seme d'ogni eletta virtù. Se ne annoverano sette in un'anima giusta risplendente di sante virtù.

  3. La fede è come l'angelo pio che apparve ad Abramo sul Moria. La speranza come Raffaello che si accompagnò a Tobiolo. La carità poi è madre di quegli angeli piangenti che accompagnarono Gesù dal Getsemani al monte Calvario.

  4. [179]Benedetti gli angeli che prendono per la destra i miseri mortali e direttamente li conducono al paradiso!

  5. Filotea, chi sei tu dunque nella compagnia di questi angeli purissimi? Tu ti elevi dalla polvere di questa terra e tieni questo discorso: "Il mio sguardo è a Dio, il Signore è il mio aiuto, Iddio è la vita mia".

  6. Quale discorso! Viene dal cielo. All'atto che le onde battesimali scesero sul tuo capo, Iddio santissimo piovve in cuor tuo la rugiada che poi fe' crescere in te le virtù di fede, di speranza e di carità.

 

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I.

Della fede

  1. Filotea, considera questo avvenimento. Un predicatore ammaestra due infedeli; l'uno di questi crede e grida: "Battesimo e vita eterna!". Il secondo se ne rimane muto e insensibile. Chi predica a te utilissime massime di precetto o di consiglio è lo stesso ministro di Dio. In udire, ieri tu rimanesti intirizzata, oggi corri frettolosa. Che è questo? Oggi Iddio pietoso ti concede la grazia di fede che ieri volle ancora differirti. Oh come [180]devi pregar di cuore: "Signore, accrescete la mia fede"38!

  2. [180]Santa Teresa anche per una sola ceremonia ingiunta da Chiesa santa avrebbe data la vita. E tu, Filotea, oh come devi prostrarti china al sacerdote, al vescovo, al pontefice che in nome di Dio ti indirizzano al paradiso! Non fermarti a scorgere che un ministro sacro sia angelo o sia uomo. Mira sovrat<t>utto che egli è l'inviato del Signore e ascoltane riverente i detti suoi.

  3. Finalmente egli viene a te in nome di Dio e porta le lettere improntate dal suggello dell'Onnipotente. Viene inviato da Chiesa santa, la sposa immacolata del Verbo, sapienza del Padre.

  4. Lo Spirito Santo a guisa di luce purissima rischiara la mente del pontefice. La luce di Spirito Santo, dalla persona del Vicario di Gesù Cristo, si espande in chiarore di fiammella lucente nella mente e nel cuore di tutti i fedeli, che sono i figli divoti a colui che in terra tiene le veci del Signore e Salvator nostro. Filotea, in nome di Dio e per volere di Dio tu hai un superiore immediato che dirige tutti i tuoi passi. Se tu ne ascolti con attenzione la voce e che la segua, tu sei certamente degna figlia del Signore.

  5. [181]Però il cielo ti guardi che tu giammai disobbedisca. N'avrebbe duolo il superiore che fatica per te. N'avrebbe fame e sete l'anima tua, perché il superiore non ti

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cura davvantaggio. Misera te se anche Dio ti abbandona al senso della tua ribellione superba! Ritorna, ritorna al Signore Iddio tuo.

  6. Domandane con espressa istanza il perdono e chiedine un castigo conveniente. Dopo il fallo, la sferza è il castigo che ti si addice. Solo la verga ti restituisce39 appieno la pace del cuore. Perché non ti prostri dinanzi ad un'anima fervida che t'aiuti a riconciliarti con Dio? Ferma in cuor tuo propositi generosi e gemi al cospetto dell'Altissimo.

II.

Della speranza

  1. Filotea, tu dici essere del Signore, ma gli sei davvero fedele? San Tomaso, arcivescovo di Cantorbery, a salvarsi dalle minaccie del re Enrico era venuto fra i cisterciensi di Francia. Quando il sovrano inglese scrisse: "Se voi continuate ad alloggiar Tomaso, io scaccierò i vostri fratelli che stanno nel mio regno[182]". Quei monaci misero fuori l'illustre perseguitato. Il re di Francia l'accolse con trionfo gridando: "A me l'onore di difendere un innocente!", e sel tenne carissimo. Filotea, spera in Dio e opera il bene.

  2. Chi t'ha creato è Dio. Chi ti salva è il Signore. Che dubiti? Volgi lo sguardo intorno. Hanno tanti che curano di fare il miglior bene spirituale e che per il sostentamento del corpo confidano sovrat<t>utto in Dio. E tu che pensi? Che operi tu intanto?

  3. Certo è che Dio non ti verrà meno giammai. Pensalo tu stessa. Ti ha creata, e poi per conversare teco è sceso in terra e salì sino al vertice del Calvario. Accostati tu stessa e vedrai.

  4. Ma tu dopo aver porto una preghiera qualsiasi, tu te ne stanchi e disperi con dire: "Inutile la mia orazione! Iddio non mi esaudisce". Ma che parlar è questo? Hai tu pregato come

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Gesù e con Gesù nell'orto? Ovvero appena tu muovi dito di mano o di piede in qualche opera buona, e poi perché Dio non opera un prodigio in tuo aiuto tu presumi con dire: "Se Dio vuol da me un'opera me ne porga abbondanti i mezzi, me ne additi chiara la via". Meschinella, meschinella! Hai tu almeno sparso una goccia di [183]sangue con Gesù al Calvario? Dove sono le tue mortificazioni, le tue corone di spine, i tuoi cilici che ti spronino? E poi ti lagni che Dio non ti soccorra maggiormente? Compi bene le parti tue, che il Signore compie benissimo la parte sua.

  5. Oh quanto è meglio, o Filotea, che tu consideri più attentamente la pochezza di tua virtù, la viltà del tuo cuore! Spera in Dio sempre. Quanto più gravi sono le tue difficoltà, tanto più ti conforta nell'aiuto del tuo Signore. Teresa incominciò <a> muovere imprese alte quando Iddio l'ebbe quasi sfinita con pene di animo, con patimento di corpo. E tu intanto dici: "Bisogna che m'abbia cura perché viva in buona salute, bisogna che accumuli per fare un po' di bene un "... Certo non da altri che dal demone infernale tu imparasti la massima che per operare il bene bisogna accarezzare il senso e pensare alle sostanze terrene.

III.

Della carità

  1. Spesso, o Filotea, tu domandi a te stessa: "Ami tu il Signore?". E ti risponde il cuore: [184]"Io l'amo quando colla mente io penso sovrat<t>utto a Dio, quando col cuor pongo le mie delizie in amar Dio, quando coi sensi del mio corpo attendo principalmente alla gloria di Dio". E il prossimo, che è il fratello tuo, l'ami tu, o Filotea? Tu l'amerai se di buon animo procuri altresì tutto quel miglior bene che brami a te stessa.

  2. Noi amiamo il cuor nostro perché il cuore dona la vita a tutto il nostro essere. Amiamo Dio perché egli, che ci ha creati, ci regge e ci provvede.

 

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  3. Però, Filotea, se tu ami con generosità il Signore, tu devi dire: "Muoia io, ma non offenda il Signore mio con qualsiasi ingiuria grave o leggera". Scruta, o Filotea, le fibre del cuor tuo e se trovi che un affetto solo non sia affatto per Iddio, strappalo con qualsiasi sacrificio.

  4. Indi attendi per provvedere al prossimo, che ti è fratello e che è figlio di Dio. Ricordatelo che il bene che tu volgi ai fratelli tuoi è soddisfazione che rendi al cuor di Gesù Cristo.

  5. Coi fratelli tuoi, tu procura di raddoppiare l'attenzione tua ai più meschini, che sono i poveri e gli ammalati. Un fratello che ingiustamente t'ha offeso, egli meschinello si [185]è ferito colla propria destra nel cuor suo. Ora, non è giusto che tu lo compatisca? Prega per lui; quanto a te, non iscorgi già che l'infelice non volendolo ti ha porto occasione ad un guadagno copioso?

  6. Domenico più volte si offerì a sostenere le carceri per liberare un fratello. Agostino trinitario e Vincenzo de' Paoli in abbracciarsi alle catene degli infelici ne godevano tanto in cuor loro. Oh, dimmelo, Filotea: credi tu che in cuor tuo sia entrato mai copia maggiore di contento che quando ti accadde di poter giovare in molto al prossimo tuo?

  7. Filotea, sii tu anima a Dio fedele sempre. Esclama di continuo: "Paradiso, paradiso!", perché lassù è il Signore Iddio tuo. Gemi di continuo: "Signore, che io v'ami quanto si può da creatura umana".

  8. Anima fedele, tu aborri da cacciar Iddio dal cuor tuo, ma com'è che ti duole tenergli compagnia assai frequente? Com'è che a guisa dei tre discepoli tu dormi mentre Gesù agonizza nell'orto?

  9. Può essere che per tante tue infedeltà Dio ti abbia sospeso il corso di tante grazie. Quale sciagura! Deh, ripara prima che il Signore non ti strappi quel tesoro di tempo che ancor concede a meglio fare. Confessati [186]rea al cospetto del ministro del Signore, gemi quanto è proprio di un cuor dolente e accostati al santo altare, dal quale parte il fuoco di carità che è lo stesso Cuor divino del redentore e salvator nostro Gesù.

 

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IV.

Delle virtù cardinali

  1. Filotea, tu aspiri alla virtù, buono è il desiderio tuo. Ma sia il tuo volere fermo, costante, intrepido. Alla virtù si giunge col sacrificio, per questo i virtuosi magnanimi si dicono eroi. Per incamminarti a virtù devi anzitutto nel cuor tuo ravvivare i germi santi. A fondamento della casa di tua perfezione erigi colonne solide. Quattro semi, quasi per prosperare i quattro punti cardinali della terra, o quattro colonne a guisa di quadrilatero inespugnabile alle forze nemiche, tali devono essere in te le virtù morali della prudenza, della giustizia, della fortezza e della temperanza.

  2. Il contadino o il soldato quando sono ammaestrati nell'arte tranquilla dell'agricoltura e nella fragorosa della guerra, si incamminano [187]con fiducia. Oh, se tu medesima, o Filotea, poni a fondamento di virtù nel cuor tuo le virtù morali! Non iscorgi già i personaggi illustri che recano di sé esempio di ogni bella virtù, e che con la forza della parola e delle opere proprie par che sorreggano un popolo intiero? Accostati e considera come posano gli intrepidi sopra le basi solidissime delle virtù cardinali.

  3. Filotea, poni attenzione al personaggio che nel suo cuore aduna il merito delle virtù cardinali. Un popolo di gente il circondano, ed egli porge un discorso a questo gruppo, una parola a quella persona individua. All'orecchio di quei timidi fa risuonare l'accento suo. Egli parla colla voce, accenna col portamento, indica colle impressioni del suo volto. Accontenta tutti, rende migliore ognuno che gli si accosta. È l'anima sapiente che tutto ripete da Dio, epperò è giusta in rendere al Signore la sua gloria, al prossimo tutto il bene di giustizia che si deve, tutto il seme di carità che gli augura. E quando l'anima virtuosa ha ricevuto avviso dal Signore a compiere un'impresa di gloria a Dio, quell'anima ripeterà sino all'ultimo: "Morire, ma non omettere di fare il bene". In uscir di vita esclamerà come Gregorio il [188]Grande: "Ho amato la giustizia, ho odiato l'iniquità, e per questo me ne muoio nell'esiglio- 969 -". Scorgila sino alla fine l'anima forte. Ella nei giorni di angustia non si lascia deprimere, in quelli di esultanza non si lascia elevare. Ella è temperante nel vitto, nel vestito, nell'abitare; è discreta nelle stesse opere di zelo per altrui, di mortificazioni per se stessa. Un sorriso sempre piacevole le brilla in viso. Quel sorriso dice: "L'anima virtuosa e temperante è tranquilla in Dio, come l'angelo che non si turba punto in eseguire i voleri dell'Altissimo".





p. 964
38                Lc 17, 5.



p. 965
39                Originale: costituisce.



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