Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
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IL FONDAMENTO CATECHISMO PER LE ANIME CHE ASPIRANO A PERFEZIONE

ISTRUZIONI SOPRA LE VIRTÙ PRINCIPALI, I DONI DELLO SPIRITO SANTO, I PECCATI ED I VIZII

Lezione III Delle beatitudini evangeliche

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Lezione III

Delle beatitudini evangeliche

  1. [192]Nel cammino di pellegrinaggio quaggiù sono sentieri che percorrono gli eroici intrepidi con fortuna gloriosa. Il divin Salvatore, venuto al vertice della celebre montagna, disse: "Le vie più sollecite e più meritorie alla volta del paradiso sono queste che indico col seguente discorso: beati i poveri di spirito41 ecc.".

  2. E continuò accennando ad otto gradi di perfezione ai quali, come per il cammino ad una scala che introduce nel santuario massimo, si ascende passo a passo. I pellegrini fervidi rassegnano gli impacci del superfluo, del vitto o del vestito, e così si rendono umili di cuore e poi desolati per avere offeso Iddio, e poi desiosi assai del paradiso. Indi, quasi aquile che sono ascese in chiara atmosfera, discendono rapide dov'è il carcame fetido d'una piaga fracida a curare, e intanto come angeli compiono con cuor puro il divin servizio, e come messaggeri celesti annunciano la pace, e come cherubini d'amore infine si struggono gemendo: "Dateci, o Signore[193], il paradiso e fateci vieppiù patire quaggiù per poter dire che vi amiamo".

  3. Nobilissimo pellegrinare nella via delle beatitudini evangeliche! Meglio incamminarsi in queste che nelle vie dorate o del piacere o della gloria umana. La voce roca del mondo

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conduce allo abisso d'inferno. Il sospiro amorevole dell'angelo del Signore discopre dinanzi le porte del paradiso.

  4. Pensalo tu, o Filotea, se le vie dorate di Nabucco o di Faraone son punto a desiderare. Ovvero considera la cecità di quelli che come Baldassar<r>e si briacano nei calici del santuario, o che come l'Epulone che crapulano alle mense del piacere. No, no, non sono costoro i beati del popolo diletto del Signore.

  5. Popolo più beato di tutti furon quelli del collegio apostolico. Pietro e i suoi discepoli avevano nulla, eppure si professavano di posseder tutto. Ha tutto colui che incamminandosi da pellegrino fidente geme giorno per giorno al comune Padre dicendo: "Datemi oggi un pane per vivere", e che in questa semplice domanda accontenta il cuor suo.

  6. Gli apostoli dopo aver rinunciato al fango della terra ripetevano: "Volentieri ci glorieremo delle fiacchezze nostre42, perché [194]riconoscendoci servi inutili sempre e peccatori, finalmente ci umiliamo. Vengano, vengano su di noi venti di minaccie, tempeste di patimenti, che noi elevando la destra vogliamo benedire a tutto e a tutti". Il ragno, è scritto, converte in tossico il miele che assorbe. L'ape poi converte di subito in miele il veleno che assume. Santa dolcezza, come sei cara! Sei figlia primogenita del cuor di Gesù, mite ed umile di cuore43. Beato il cuor del cristiano che a te si disposa!

  7. Francesco d'Assisi dalla sua solitudine in Alvernia lagrimava dicendo: "Ho il cielo sopra il capo, l'inferno sotto ai piedi; io son nel mezzo e non so se mi salverò o se mi dannerò! Pregate, o fratelli!". Filotea, tu che dici di aver cuore, cercalo nei nascondigli del tuo petto e domandagli: "Quante volte ti sei angustiato vivamente per i falli propri, per i peccati d'altrui?".

  8. Il cervo assetato quando può tuffare in una fonte le arse labbra non le smuove benché il cacciatore vibri saette sul suo dorso. E tu quanta sete hai della gloria di Dio e del tuo

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profitto spirituale? È scritto che per la giustizia bisogna agonizzare44. Ma tu dimmelo, quali sforzi poni tu a correggere un vizio, a rivestire una virtù?

  9. [195]E come attendi a compatire o a sollevare le umane miserie? Geremia in iscorgere i mali di Gerusalemme caduta schiava gemeva dicendo: "Vorrei che la mia testa si convertisse in fonte d'acqua, i miei occhi in due rigagnoli per deplorare le sciagure di Sionne"45. Vincenzo de' Paoli, figlio di poveri contadini, col suo gran cuore trovava modo di porgere a migliaia di fanciulli ed a provincie intiere il pane per il corpo e l'educazione per lo spirito.

  10. Altra beatitudine è possedere un cuor puro. Dicevalo Gesù a' suoi discepoli: "Se non vi fate come questi fanciulli puri e semplici, non entrerete nel regno de' cieli"46. Luigi e Stanislao in ispecie piangevano alla vista di un atto o di un discorso meno che puro. Casimiro, re di Polonia, volle morire piuttosto che accettare un rimedio che in qualche modo avrebbe potuto scemare il pregio di un corpo casto.

  11. Pacifici sono quelli che imitando il santo ministero del Salvatore, che si intitola re pacifico, procurano di conservare in cuore di sé e del prossimo il dono della pace, che è bene sommo. In questo luogo io ti prego a conferire con san Bernardo e accompagnarlo mentre pellegrina [196]per l'Europa, che ricompone in pace gl'individui, le famiglie, i regni, e poi che domandi a te: "Che faccio io per il bene della pace?".

  12. Filotea, tu forse pensi che faresti, che diresti, ma che non operi assai perché il mondo ti contraddice. Anima diletta, tu dunque ancor temi o le dicerie o le minaccie degli uomini? Ma che serva del Signore sei tu? Poveri di noi se gli apostoli avessero avuto di questi riguardi! Intendilo, Filotea: fare il bene e poi averne contraddizioni e sopportarle con rassegnazione è beatitudine somma. Ascoltane san Francesco d'Assisi: "Se noi dopo aver faticato tutto il in predicazione, giungessimo - 974 -ad ora tarda al convento gelati di freddo, e il portinaio ci rispondesse: Statevi fuori alla neve, poltroni; noi, sopportando tutto ciò, otterremmo un colmo di beatitudine".

  13. Filotea, guarda al bel paradiso; sono seggi gloriosi, proporzionati ad ogni grado di virtù. Anima diletta, fissa di proposito un posto sublime e : "Io voglio col divin aiuto sedere su quel trono presso l'Agnello immacolato che ora mi addita il cammino glorioso delle beatitudini evangeliche".

  14. Filosofi umani ti insinuano che mortificare [197]se stessi e vivere staccati dal mondo è la più gioconda felicità quaggiù. Fanne esperienza. Conti e marchesi rispondevano a Bernardo: "Noi abbiamo rinunciato a tutto per avere te in questa solitudine, e tu ci lasci per uno spazio lungo?".

  15. Diceva il Saverio a Dio: "Non più consolazioni al mio cuore, perché il meschinello se ne morrebbe". Vincenzo de' Paoli in accomiatare per il paradiso una delle sue sorelle di carità domandava: "Hai nulla che ti rimorde?". Ed ella: "Quando m'affrettava agli infermi mi pareva aver l'ali ai piedi, e in asciugare le loro lagrime sentivami contentezza inesprimibile al cuore... Forse questo era troppo". E Vincenzo a lei: "Al cielo ti aspettano le sorelle che ti hanno preceduta".

  16. Non è così fra i mondani. L'anima fedele che si affaccia alle persone dei tristi o che si fa alle soglia delle case gaudenti, sentesi al cuore un'oppressione viva. L'anima fedele terge una lagrima ed esclama: "Meglio un giorno solo con te, o Signore, che mille nei convegni dei peccatori".





p. 971
41                Mt 5, 3.



p. 972
42                Cfr. Rm 5, 3.



43                Mt 11, 29.



p. 973
44                Sir 4, 28.



45                Cfr. Ger 9,1 (Vulgata) .



46                Cfr. Lc 18, 17.



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