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IL FONDAMENTO CATECHISMO PER LE ANIME CHE ASPIRANO A PERFEZIONE ISTRUZIONI SOPRA LE VIRTÙ PRINCIPALI, I DONI DELLO SPIRITO SANTO, I PECCATI ED I VIZII Lezione VIII Di ciò che si ha da fare in ogni giorno da un'anima fedele |
Lezione VIII
Di ciò che si ha da fare in ogni giorno
1. L'usignolo dal suo boschetto appena vede spuntare i raggi del dì incomincia i suoi armoniosi trilli, quasi per dire: "Son tutto del giorno che Dio ha fatto nascere testé". Tu con affetto vivissimo e fin dai primi albori sospira: "Son tutta vostra, o Signore".
2. Intanto pensa al lavoro, come se in quel giorno stesso Dio ti chiamasse a sé.
3. Ma prima di uscire da camera poniti innanzi al tuo ritratto, l'immagine di Gesù salvatore. Stando genuflessa adora il tuo Dio, o anima fedele, sfogati in affetti di fede, di speranza, di carità e di contrizione dicendo: "Poteva essere defunta in questa notte, ed io son viva tuttodì; datemi l'aiuto vostro, o Signore! Madre del Salvator mio, io vi [208]saluto. Pregate per me e con me l'altissimo Iddio".
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4. Di poi, come colomba ansiosa, affrettati alla chiesa dov'è lo sposo delle anime, Gesù che si immola nella santa Messa. Accorri per compatire, per gemere ovvero per rallegrartene con Gesù salvatore.
5. Dopo ciò ti abbraccia al lavoro, che è come la catena nobile del tuo castigo. Una voce dal tuo petto erompa a dire: "Pane e paradiso, o Signore!", e tu intanto vivrai fiduciosa sulla terra col sudore della tua fronte54.
6. Se tu esclami con viva fede: "Pane e paradiso, o mio Dio", tu d'un tratto in affaticare ottieni l'una cosa e l'altra.
7. I figli di san Domenico avanti prender cibo attendevano con ansia affine di versare in cuore almeno di un'anima l'alimento santo della divina parola. Tu fa altrettanto, e avanti appressare alle labbra il pane della provvidenza esclama con giubilo: "Siate benedetto, o Signore Iddio mio!".
8. I poverelli di san Francesco d'Assisi prima e dopo il cibo vengono in giubilo d'allegrezza come il patriarca loro, che sedendo meschino presso una fonte con un pane loda Dio dicendo: "Quanto buono è il Signore!".
9. [209]Che se un assalto improvviso di tentazione qualsiasi ti incolga, allora come il figliuoletto che si incontra in cane furioso tu grida sollecito: "Padre celeste Iddio, aiutatemi!", e segnati in fronte perché l'inimico sen fugga atterrito.
10. Che se in molto o in poco tu abbia peccato, allora, o Filotea, gemi al cospetto di Dio e grida che il Signore ti abbia misericordia; di poi accostandoti al sacro ministro confessati con dire: "Padre, ho peccato!".
11. Che se tu odi il suono di campana, e ti avverte che Gesù in atto solenne della santa Messa o di altra funzione sacra benedice a tutti, tu in ispirito raccogliti presso al Cuore santissimo del Redentore e pregalo ad averti pietà.
12. Ovvero il suono della Chiesa militante, la voce di tua Madre nel combattimento della giornata, ti ricorda nel nascere, nel crescere e nel tramontare del dì i benefici del comun Salvatore, e allora genufletti a terra, volgi il guardo
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all'alto e sospira: "Sia lodato Gesù, sia lodata Maria, madre del Salvator mio".
13. Che se tu scorgi un fratel tuo a cadere in qualche fallo, inorridisci in cuor tuo e in quanto è possibile dimostra altrui il tuo turbamento. Non tarda<re> poi a supplicarne Iddio [210]e provati con tutte le forze per salvare un'anima da quella colpa e da peggiore altresì.
14. Ovvero per tua buona ventura ti incontri con fratelli che quasi angeli in carne lodano e benedicano Iddio; in questo buon avvenimento tu stessa lodi e applaudi. E trovata l'anima fedele che ama il Signore, tu accostati con riverenza e seguine gli esempi confortanti.
15. Pervenuta così alla sera del giorno tuo, raccogliti presso al Cuor di Gesù salvatore e giubila con dire: "Che buona cosa è vivere alla provvidenza dell'Altissimo!".
16. Di poi genufletti avanti al Signore, incrocia le mani e replica: "Signore, che io sia anima tutta di voi. Se mi volete chiamare in questa notte a morire, fatemi svegliare nel santo paradiso".
17. Né sol questo nel corso di un dì, ma più volte in un'ora dello stesso dì tu devi sorridere al Signore quasi figliuoletto in viso al genitore amato.
18. Quanti affetti nel cuoricino di un infante innocente! Tu volgiti con dire a Dio sempre: "Vi amo, o Signore... Gesù, misericordia!".
19. Puoi sì poco, anima fedele, in adoperarti per Iddio! Sfogati almeno cogli affetti [211]del cuore, perché col desiderio si può bramare immensamente.
20. Potrai tanto meglio o col cuore o col corpo, quanto più tu mortificherai o il cuore o il corpo tuo. Se ti offri a molti patimenti, sarai trovata somigliante a Gesù salvatore e perciò atta ad imitare le opere di salvezza universale.
21. Accadrà di tempo in tempo che tu oda infermo un fratel tuo e che scorga accompagnare con solennità a lui il Corpo santissimo del Redentore. Allora immaginati che la grazia di Dio qual bene vivificante inondi l'anima dell'infermo. Supplica poi Dio a confortare chi langue con alta copia di benedizione.
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22. E se ai mesti rintocchi di campana odi che il fratel tuo agonizza, allora supplica che il moriente congiunga tutti i sospiri suoi alle angoscie di Gesù agonizzante nell'orto ovvero sul Calvario.
23. Quando senti che il fratello ha compiuto il suo corso quaggiù, tu sospira con dire: "Quando vi vedrò in cielo, o mio Dio?... Quando?... Date il riposo eterno all'anima diletta che vi ha incontrato e fate che la [212]luce di beatitudine risplenda presto in volto a quella".
Sempre sia lodato