Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Il montanaro...
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IL MONTANARO STRENNA VALTELLINESE NELL'ANNO 1886

IV. "Pane e paradiso, o Signore!"

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IV.

"Pane e paradiso, o Signore!"

  Tu mi commuovi, buon montanaro. Ti vedo muovere dalla casa al campo e proferire con voce ferma: "Pane e paradiso, o Signore!". Intanto scorgo che come ad un Sansone di fortezza non è sforzo di lavoro che ti arresti. Par che tu, quasi novello Giosuè, arresti il sole finché abbia compiuto il lavoro della tua giornata. Non ti nocciono i raggi infocati del sole che dardeggia negli scogli del monte, non [12]ti trattengono i geli, i ghiacci, le nevi della vernata tempestosa. I tuoni ti rimbombano all'orecchio e le saette ti scoppiano con assordante rumore dal vicino ceppo, eppur tu prosegui tua via perché ti preme d'una impresa grave, il risparmio del poco ben di casa tua, l'animale bovino che precipita o la pecorina che bela sotto il fragor della procella. Oh, chi non t'ammira! Buono montanaro, tu sei come Davidde pastorello che alla cura del gregge accompagni il suono del liuto, il maneggio dell'armi alla caccia di fiere od alla difesa de' tuoi fratelli. Buon montanaro, tu sei il più spesso la figura di pietosa Noemi che viene su spigolando per un campicello mietuto, e raccogli il filo d'erba per il giumento, il frutto sparso d'una castagna per la famiglia e aduni il filo di lana pel fuso nella vernata. Così tu sei sempre quel desso, o montanaro, indefesso al lavoro, stanco di te solo in quel giorno in cui ti è impedito il lavoro consueto. Allora più vivo senti il bisogno di sclamare: "Pane e paradiso, o Signore", e in dirlo ti disponi alla fatica maggiore che ti aspetta nella stagione estiva. [13]Salve, buon fratello! Io ti addito al mondo dei sapienti, alla cattedra dei filosofi, alla sedia dei ministri di Stato e dico con fermo proposito: "Assumete il figlio del montanaro, fatelo apprendere nel libro del diritto e della giustizia, ché egli avrà l'attitudine di rendere i più importanti servigi alla società". Intanto egli è in radice il buon filosofo ed il legislatore perito. Il dabben popolo che fatica e che stando in sudori guarda al cielo, egli con l'esempio e con la parola porge ammonimenti salutari a non pochi che pur non sono parimenti del campo ovvero del monte.

 

 


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