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XII.
Eccola la madre nostra!
La madre ha dato con giubilo la vita al figlioletto e con affetto maggiore gliela conserva. La Chiesa in un colmo di giubilo riceve al fonte battesimale i pargoli che le s'adottano5 [29]in figli, e con eccesso di amore li vien poi nutricando nei Sacramenti augustissimi e con la divina parola del santo Evangelo. S'avvenga avversaria gente senza cuore, la quale aggravi sulla persona dei figli, la madre Chiesa è sempre la prima a dare non solo l'ornamento della propria casa, ma perfino il manto della propria persona. Le rivoluzioni incominciano le loro grandi imprese dallo spogliamento della Chiesa, ed ella sopporta. Ma i figli del buon montanaro sono i primi a prevenirne i danni, intrepidi a tutelarne i diritti, pietosissimi a dolersene quando l'adoperarsi non corrispose al buon volere. Allora moltiplica l'affetto alla desolata. Più frequente viene a ritrovarla co' suoi cordiali doni, né potendo di vantaggio, disponesi con apparato di divozione e viene con i compagni dal petto robusto, dalla voce risuonante e lì, dinanzi alla cara Madre, intuona cantici più solenni e dei nuovi ne fa sgorgare dal cuore commosso, sì che la Genitrice diletta e i figli si consolano tanto più in ripensare che finalmente [30]se sono in terra sono in cammino per alla volta del paradiso beato. Mamma, o mamma diletta! Io t'amo e tu mi ami vieppiù! Né sol questo, ma il figlio del montanaro ha sue stagioni attese e i suoi giorni prediletti e luoghi che egli ben sa, dove in un santuario della Vergine o di un santo possa con maggior gara di affetto salutar la Madre. Allora vi s'affretta per lungo cammino e scortala da lungi sclama: "Eccola la Madre! Eccola la Madre!", e fa segno ai fratelli da lungi ché accorrano, e intanto è un godimento sì festoso che solo ha riscontro fra la sede degli spiriti sempre lieti in cielo. Oh la mamma, la mamma, che voce cara, che nome amorevole!