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XV.
La valle di Tartano in Valtellina
Una creaturella brutta e deforme reca per lo più certo candore di semplicità in volto che conforta ed edifica. Io non posso dire che sia bella la valle di Tartano. Una cavità di monte entro una corona di pizzi di montagne spesso coperte di ghiacciai, eccola scorta da lungi la valle di Tartano. Per salirvi poi, all'imboccatura di essa è una via mulattiera che s'aderge a chiocciola e perpendicolare al fiume Tartano, il quale orrendo e maestoso rumoreggia nel fondo abisso. Di qua e di là due sponde, che si guardano come due pareti, sono sparse di qualche pianta di larice e di pino che accrescono maestà e terrore; il resto è terreno mobile, screpolato, ghiaie nude e ceppi. A ridosso della salita, in un ovale di monte coperto di praterie, appare Campo, [36]villaggio popoloso. E da Campo l'occhio penetra per un canale lungo lungo, scosceso scosceso, in cui non si sa dove posare l'occhio perché ad ogni tratto sono valli e rialzamenti di terra a mo' di piramide e poi gobbe sporgenti di montagne rocciose, e dall'imo al fondo delle valli alberi sparsi, pascoli, prati, ghiaie interminabili. La valle si attraversa lungo
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una via sempre mulattiera che accompagna in declivio dolce e poi giù e su per un orrido di convalle, sotto cui il Tartano rugge profondo fra le bolge di più pareti di monte. Dopo qualche tratto, e dalla spianata di un cono di terra, un piccolo monte di terra che si squaglia, è la vista della chiesa parochiale di san Barnaba, con facciata in istile palladiano. Al fianco è il cimitero, mesto campo seminato di croci, cui circondano muri coperti di modeste lapidi di marmo. La chiesa parochiale è a tre navate ed è ricca di pitture del chiaro Pedrazzi, artista grigione; assai ricca è di stucchi e di dorature fatte di recente per cura del parroco Magoni d<on> Marcello, che con alacre zelo [37]provvide testé all'ampliamento ed al maggior decoro del sacro tempio. La chiesa è adagiata sopra un piccolo piano di scoglio, sotto al quale il Tartano s'aggira in vorticose spire7. Da questo picco di monte si estendono a destra del riguardante la Val Corta verso mezzodì, la Val Lunga a levante e la Val Lemma da tramontana. Al di là di Val Lunga sono le valli Brembana e di Mezzoldo bergamasco. I vertici di monte che guardansi di fronte in queste valli del Tartano sono il Gavedo, il Lemma, il Budria, il Suma, lo Scala, il Porcile, il Dordona, il Gerlo, il Canale, il Torrenzuolo8 ed altri, che si innalzano quasi giganti a segnare più alta, allo infinito, la potenza e la grandezza del Creatore. A sublime altezza di Val Lunga è, con ossario, la chiesa di sant'Antonio, che fu il primo tempio parochiale un dì in Tartano, perché è tradizione che i bergamaschi venissero i primi ad escavare fra questi monti il ferro e fissarvi poi residenza benevola. La valle di Tartano non è bella, ma nel suo orrido ha certa qual vaghezza di varietà che fa degno riscontro con gli [38]abitanti del luogo. Sono 900 di numero e vi sono rusticani, ma tanto più intrepidi, semplici e cari. Buoni tartanesi, voi sotto la ruvida scorza di un portamento boschereccio nascondete cuori ben fatti. Il cielo vi benedica. Io vi saluto, buoni tartanesi!