IntraText Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
XVII.
Siete vittime, e il siete innocenti. Consolatevi per ciò stesso. Io prendo i vostri nomi e li addito ai popoli di Valtellina. Maria Bulanti la madre, Amalia, Carolina e Catterina, le figlie, e la nuora Luigia Mainetti compatitele tutti, ché sono vittime dilette. Il fiume, arrestato dalle frane del monte sopra il luogo detto alla Pila in Tartano, sbucò di poi impetuoso e rovesciandosi circondò delle sue acque il gruppo di cinque case ivi. Due giovani, avvertendo al pericolo, gridarono al salvamento- 1007 -. Ma il Signor permise che le povere donne fossero dimenticate. Quando [42]due d'elleno, udendo il rumoreggiar delle acque e stimandosi mal sicure in quella lor casa che per la prima fiancheggiava il fiume, si ritrassero in altra oltre la via comunale. Ed ecco il fiume che improvvisamente allaga lì intorno e poi che erompe. Una figlia e la nuora salgono all'ultimo piano; due figlie fuggendo s'appigliavano al catenaccio di altra casa, ma d'un tratto l'impeto del torrente sfonda la porta e dentro vi spinge le due innocenti, le quali s'aggrappano alla catena del camino e nuotando nell'acqua emettono gemiti gridando: "Salvateci!". La madre, che è rimasta al primo piano della casa, ode le grida delle figlie da una parte, le grida strazianti di altra figlia e della nuora, che stando in alto scorgevano perdersi irreparabilmente. Povera madre! Povere figlie! Gridava a tutte la genitrice desolata: "Gesù, Maria, san Giuseppe! Chiediamo perdono a Dio, ci ritroveremo in paradiso!". In dire, un impeto di macerie trasportò di botto la casa. Catterina e Luigia, sentendo il traballar dell'abitazione, s'attaccarono alle travi di altro tetto contiguo. Intanto la fiumana travolse la casa; le due rimasero sospese là, né più [43]potendo reggere, e crescendo lo scotimento della casa, le pericolanti caddero e furono travolte nei vortici spaventosi e giù se n'andarono galleggiando nell'impeto e sui vortici del Tartano lungo tutta la valle.
Unica rimane la madre. Maria di nome, ell'è una vera desolata che in sé mille volte nella notte prova i tormenti di morte. Uditela: "Fui travolta con la casa nel fiume e mi trovai viva tuttora sopra un cumulo di massi. Il Tartano rombava da destra e da sinistra, ed io ne fui assordata per tutta la notte. A un tratto, dai due lati e al di sopra e al di sotto di me, s'udì uno scoppio e poi un fischio, e giù le due frane di monte come qui vedete. Ero ferita nel capo e rotto questo braccio destro, pareami un conforto assicurar tuttavia con esso la somma di tremila cinquecento lire, che non è mia, ma dei creditori per l'alpeggio. Or sollevatemene voi buoni, e voi provvedete. Udii per un istante le strida delle mie figlie, ahi povere figlie! Appena potei loro gridare: Al paradiso! Al paradiso! Benedetto sia Dio! Spuntata l'alba eppur continuando
- 1008 -
la pioggia a dirotto, io [44]guardai e non vidi persona viva, ho chiamato e non fui intesa. Mi ritrassi in questo casolare, e quando mi seppero viva, i torrenti da ogni parte circondando impedivano l'accostarmisi. Benedetto Iddio! Or io sono salva, ma per poco, Pregate per me e per le figlie mie. Confortate i miei superstiti. Mi sento morire... arrivederci in paradiso!...". E così Maria la madre, come novella Felicita, consuma per ultima il suo sacrificio. Maria Bulanti e Catterina e Amalia e Carolina, e Luigia Mainetti, voi siete le cinque vittime di Tartano. Vi ricorderemo sempre per compatirvi. Vi ricorderemo per ritemprare gli stessi cuori nostri alla virtù del sacrificio.