Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Cinquanta ricordini...
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CINQUANTA RICORDINI DELLE SANTE MISSIONI IN OSSEQUIO AI CINQUANT'ANNI DI SACERDOZIO DEL SANTO NOSTRO PADRE LEONE XIII

VIII. Il giorno del Signore

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[- 1093 -]

VIII.

Il giorno del Signore

  Il cristianello in udire per tempissimo al mattino il suono festivo delle campane, levasi di repente ed esclama: "Ti saluto, bel giorno del Signore!". In dire s'affretta al tempio santo e si fa presso dove è scritto: "Alla misericordia!", e postosi fiducioso a<i> piedi del confessore prega: "Ministro [17]di pace, deh!, voi in nome del Signor della pace pronunciate su di me una parola di celeste conforto, perdonatemi le vere colpe e le fragilità da me commesse nel decorso della settimana". Il sacerdote confessore gli volge due suoi sguardi di ineffabile soavità e dice: "Io ti assolvo da' tuoi peccati". Un sorso di divina gioia scende in cuore al penitente e un raggio di divina luce gli rischiara la mente ed egli, il cristiano giustificato nel sangue del Salvatore, si accosta al santo altare e

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escola i suoi affetti con le adorazioni degli angeli, eppoi sclama in estasi di purissimo godimento: "Sei mio, con te respiro, vivo di te gran Di". Intanto i cristiani freddi e gli stessi spregiudicati si fanno a mirare quell'aureola di divozione che irradia dal volto del cristiano comunicato. Il mirano con grata sorpresa quando prosteso assiste [18]al santo sacrificio della Messa, quando riverente pende dal labbro del ministro predicatore, quando nel canto dei vesperi mescola i suoi accenti con i cantici dei profeti e degli apostoli santi. Anche in questo momento è la Chiesa militante che con voce melodiosa risponde alla Chiesa trionfante. E quando il cristianello fervente che ratto si diparte dalla chiesa e si affretta con saluto ai fratelli, con gioia domestica al desco poveretto, con cuore infiammato allo infermo derelitto, all'orfano abbandonato, allora l'uomo del secolo domanda anche più attonito: "Che è questo?". E sentesi rispondere: "È la gioia del giorno del Signore". Nel giorno festivo sono supplicazioni e preci per la Chiesa spirituale, per il governo corporale; sono supplicazioni e preci per i giusti e per i peccatori. Quei che imprecano a Dio santissimo, quelli che tripudiano in ebrietà detestabili, quelli che del giorno del Signore ne fanno [19]una festa per Satanasso, tutti quelli, oh che dardi scagliano in cuore al cristianello credente! Questi alla sua volta sospira e geme: "Fate cessare tanti scandali ormai, o togliete me pure dal numero dei viventi". E poi ha chi dice che il popolo ha bisogno di pane e non di feste! Intendetela tutti: il popolo ha specialmente bisogno del pane dell'anima per sostenere le soverchierie degli schernitori vili, dei prepotenti tracotanti.

 

 


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