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CINQUANTA RICORDINI DELLE SANTE MISSIONI IN OSSEQUIO AI CINQUANT'ANNI DI SACERDOZIO DEL SANTO NOSTRO PADRE LEONE XIII XLII. Le osterie |
XLII.
Le osterie
Ai beffardi che vi insultano con dire: "Che cosa guadagnate in andare ai preti e alla Chiesa?...", voi rispondete loro: "E dalle osterie nelle quali voi passate la notte del sabato sino alla domenica, e poi forse ancora la serata e la notte della domenica [70]al lunedì, ditelo il gran guadagno che voi ne avete dalle vostre osterie?...". Noi alla Chiesa impariamo <a> rispettare Iddio, onorare il re, correggere i nostri vizii e rivestirci di qualche buona virtù. Impariamo alla Chiesa il modo di compatire anche i dileggiatori beffardi e pregare di cuore per essi. E voi all'osteria il più spesso bestemmiate il Signore e dileggiate il re, voi promovete molto di male per il corpo e peggior male per l'anima. Accendete fiamma di vizio nei corpi, avvampate incendio di discordia nel paese. Le vostre malaugurate osterie sono un tasso disastroso ai capi di casa. Numerate quanto di denaro sprecato all'osteria, quanto vi impedisce <di> raggranellarne nel corso della settimana, e poi conchiudete pure con dire che dai preti alla Chiesa voi avete ogni buon cumulo di bene sì per il corpo che per l'anima. Ma quanto alle osterie, ed a certe osterie che ben mi intendete, elleno sono l'abisso [71]delle fortune temporali, sono il precipizio delle anime. Uomo avvisato è mezzo salvato. Ma voi, ben lo so, in quella che tracannate i bicchieri ridondanti, voi prenderete lena in beffarvene: "Dai preti alla Chiesa che si guadagna? Confessarvi e andare a Messa, che cosa vi danno i preti...". Oh, voi gaudenti come siete allo stesso tempo ingiusti e pazzi!