3.
E veramente, verso la fine del secolo XIX, il nuovo sistema economico da poco
introdotto e i nuovi incrementi dell’industria erano giunti a far sì che la
società in quasi tutte le nazioni apparisse sempre più recisamente divisa in
due classi: l’una, esigua di numero, che godeva di quasi tutte le comodità in
sì grande abbondanza apportate dalle invenzioni moderne; l’altra, composta da
una immensa moltitudine di operai i quali, oppressi da rovinosa penuria,
indarno s’affannavano per uscire dalle loro strettezze.
4.
A tale condizione di cose non trovavano certo difficoltà ad adattarsi coloro
che, ben forniti di ricchezze, la ritenevano effetto necessario delle leggi
economiche e perciò volevano affidata soltanto alla carità la cura di sovvenire
agli indigenti, come se alla carità toccasse l’obbligo di stendere un velo
sulla violazione manifesta della giustizia, sebbene tollerata non solo, ma
talvolta sancita dai legislatori. Ma di tale condizione invece erano più che
mai insofferenti gli operai oppressi dalla ingiusta sorte e perciò ricusavano
di restare più a lungo sotto quel giogo troppo pesante. Alcuni perciò,
abbandonandosi all’impeto di malvagi consigli, miravano a una totale
rivoluzione della società, mentre altri, trattenuti da solida educazione
cristiana a non trascorrere in così insani propositi, persistevano tuttavia nel
credere che molte cose in questa materia fossero da riformare interamente e al
più presto.
5.
Né altrimenti pensavano quei molti cattolici, e sacerdoti e laici, i quali,
mossi da un sentimento di una carità certamente ammirabile, si sentivano già da
lungo tempo sospinti a lenire l’immeritata indigenza dei proletari, né
riuscivano in alcun modo a persuadersi come un così forte e ingiusto divario
nella distribuzione dei beni temporali potesse davvero corrispondere ai disegni
del sapientissimo Creatore.
6.
In tale disordine lacrimevole della società essi cercavano bensì con sincerità
un pronto rimedio e una salda difesa contro i pericoli peggiori: ma per la
fiacchezza della mente umana anche nei migliori, vedendosi respinti da una
parte quasi perniciosi novatori, dall’altra intralciati dagli stessi compagni
di opere buone ma seguaci di altre idee, esitando tra le varie opinioni, non
sapevano dove rivolgersi.
7.
In così grande urto e dissenso di animi, mentre dall’una parte e dall’altra si
dibatteva, e non sempre pacificamente, la controversia, gli occhi di tutti,
come in tante altre occasioni, si volgevano alla Cattedra di Pietro, deposito
sacro di ogni verità, da cui si diffondono le parole di salute in tutto il
mondo; e accorrendo, con insolita frequenza, ai piedi del Vicario di Cristo in
terra, sì gli studiosi di cose sociali, come i datori di lavoro e gli stessi
operai, andavano supplicando unanimi perché fosse loro finalmente additata una
via sicura.
8.
Tutto ciò il prudentissimo Pontefice ponderò a lungo tra sé al cospetto di Dio,
richiese consiglio ai più esperti, vagliò attentamente gli argomenti che si
portavano da una parte e dall’altra, e in ultimo, ascoltando "la voce
della coscienza dell’ufficio Apostolico", (Enc. Rerum Novarum n. 1). per
non sembrare, tacendo, di mancare al proprio dovere, (cf. RN n. 13) deliberò in
virtù del divino magistero, a lui affidato, di rivolgere la parola a tutta la
Chiesa, anzi a tutta l’umana società.
9.
Risonò dunque, il 15 maggio 1891, quella tanto desiderata voce, la quale, non
atterrita dalle difficoltà dell’argomento, né affievolita dalla vecchiaia, ma
anzi rafforzata da ridestato vigore, ammaestrò l’umana famiglia a tentare nuove
vie in materia di dottrina sociale.
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