17.
In primo luogo lo stesso Leone XIII aveva splendidamente dichiarato che cosa si
dovesse aspettare dalla Chiesa: "Difatti la Chiesa è quella che trae dal
Vangelo dottrine atte a comporre o certo a rendere assai meno aspro il
conflitto; essa procura con gli insegnamenti suoi, non pur di illuminare la
mente, ma d’informare la vita e i costumi di ognuno; essa con un gran numero di
benefiche istituzioni migliora le condizioni medesime del proletario" (RN
n. 13).
a) Nella
dottrina
18.
Ora la Chiesa non lasciò stagnare nell’inerzia queste preziose fonti, ma a esse
attinse copiosamente per il bene comune della pace desiderata. Lo stesso Leone
infatti e i suoi Successori non desistettero mai dal proclamare e inculcare
ripetutamente, ora a voce, ora con gli scritti, la dottrina stessa
dell’enciclica Rerum novarum sulle materie sociali ed economiche, e adattarla
opportunamente secondo le esigenze delle circostanze dei tempi, mostrando
sempre carità di padri e costanza di pastori nella difesa massima dei poveri e
dei deboli. Lo stesso fecero tanti Vescovi, spiegando la medesima dottrina con
assiduità e saggezza, chiarendola con i loro commenti, e applicandola alle
condizioni dei paesi diversi, giusta la mente e le istruzioni della Santa Sede.
19.
Non fa quindi meraviglia che sotto il magistero e la guida della Chiesa molti
uomini dotti, ecclesiastici e laici, prendessero a trattare con ardore la
scienza sociale ed economica secondo le esigenze dei nostri tempi, mossi
particolarmente dall’intento di opporre con più efficacia la dottrina immutata
e immutabile della Chiesa alle nuove necessità.
20.
Così, additata e rischiarata la via dall’enciclica Leoniana, ne sorse una vera
sociologia cattolica, che viene ogni giorno alacremente coltivata e arricchita
da quelle scelte persone che abbiamo chiamato ausiliari della Chiesa. E questi
non la lasciano già confinata all’ombra di eruditi convegni, ma la espongono
alla pubblica luce, come ne danno splendida prova le scuole istituite e
frequentate con molta utilità nelle Università cattoliche, nelle Accademie, nei
Seminari; e i congressi o "settimane" sociali, tenuti con una certa
frequenza e fecondi di lieti frutti; e l’istituzione di circoli di studi e
infine la larga e industriosa diffusione di scritti sani e opportuni.
21.
Né va ristretto a questi limiti il bene derivato dal documento Leoniano; perché
gli insegnamenti della enciclica Rerum novarum a poco a poco fecero breccia
anche in persone che, stando fuori della cattolica unità, non riconoscono il
potere della Chiesa; sicché i principi cattolici della sociologia penetrarono a
poco a poco nel patrimonio di tutta la società. E non raramente avviene che le
eterne verità, tanto altamente proclamate dal Nostro Predecessore di f. m., non
solamente siano riferite e sostenute in giornali e libri anche cattolici, ma
altresì nelle Camere legislative e nelle aule dei Tribunali.
22.
Che più? Dopo l’immane guerra, quando i governanti delle nazioni principali, al
fine di reintegrare una vera e stabile pace con un totale riassetto delle
condizioni sociali, ebbero sancito fra le altre norme allora stabilite quelle
che dovevano regolare secondo equità e giustizia il lavoro degli operai, tra
quelle norme non ne ammisero forse molte, così concordanti coi principi e i
moniti Leoniani, da sembrare di proposito dedotte da quelli? E veramente
l’enciclica Rerum novarum resta un monumento memorando a cui si possono
applicare con diritto le parole di Isaia: "Alzerà un vessillo alle
nazioni" (Is 11,12).
b) Nella
pratica applicazione
23.
Frattanto, mentre le prescrizioni Leoniane, previe le investigazioni
scientifiche, avevano larga diffusione nelle menti, si venne pure alla loro
applicazione pratica. E anzitutto con un’operosa benevolenza si rivolsero tutte
le cure alla elevazione di quella classe di uomini, che, per i moderni
progressi dell’industria cresciuti immensamente, non occupava ancora nella
società umana un posto o grado conveniente, e perciò giaceva quasi trascurata e
disprezzata; la classe operaia, diciamo, alla cui cultura, seguendo l’esempio
dell’Episcopato, lavorarono assai alacremente con gran profitto delle anime,
sacerdoti dell’uno e dell’altro clero, quantunque già sopraffatti da altre cure
pastorali. E questa costante fatica, intrapresa per informare a spirito
cristiano gli operai, proponendo loro con chiarezza i diritti e i doveri della
propria classe, giovò pure in gran maniera a renderli più consapevoli della
loro vera dignità e abili a progredire per vie legittime e feconde nel campo
sociale ed economico, e a divenire altresì guide degli altri.
24.
Quindi un più sicuro rifornimento di più copiosi mezzi di vita; giacché non
solo si moltiplicarono mirabilmente le opere di beneficenza e di carità secondo
le esortazioni del Pontefice, ma si vennero pure istituendo dappertutto
associazioni nuove e sempre più numerose nelle quali, col consiglio della
Chiesa e per lo più sotto la guida di sacerdoti, si danno e ricevono mutua
assistenza e aiuto operai, artieri, contadini, salariati di ogni specie.
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