1.
Sin da
quando, per arcano disegno della divina Provvidenza, Ci vedemmo sollevati a
questo supremo vertice del sacerdozio cattolico, non abbiamo mai cessato di
rivolgere le nostre cure più sollecite e più affettuose a quelli tra gli
innumerevoli figli che Dio Ci ha dati, i quali, insigniti del carattere
sacerdotale, hanno la missione di essere "il sale della terra e la luce
del mondo" (Mt 5,13), e in modo ancora più speciale ai dilettissimi
giovani che si vanno educando all’ombra del santuario e si preparano a questa
nobilissima missione.
2. Negli stessi
primi mesi del Nostro Pontificato, prima ancora di rivolgere la Nostra solenne
parola a tutto l’orbe cattolico, Ci demmo premura, con la Lettera Apostolica Officiorum
omnium del 1º agosto 1922 indirizzata al diletto Figlio nostro, Prefetto
della Sacra Congregazione dei Seminari e delle Università degli Studi, di
tracciare le direttive, a cui deve ispirarsi la formazione sacerdotale dei
giovani leviti . Ed ogni qualvolta la pastorale sollecitudine Ci muove a
considerare più in particolare gli interessi e i bisogni della Chiesa, la
Nostra attenzione prima di ogni altra cosa si dirige ai sacerdoti e ai
chierici, che formano sempre l’oggetto principale delle Nostre cure.
3. Di questo
Nostro speciale interessamento per il sacerdozio sono prova eloquente i
numerosi Seminari che abbiamo o eretti dove ancora non erano, o forniti, non
senza grande dispendio, di nuove sedi ampie e decorose, o meglio provveduti di
mezzi e di persone onde possano più degnamente raggiungere l’alto loro scopo.
4. Se poi in
occasione del Nostro giubileo sacerdotale abbiamo consentito che ne fosse
solennemente festeggiata la fausta ricorrenza e con paterno compiacimento
abbiamo secondato le manifestazioni di filiale affetto che Ci venivano da tutte
le parti del mondo, ciò fu perché, più che come un ossequio alla Nostra
persona, consideravamo quella celebrazione come una doverosa esaltazione della
dignità e del carattere sacerdotale.
5. E anche la
riforma degli studi nelle Facoltà ecclesiastiche, da Noi decretata con la
Costituzione apostolica Deus scientiarum Dominus del 24 maggio 1931, fu
da Noi voluta col precipuo intento di accrescere ed elevare sempre più la
cultura e la dottrina dei sacerdoti .
6. Ma è questo
un argomento di tanta e così universale importanza, che ci sembra opportuno di
trattarne più di proposito in questa Nostra Lettera enciclica, affinché non
solamente quelli che già posseggono il dono inestimabile della fede, ma anche
quanti con rettitudine e sincerità di cuore vanno in cerca della verità,
riconoscano la sublimità del sacerdozio cattolico e la sua provvidenziale
missione nel mondo, e soprattutto la riconoscano e la apprezzino quelli che ad
essa sono chiamati: argomento particolarmente opportuno alla fine di quest’anno
che a Lourdes, ai candidi raggi dell’Immacolata e fra i fervori
dell’ininterrotto triduo eucaristico, ha visto il sacerdozio cattolico, di ogni
lingua e di ogni rito, circonfuso di luce divina nello splendido tramonto del
Giubileo della Redenzione dall’Urbe esteso all’Orbe cattolico; di quella
Redenzione, della quale i Nostri cari e venerati sacerdoti sono i ministri, mai
tanto operosi e benefici quanto in questo Anno Santo straordinario, in cui,
come dicemmo nella Costituzione apostolica Quod nuper , si è pure
celebrato il XIX centenario della Istituzione del Sacerdozio.
7. E con ciò,
mentre questa armonicamente s’innesta alle Nostre precedenti Encicliche, con
cui abbiamo voluto proiettare la luce della dottrina cattolica sui più gravi
problemi che travagliano la vita moderna, sentiamo pure di dare a quegli stessi
Nostri solenni ammaestramenti un opportuno complemento. Difatti il sacerdote è,
per vocazione e mandato divino, il precipuo apostolo e l’indefesso promotore
dell’educazione cristiana della gioventù ; il sacerdote in nome di Dio benedice
il matrimonio cristiano e ne difende la santità ed indissolubilità contro gli
attentati e le deviazioni suggerite dalla cupidigia e dalla sensualità ; il
sacerdote porta il più valido contributo alla soluzione o almeno alla
mitigazione dei conflitti sociali, predicando la fratellanza cristiana, a tutti
ricordando i mutui doveri della giustizia e della carità evangelica,
pacificando gli animi inaspriti dal disagio morale ed economico, additando ai
ricchi e ai poveri gli unici beni a cui tutti possono e devono aspirare ; il
sacerdote finalmente è il più efficace banditore di quella crociata di
espiazione e di penitenza, a cui abbiamo invitato tutti i buoni per riparare le
bestemmie, le turpitudini e i delitti, che disonorano l’umanità nell’ora che
volge, un’ora che come poche altre nella storia ha tanto bisogno della
misericordia divina e de’ suoi perdoni . E i nemici della Chiesa ben sanno
l’importanza vitale del sacerdozio, contro cui appunto, come abbiamo già
lamentato per il Nostro diletto Messico , dirigono prima di tutto i loro colpi,
per toglierlo di mezzo e sgombrarsi la via alla sempre desiderata e mai
ottenuta distruzione della Chiesa stessa.
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