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Ioannes PP. XXIII Gaudet Mater Ecclesia IntraText CT - Lettura del testo |
1. Per quanto riguarda l’iniziativa del grande avvenimento che qui ci aduna, basti a semplice titolo di documentazione storica riaffermare la Nostra umile ma personale testimonianza del primo e improvviso fiorire nel Nostro cuore e dalle Nostre labbra della semplice parola di concilio ecumenico. Parola pronunciata innanzi al sacro collegio dei cardinali in quel faustissimo 25 gennaio 1959, festa della conversione di san Paolo, nella basilica sua. Fu un tocco inatteso: uno sprazzo di suprema luce; una grande soavità negli occhi e nel cuore. E insieme un fervore, un grande fervore destatosi improvviso in tutto il mondo, in attesa della celebrazione del concilio.
2. Tre anni di laboriosa preparazione, aperti all’indagine più ampia e profonda delle condizioni moderne di fede e di pratica religiosa, e di vitalità cristiana e cattolica specialmente.
3. Ci sono apparsi come un primo segno, un primo dono di grazia celeste. Illuminata dalla luce di questo concilio, la chiesa, com’è Nostra ferma fiducia, si ingrandirà di spirituali ricchezze e, attingendovi forze di nuove energie, guarderà intrepida al futuro. Infatti, con opportuni aggiornamenti e con il saggio ordinamento di mutua collaborazione, la chiesa farà sì che gli uomini, le famiglie, i popoli volgano realmente l’animo alle cose celesti.
4. Il concilio diventa così motivo di singolare impegno di grande riconoscenza al Supremo Datore di ogni bene, per celebrare con cantico esultante la gloria di Cristo Signore, re glorioso e immortale dei secoli e dei popoli.