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Ioannes PP. XXIII Gaudet Mater Ecclesia IntraText CT - Lettura del testo |
1. Questo massimamente riguarda il concilio ecumenico: che il sacro deposito della dottrina cristiana sia custodito e insegnato in forma più efficace.
2. Tale dottrina abbraccia l’uomo intero, composto di anima e di corpo, e, a noi pellegrini su questa terra, comanda di tendere alla suprema patria.
3. Ciò mostra in qual modo debbasi ordinare la vita nostra mortale, così da adempiere i nostri doveri di cittadini della terra e del cielo, e da conseguire il fine stabilito da Dio. Ciò significa che tutti gli uomini, sia singolarmente considerati, sia socialmente riuniti, hanno il dovere di tendere, senza tregua, per tutta la vita, al conseguimento dei beni celesti; e di servirsi a questo solo scopo dei beni terreni senza che il loro uso sia di pregiudizio all’eterna felicità.
4. Il Signore ha detto: "Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia" (Mt 6,33). Questo "prima" esprime in quale direzione debbano muoversi i nostri pensieri e le nostre forze; non bisogna però trascurare le altre parole di questa esortazione del Signore, cioè: "e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta" (Mt 6,33). In realtà, nella chiesa ci furono sempre, e ci sono tuttora coloro, che cercando con tutte le forze la pratica della perfezione evangelica, non trascurano di rendersi utili alla società: di fatto, dal loro esempio di vita, costantemente praticato, e dalle loro iniziative di carità prende vigore e incremento quanto di più alto e nobile c’è nell’umana società.
5. Ma perché tale dottrina raggiunga i molteplici stadi dell’attività umana, che si riferiscono ai singoli, alle famiglie, e alla vita sociale, è necessario anzitutto che la chiesa non si discosti dal sacro patrimonio della verità, ricevuto dai padri; e al tempo stesso deve anche guardare al presente, alle nuove condizioni e forme di vita introdotte nel mondo odierno, le quali hanno aperto nuove strade all’apostolato cattolico.
6. Per questa ragione la chiesa non ha assistito indifferente al mirabile progresso delle scoperte dell’umano ingegno, e non ha lasciato mancare la giusta estimazione; ma, pur seguendo questi sviluppi, non desiste dall’ammonire gli uomini affinché, ben al di sopra delle cose sensibili, volgano gli occhi a Dio, fonte di ogni sapienza e di ogni bellezza; ed essi, ai quali è stato detto: "Sottomettete la terra e dominatela" (cf. Gen 1,28), non dimentichino il gravissimo comando: "Adorerai il Signore Dio tuo, e servirai a lui solo" (Mt 4,10; Lc 4,8), perché non succeda che il fascino fuggente delle cose visibili impedisca il vero progresso.