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Ioannes PP. XXIII
Gaudet Mater Ecclesia

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Conclusione.

1. Ora "la Nostra voce si rivolge a voi" (2Cor 6,11), venerabili fratelli nell’episcopato. Eccoci ormai insieme radunati in questa Basilica Vaticana, ove sta il cardine della storia della chiesa: ove il cielo e la terra sono strettamente congiunti, qui presso il sepolcro di Pietro, presso tante tombe dei Nostri santi predecessori, le cui ceneri in quest’ora solenne sembrano esultare di un fremito arcano.

2. Il concilio che inizia, sorge nella chiesa come un giorno foriero di luce splendidissima. È appena l’aurora: ma già il primo annunzio del giorno sorgente di quanta soavità riempie il Nostro cuore! Tutto qui spira santità, tutto suscita esultanza. Contempliamo infatti le stelle, che con la loro chiarità aumentano la maestà di questo tempio; quelle stelle, secondo la testimonianza dell’apostolo Giovanni (cf. Ap 1,20), siete voi; e con voi vediamo splendere gli aurei candelabri intorno al sepolcro del principe degli apostoli, cioè le chiese a voi affidate (cf. ivi).

3. Vediamo con voi le degnissime personalità, qui presenti in atteggiamento di grande rispetto e di cordiale accettazione, convenute a Roma dai cinque continenti, per rappresentare le nazioni del mondo.

4. Si può dire che il cielo e la terra si uniscono nella celebrazione del concilio: i santi del cielo, per proteggere il nostro lavoro; i fedeli della terra, continuando a pregare il Signore; e voi, assecondando le ispirazioni dello Spirito Santo, per far sì che il comune lavoro corrisponda alle odierne attese e necessità dei diversi popoli. Questo richiede da voi serenità di animo, concordia fraterna, moderazione di progetti, dignità di discussioni, e saggezza di deliberazioni.

5. Voglia il Cielo che le vostre fatiche e il vostro lavoro, a cui volgono non solo gli occhi di tutti i popoli, ma anche le speranze del mondo intero, compiano abbondantemente le comuni aspirazioni.

6. Dio onnipotente, in te riponiamo tutta la nostra fiducia, diffidando delle nostre forze. Guarda benigno a questi pastori della tua chiesa. La luce della tua grazia superna ci aiuti nel prendere le decisioni, come nel fare le leggi; e pienamente esaudisci le preghiere che a te effondiamo con unanimità di fede, di voce e di animo.

7. O Maria, "aiuto dei cristiani", "aiuto dei vescovi", della cui predilezione abbiamo recentemente avuto nuova prova nel tuo tempio di Loreto, ove rimeditammo il mistero dell’incarnazione, volgi ogni cosa a esito felice e propizio, e, insieme col tuo sposo san Giuseppe, coi santi apostoli Pietro e Paolo, coi santi Giovanni Battista e Giovanni evangelista, per noi tutti intercedi presso Dio.

8. A Gesù Cristo, amabilissimo redentore nostro, re immortale dei popoli e del tempo, sia l’amore, il potere e la gloria nei secoli dei secoli. Amen.

11 ottobre 1962




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