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Ioannes PP. XXIII Gaudet Mater Ecclesia IntraText CT - Lettura del testo |
1. La successione dei vari concili, celebrati nella storia - sia i venti concili ecumenici, sia gli innumerevoli provinciali e regionali, pur essi importanti - attestano chiaramente la vitalità della chiesa cattolica, e segnano come i punti luminosi della sua storia.
2. Il gesto del più recente e umile successore di san Pietro, che vi parla, di indire questa solennissima assise, si è proposto di affermare, ancora una volta, la continuità del magistero ecclesiastico, per presentarlo in forma eccezionale, a tutti gli uomini del nostro tempo, tenendo conto delle deviazioni, delle esigenze, delle opportunità dell’età contemporanea.
3. È ben naturale che, iniziando l’universale concilio, Noi amiamo guardare al passato, per coglierne come le voci, la cui eco incoraggiante vogliamo riascoltare nel ricordo e nei meriti dei più antichi, così come dei meno lontani pontefici, Nostri predecessori: voci solenni e venerande, attraverso l’oriente e l’occidente, dal secolo IV al medioevo, e di là all’epoca moderna, che hanno trasmesso da quei concili la loro testimonianza; voci acclamanti in perennità di fervore al trionfo della divina e umana istituzione: la chiesa di Cristo, che da lui prende nome, grazia e significazione.
4. Accanto ai motivi di spirituale esultazione, è pur vero che sopra questa storia si distende per oltre diciannove secoli anche una nube di tristezze e di prove. Non per nulla il vecchio Simeone disse a Maria, madre di Gesù, quella profezia, che è stata e rimane vera: "Questo infante sarà posto a rovina e risurrezione per molti, e sarà segno di contraddizione" (Lc 2,34). E Gesù stesso, fatto adulto, fissò ben chiaramente il successivo volgersi del mondo nei riguardi della sua persona lungo i secoli, con quelle misteriose parole: "Chi ascolta voi, ascolta me" (Lc 10,16); e con quelle altre, citate dallo stesso evangelista: "Chi non è con me è contro di me; e chi non raccoglie meco, disperde" (Lc 11,23).
5. Il grande problema, posto davanti al mondo, dopo quasi due millenni, resta immutato. Il Cristo sempre splendente al centro della storia e della vita: gli uomini o sono con lui e con la chiesa sua e allora godono della luce, della bontà, dell’ordine e della pace; oppure sono senza di lui, o contro di lui, e deliberatamente restano fuori della sua chiesa, divengono motivo di confusione, causando asprezza di umani rapporti e persistenti pericoli di guerre fratricide.
6. I concili ecumenici, ogni qual volta si radunano, sono celebrazione solenne dell’unione di Cristo e della sua chiesa, e perciò portano a universale irradiazione di verità, retta direzione di vita individuale, domestica e sociale; a irrobustimento di spirituali energie, in perenne elevazione verso i beni veraci ed eterni.
7. Stanno innanzi a noi, nella successione di varie epoche dei primi venti secoli della storia cristiana, le testimonianze di tale magistero straordinario della chiesa, raccolte in parecchi e imponenti volumi: patrimonio sacro degli archivi ecclesiastici, qui in Roma, come nelle più celebri biblioteche del mondo intero.