5. Nelle perturbazioni e
incertezze dell’ora presente, la chiesa ha un messaggio specifico da
proclamare, un appoggio da offrire agli uomini nei loro sforzi per prendere in
mano ed orientare il proprio avvenire. Dall’epoca in cui la Rerum novarum
denunciava in maniera vigorosa e categorica lo scandalo della condizione
operaia nella nascente società industriale, l’evoluzione storica ha fatto
prendere coscienza di altre dimensioni e di altre applicazioni della giustizia
sociale, come già è stato costatato dalla Quadragesimo anno e dalla Mater et
magistra.
Il recente concilio, da parte sua, si è
adoperato a rilevare tali dimensioni e applicazioni, specialmente nella
costituzione pastorale Gaudium et spes. Noi stessi abbiamo prolungato questi
orientamenti nell’enciclica Populorum progressio: "Oggi il fatto di
maggior rilievo, del quale ognuno deve prender coscienza, è che la questione
sociale ha acquistato dimensione mondiale". "Una rinnovata presa di
coscienza delle esigenze del messaggio evangelico impone alla chiesa di
mettersi al servizio degli uomini, onde aiutarli a cogliere tutte le dimensioni
di questo grave problema e convincerli dell’urgenza di una azione solidale in
questa svolta della storia dell’umanità". Questo dovere di cui noi abbiamo
viva coscienza, ci spinge oggi a proporre alcune riflessioni e suggerimenti,
suscitati dall’ampiezza dei problemi posti al mondo contemporaneo.
6. Toccherà del resto al
prossimo sinodo dei vescovi studiare, anch’esso, più da vicino e approfondire
la missione della chiesa dinanzi alle gravi questioni che solleva oggi la
giustizia nel mondo. Ma l’anniversario della Rerum novarum ci offre, ora,
l’occasione di confidare le nostre preoccupazioni e i nostri pensieri su questo
problema a lei, signor cardinale, nella sua qualità di presidente della
commissione "Iustitia et pax" e del consiglio dei laici. In tale modo
vogliamo anche incoraggiare questi organismi della santa sede nella loro azione
ecclesiale a servizio degli uomini.
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