23. Per far calare nei fatti e
nelle strutture questa duplice aspirazione, dei progressi sono stati compiuti
nella enunciazione dei diritti dell’uomo e nella ricerca di accordi
internazionali per la loro applicazione. Ciononostante, le inique
discriminazioni - etniche, culturali, religiose, politiche - rispuntano
continuamente. Troppo spesso, in realtà, i diritti dell’uomo restano ignorati,
se non scherniti, ovvero il loro rispetto è puramente formale. In parecchi
casi, la legislazione è in ritardo sulla realtà delle situazioni. Necessaria,
essa è tuttavia insufficiente a stabilire i veri rapporti di giustizia e di
uguaglianza. Nell’insegnamento della carità, il vangelo ci inculca il rispetto
privilegiato dei poveri e della loro particolare situazione nella società: i
più favoriti devono rinunziare a certi loro diritti per mettere con più libertà
i propri beni a servizio degli altri. In effetti, se al di là delle norme
giuridiche manca un senso più profondo del rispetto e del servizio altrui,
anche l’uguaglianza davanti alla legge potrà servire di alibi a evidenti
discriminazioni, a sfruttamenti continuati, a disprezzi effettivi. Facendo
difetto una rinnovata educazione alla solidarietà, un’affermazione eccessiva di
uguaglianza può dar luogo a un individualismo dove ciascuno rivendica i propri
diritti, sottraendosi alla responsabilità del bene comune.
Chi non vede il contributo fondamentale, in
questo campo, dello spirito cristiano, il quale va incontro alla aspirazione
dell’uomo ad essere amato? "L’amore dell’uomo, primo valore nell’ordine
terreno", assicura le condizioni della pace, sia sociale che
internazionale, affermando la nostra fraternità universale.
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