30. Ma al di fuori di questo
positivismo che riduce l’uomo a una sola dimensione - per quanto essa possa
essere importante oggi -, e che in tal modo lo mutila, il cristiano nella sua
azione si imbatte in movimenti storici concreti usciti dalle ideologie e, per
un verso, distinti da esse. Già il nostro venerato predecessore Giovanni XXIII,
nella Pacem in terris, mostra la possibilità di operare una distinzione:
"Non si possono identificare, scrive egli, false dottrine filosofiche
sulla natura, l’origine e il destino dell’universo e dell’uomo, con movimenti
storici e finalità economiche, sociali, culturali e politiche, anche se questi
movimenti sono stati originati da quelle dottrine e da esse hanno tratto e
traggono tuttora ispirazione. Giacché le dottrine, una volta elaborate e
definite, rimangono sempre le stesse; mentre i movimenti suddetti, agendo sulle
situazioni storiche incessantemente evolventisi, non possono non subirne gli
influssi e quindi non possono non andare soggetti a mutamenti anche profondi.
Inoltre chi può negare che in quei movimenti, nella misura in cui sono conformi
ai dettami della retta ragione e si fanno interpreti delle giuste aspirazioni
della persona umana, vi siano elementi positivi e meritevoli di
approvazione?".
|