3.
La tradizione della chiesa - è forse necessario ricordarlo? - ci offre, fin
dalle origini, questa testimonianza privilegiata di una ricerca costante di
Dio, di un amore unico ed indiviso per Cristo, di una dedizione assoluta alla
crescita del suo regno. Senza questo segno concreto, la carità che anima
l’intera chiesa rischierebbe di raffreddarsi, il paradosso salvifico del
vangelo di smussarsi, il "sale" della fede di diluirsi in un mondo in
fase di secolarizzazione.
Fin dai primi secoli, lo Spirito santo ha suscitato, accanto alla eroica
confessione dei martiri, la meravigliosa fermezza dei discepoli e delle
vergini, degli eremiti e degli anacoreti. La vita religiosa era già in germe ed
essa avvertì, progressivamente, il bisogno crescente di svilupparsi e di articolarsi
in forme diverse di vita comunitaria o solitaria, per rispondere all’invito
insistente del Cristo: " Non vi è nessuno che abbia abbandonato casa,
moglie, fratelli, genitori o figli per il regno di Dio, che non riceva molto di
più in questo tempo, e la vita eterna nel secolo futuro ".
Chi oserebbe sostenere che un tale appello non avrebbe più, al giorno
d’oggi, lo stesso valore e vigore, che questi testimoni eccezionali della
trascendenza dell’amore di Cristo, o che il mondo potrebbe senza suo danno
lasciar spegnere queste luci, le quali annunciano il regno di Dio con una
libertà che non conosce ostacoli ed è quotidianamente vissuta da migliaia di
suoi figli e figlie?
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