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Pertanto, al servizio del bene comune, l’autorità e l’obbedienza si esercitano
come due aspetti complementari della stessa partecipazione all’offerta del
Cristo: per quelli che operano in autorità, si tratta di servire nei fratelli
il disegno d’amore del Padre, mentre, con l’accettazione delle loro direttive,
i religiosi seguono l’esempio del nostro maestro e collaborano all’opera della
salvezza. Così, lungi dall’essere in opposizione, autorità e libertà
individuale procedono di pari passo nell’adempimento della volontà di Dio,
ricercata fraternamente, attraverso un fiducioso dialogo tra il superiore ed il
suo fratello, quando si tratta di una situazione personale, o attraverso un
accordo di carattere generale per quanto riguarda l’intera comunità. In questa
ricerca, i religiosi sapranno evitare tanto l’eccessiva agitazione degli
spiriti, quanto la preoccupazione di far prevalere, sul senso profondo della
vita religiosa, l’attrattiva delle opinioni correnti. È dovere di ciascuno, ma
particolarmente dei superiori e di quanti esercitano una responsabilità tra i
loro fratelli o le loro sorelle, risvegliare nelle comunità le certezze della
fede, che devono guidarli. La ricerca ha lo scopo di approfondire queste
certezze e di tradurle in pratica nella vita quotidiana secondo le necessità
del momento, e non già, in alcun modo, di rimetterle in discussione.
Questo lavoro di comune ricerca deve, quando è il caso, concludersi con le
decisioni dei superiori, la cui presenza e il cui riconoscimento sono
indispensabili in ogni comunità.
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