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Paulus PP. VI
Gaudete in Domino

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II. ANNUNCIO DELLA GIOIA CRISTIANA NELL’ANTICO TESTAMENTO.

1. Per essenza, la gioia cristiana è partecipazione alla gioia insondabile, insieme divina e umana, che è nel cuore di Gesù Cristo glorificato. Non appena Dio Padre comincia a manifestare nella storia il disegno della sua benevolenza, che aveva prestabilito in Cristo, per darvi compimento nella pienezza dei tempi, questa gioia si annuncia misteriosamente in seno al popolo di Dio, per quanto la sua identità non sia svelata.

2. Così Abramo, nostro Padre, scelto in vista del compimento futuro della promessa, e sperando contro ogni speranza, riceve, fin dalla nascita del figlio Isacco, le primizie profetiche di questa gioia, Essa si trova come trasfigurata attraverso una prova di morte, quando questo figlio unico gli è restituito vivo, prefigurazione della risurrezione di colui che deve venire: il Figlio unico di Dio promesso al sacrificio redentore. Abramo esultò al pensiero di vedere il giorno del Cristo, il giorno della salvezza: egli " lo vide e se ne rallegrò ".

3. La gioia della salvezza si dilata e si comunica poi lungo il corso della storia profetica dell’antico Israele. Essa si mantiene e rinasce indefettibilmente attraverso tragiche prove dovute alle infedeltà colpevoli del popolo eletto e alle persecuzioni esterne che vorrebbero staccarlo dal suo Dio. Questa gioia, sempre minacciata e risorgente, è propria del popolo nato da Abramo.

4. Si tratta sempre di una esperienza esaltante di liberazione e di restaurazione - per lo meno annunziate - che ha per origine l’amore misericordioso di Dio verso il suo popolo prediletto, in favore del quale egli compie, per pura grazia e potenza miracolosa, le promesse dell’alleanza. Tale è la gioia della pasqua mosaica, che sopravvenne come figura della liberazione escatologica che sarebbe stata realizzata da Gesù Cristo nel contesto pasquale della nuova ed eterna alleanza. Si tratta ancora della gioia veramente attuale, cantata in varie riprese dai salmi, quella di vivere con Dio e per Dio. Si tratta infine e soprattutto della gioia gloriosa e soprannaturale, profetizzata in favore della nuova Gerusalemme, liberata dall’esilio ed amata di un amore mistico da Dio stesso.

5. Il senso intimo di questo traboccare inaudito dell’amore redentore non potrà apparire che nell’ora della nuova pasqua e del nuovo esodo. Allora il popolo di Dio sarà condotto, nella morte e nella risurrezione del servo sofferente, da questo mondo al Padre, dalla Gerusalemme simbolica di quaggiù alla Gerusalemme di lassù: " Dopo essere stata derelitta, odiata, senza che alcuno passasse da te, io farò di te l’orgoglio dei secoli, la gioia di tutte le generazioni... Come un giovane sposa una vergine, così ti sposerà il tuo architetto; come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te ".




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