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Paulus PP. VI
Gaudete in Domino

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VI. LA GIOIA E LA SPERANZA NEL CUORE DEI GIOVANI.

1. Senza nulla togliere al calore con cui il nostro messaggio si indirizza a tutto il popolo di Dio, vogliamo soffermarci qualche tempo per rivolgerci più ampiamente, e con una particolare speranza, al mondo dei giovani.

2. Se infatti la chiesa, rigenerata dallo Spirito santo, è in un certo senso la vera giovinezza del mondo - in quanto resta fedele alla propria realtà e alla propria missione - potrebbe forse non riconoscersi spontaneamente, di preferenza, in quanti si sentono portatori di vita e di speranza, e impegnati ad assicurare il domani della storia presente? E, reciprocamente, coloro che in ogni periodo di questa storia percepiscono in se stessi più intensamente lo slancio della vita, l’attesa dell’avvenire, l’esigenza degli autentici rinnovamenti potrebbero forse non essere intimamente in armonia con una chiesa animata dallo Spirito di Cristo? Come potrebbero non aspettarsi da essa la trasmissione del suo segreto di permanente giovinezza, e quindi la gioia della loro propria giovinezza?

3. Noi riteniamo che una tale corrispondenza esista di diritto e di fatto; non sempre visibilmente, ma certo in profondità, nonostante i molti ostacoli contingenti. Perciò, in questa esortazione sulla gioia cristiana, la ragione e il cuore ci invitano a rivolgerci decisamente ai giovani del nostro tempo. Lo facciamo nel nome di Cristo e della sua chiesa, che egli stesso vuole, malgrado le umane debolezze, " tutta gloriosa, senza macchiaruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata".

4. Nel fare questo, non cediamo ad un ossequio sentimentale. Considerata dal solo punto di vista dell’età, la giovinezza è un fatto effimero. L’esaltazione che se ne fa diventa presto nostalgica o derisoria. Ma non è la stessa cosa per quanto riguarda il senso spirituale di questo momento di grazia, che è la giovinezza vissuta autenticamente. Ciò che attira la nostra attenzione è essenzialmente la corrispondenza - transitoria e minacciata, certamente, ma tuttavia significativa e ricca di generose pro messe - tra lo slancio di un essere che naturalmente si apre ai richiami e alle esigenze del suo alto destino umano, e il dinamismo dello Spirito santo, dal quale la chiesa riceve inesauribilmente la propria giovinezza, il dono della sostanziale fedeltà a se stessa, e in questa fedeltà, la propria vitale creatività. Dall’incontro fra l’essere umano che possiede - per alcuni anni decisivi - la disponibilità della giovinezza, e la chiesa nella sua permanente giovinezza spirituale, sgorga necessariamente, da una parte e dall’altra, un’intensissima gioia e una promessa di fecondità.

5. La richiesta, come popolo di Dio pellegrinante verso il regno futuro, deve potersi perpetuare, e quindi rinnovare attraverso le generazioni umane: è una condizione di fecondità, e semplicemente di vita. È dunque importante che, in ogni momento della sua storia, la generazione che sorge appaghi, in qualche modo, la speranza delle generazioni precedenti, la speranza stessa della chiesa, che è quella di trasmettere senza fine il dono di Dio, verità e vita. Per questo, in ogni generazione, i giovani cristiani devono ratificare, in piena coscienza e incondizionatamente, l’alleanza da essi stipulata nel sacramento del battesimo e consolidata nel sacramento della confermazione.

6. A questo proposito, la nostra epoca di profonde trasformazioni non è priva di gravi difficoltà per la chiesa. Ne abbiamo una consapevolezza molto chiara, noi che portiamo, con tutto il collegio episcopale, "la preoccupazione per tutte le chiese", e la sollecitudine per il loro futuro avvenire. Ma, nello stesso tempo, noi rileviamo nella fede e nella speranza che non delude, che la grazia non mancherà al popolo cristiano. E noi auguriamo che questo non manchi alla grazia e non rinunci - come alcuni oggi sono tentati di fare - all’eredità di verità e di santità, pervenuta fino a questo momento decisivo della sua storia secolare. Noi riteniamo di possedere tutte le ragioni di confidare - poiché proprio di questo si tratta - nella gioventù cristiana: essa non verrà meno alla chiesa se, nella chiesa, vi saranno abbastanza persone mature, capaci di comprenderla, di amarla, di guidarla e di aprirle un avvenire, trasmettendole in tutta fedeltà la verità che rimane. Allora nuovi operai, risoluti e ferventi, entreranno a loro volta per il lavoro spirituale e apostolico, nei campi che già biondeggiano per la mietitura. Allora chi semina e chi miete condivideranno la medesima gioia del regno.

7. Ci sembra infatti che la presente crisi del mondo, caratterizzata per molti giovani da una grande confusione, denunci da una parte l’aspetto senile - del tutto anacronistico - di una civiltà commerciale, edonistica, materialistica, che tenta ancora di spacciarsi come portatrice d’avvenire. Contro questa illusione, la reazione istintiva di numerosi giovani, pur nei suoi eccessi, esprime un valore reale. Questa generazione è in attesa di qualche altra cosa. Privata repentinamente di tradizioni protettive, e poi amaramente disillusa dalla vanità e dal vuoto spirituale delle false novità, delle ideologie atee, di certi misticismi deleteri, non sta forse per scoprire o per ritrovare la novità sicura e inalterabile del mistero divino rivelato in Gesù Cristo? Non ha forse egli - secondo la bella espressione di sant’Ireneo - "disvelato ogni novità venendo nella sua persona"?.

8. Per questo motivo ci piace dedicare in modo più esplicito a voi, giovani cristiani del nostro tempo, promessa della chiesa di domani, questa celebrazione della gioia spirituale. Vi invitiamo cordialmente a rendervi attenti ai richiami interiori che vi pervengono. Vi stimoliamo ad elevare il vostro sguardo, il vostro cuore, le vostre fresche energie verso le altezze, ad affrontare lo sforzo delle ascensioni dello spirito. E vogliamo darvi questa certezza: nella misura in cui può essere deprimente il pregiudizio - oggi dappertutto diffuso - che lo spirito umano sarebbe incapace di attingere la verità permanente e vivificante, altrettanto profonda e liberatrice è la gioia della verità divina riconosciuta nella chiesa: " gioia della verità ". Questa è la gioia che vi offriamo. Essa si dona a chi l’ama tanto da cercarla tenacemente. Disponendovi ad accoglierla e a comunicarla, voi garantirete nello stesso tempo il vostro personale perfezionamento secondo il Cristo, e la prossima tappa storica del popolo di Dio.




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