Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Paulus PP. VI Gaudete in Domino IntraText CT - Lettura del testo |
1. Nel mezzo di quest’anno santo, noi abbiamo pensato di essere fedeli alle ispirazioni dello Spirito santo, chiedendo ai cristiani di ritornare così alle sorgenti della gioia.
2. Fratelli e figli carissimi, non è forse normale che la gioia abiti in noi allorché i nostri cuori ne contemplano o ne riscoprono, nella fede, i motivi fondamentali? Essi sono semplici: Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito; mediante il suo Spirito, la sua presenza non cessa di avvolgerci con la sua tenerezza e di penetrarci con la sua vita; e noi camminiamo verso la beata trasfigurazione della nostra esistenza nel solco della risurrezione di Gesù. Sì, sarebbe molto strano se questa buona novella, che suscita l’alleluia della chiesa, non ci desse un aspetto di salvati.
3. La gioia di essere cristiano, strettamente unito alla chiesa, "nel Cristo", in stato di grazia con Dio è davvero capace di riempire il cuore dell’uomo. Non è forse questa esultanza profonda che dà un accento sconvolgente al Mèmorial di Pascal: " Gioia, gioia, gioia, pianti di gioia "? E vicinissimi a noi, quanti scrittori sanno esprimere in una forma nuova - pensiamo per esempio a Georges Bernanos - questa gioia evangelica degli umili, che traspare dappertutto in un mondo che parla del silenzio di Dio. La gioia nasce sempre da un certo sguardo sull’uomo e su Dio: " Se il tuo occhio è sano, anche il tuo corpo è tutto nella luce ". Noi tocchiamo qui la dimensione originale e inalienabile della persona umana: la sua vocazione al bene passa per i sentieri della conoscenza e dell’amore, della contemplazione e dell’azione. Possiate voi cogliere quanto c’è di meglio nell’anima dei fratelli e questa presenza divina tanto vicina al cuore umano.
4. Che i nostri figli inquieti di certi gruppi respingano dunque gli eccessi della critica sistematica e disgregatrice. Senza allontanarsi da una visione realistica, le comunità cristiane diventino luoghi di ottimismo, dove tutti i componenti s’impegnano risolutamente a discernere l’aspetto positivo delle persone e degli avvenimenti. " La carità non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta ".
5. L’educazione a un tale sguardo non è solamente compito della psicologia. Essa è anche un frutto dello Spirito santo. Questo Spirito, che abita in pienezza nella persona di Gesù, lo ha reso, durante la sua vita terrena, così attento alle gioie della vita quotidiana, così delicato e così persuasivo per rimettere i peccatori sul cammino di una nuova giovinezza di cuore e di spirito! È questo medesimo Spirito che ha animato la vergine Maria e ciascuno dei santi. È questo medesimo Spirito che dona ancor oggi a tanti cristiani la gioia di vivere ogni giorno la loro vocazione particolare nella pace e nella speranza, che sorpassano le delusioni e le sofferenze. È lo spirito di pentecoste che porta oggi moltissimi discepoli di Cristo sulle vie della preghiera, nell’allegrezza di una lode filiale, e verso il servizio umile e gioioso dei diseredati e degli emarginati della società. Poiché la gioia non può dissociarsi dalla partecipazione. In Dio stesso tutto è gioia poiché tutto è dono.
6. Questo sguardo positivo sulle persone e sulle cose, frutto di uno spirito umano illuminato e dello Spirito santo, trova presso i cristiani un luogo privilegiato di arricchimento: la celebrazione del mistero pasquale di Gesù. Nella sua passione, morte e risurrezione il Cristo ricapitola la storia di ogni uomo e di tutti gli uomini, col loro peso di sofferenze e di peccati, con le loro possibilità di superamento e di santità. Perciò la nostra ultima parola in questa esortazione è un appello pressante a tutti i responsabili e animatori delle comunità cristiane: non temano di insistere, a tempo e fuori tempo, sulla fedeltà dei battezzati a celebrare nella gioia l’eucaristia domenicale. Come potrebbero essi trascurare questo incontro, questo banchetto che Cristo ci prepara nel suo amore? Che la partecipazione ad esso sia insieme degnissima e gioiosa. È il Cristo, crocifisso e glorificato, che passa in mezzo ai suoi discepoli, per trascinarli insieme nel rinnovamento della sua risurrezione. È il culmine, quaggiù, dell’alleanza d’amore tra Dio e il suo popolo: segno e sorgente di gioia cristiana, tappa per la festa eterna. Là il Padre, il Figlio e lo Spirito santo vi guidino! Noi di gran cuore vi benediciamo.
Roma, presso San Pietro, 9 maggio 1975, anno dodicesimo del nostro pontificato.