Un pastore aveva legato con una lunghissima fune un
asinello ad una vite vecchia e fradicia e si era allontanato nella vigna a
raccogliere legna. Accadde che, mentre l'asinello cercava di brucare fronde un
po' lontane, si sradicò la vite a cui era legato. L'asinello tirando il tronco
attaccato alla fune scalpitava in lungo e in largo. Un lupo anzianotto, vedendo
di fronte a sé l'asinello scorazzare. Così disse tra sé: "C'è stato mai
per me un giorno più adatto e sicuro per far bottino? Non c'è un cane, né un
custode, né un difensore, contro cui combattere per la preda. E quel che mi
stupisce non vedo da nessun lato il pastore. Sebbene io non reputi costui pericoloso,
dato che è decrepito e invalido, tuttavia mi rallegro che qui non esistono
difficoltà anche minime. Mi posso ben vantare; chi è più forte e audace di me?
Anche tralasciando le altre innumerevoli palme e corone, ho eliminato l'avo di
questo delicato asinello che si trovava nel branco, prendendomi beffe dei cani.
E che spirito, che vigore ebbi allora nella fiorente età. Ora, sebbene io sia
anziano e più lento, non mi è tuttavia diminuita la forza e la ferocia. La
famiglia di questo asinello sa bene che le cose stanno così. Io da giovane li
ho divorati mentre erano nel pieno del loro vigore e da vecchio ho sostenuto
uno scontro formidabile col fratello di costui, l'asino più solido e valente di
tutti. Ed inoltre atterrii il pastore che gettava terra contro di me con la
maestà del mio viso e con l'esibizione della potenza dei miei denti, tanto che
lo costrinsi a restarsene fermo e a tremare. E tu, deboluccio, nipote di tanti
lutti, ti muoverai impunemente davanti ai miei occhi? Questa gente, mi sembra, è
nata per essere nostra preda". Mentre il lupo ruminava tra sé questo
discorso, l'asinello vagando entrò in una vicina caverna. I pastori, per
custodire il gregge, avevano chiuso quest'antro con graticci, mettendo soltanto
una porta di vimini sull'uscio. Il lupo, frattanto, disse: "Potrò lodare
abbastanza l'odierna fortuna o farò in modo di perdere con la negligenza
l'opportunità che essa mi ha dato? Scappo ad arraffare con maestria quel che
l'occasione ha voluto mi appartenesse". Detto ciò, si inoltrò subito
nell'antro. Il luogo era piuttosto oscuro; perciò si diede il caso che
l'asinello fuggisse a precipizio dall'antro dalla parte opposta a quella per
cui era entrato. L'apertura della grotta, avviluppandosi alla fune e al tronco
che veniva trascinato, lo seguì nella fuga. Il lupo restò così chiuso
nell'antro e invano tentando di uscire con le unghie, con i denti, con tutte le
sue forze, supplichevole, affidava la sua salvezza all'asinello. Ma questi,
legato alla fune, atterrito, quanto più si dava alla fuga, tanto più era
saldamente trattenuto dalla porta che lo impigliava. Frattanto sopraggiunse il
pastore che cercava asinello; quando gli fu chiara la situazione, chiuse più
strettamente la porta e disse: "Ecco, o malvagio, come ti ha abbandonato
la tua antica arroganza e la tua insaziabile crudeltà: un inerme asinello ha
ingannato un brigante matricolato e ha fatto prigioniero un energumeno. Non ti
vergogni di quel che fai contro la tua dignità; hai smesso senza alcun decoro
le tue antiche e orgogliose maniere, per assumere queste così dimesse e
vergognosamente vili? Con tuo gran disdoro ti sei mostrato supplichevole
davanti ad un pivellino? Non è decoroso che tu, abituato alle armi e pronto
all'incontrollata e impunita aggressività, abbia deposto il contegno e
l'orgoglio abituali, tanto da chiedere venia con animo così dimesso e vile a
chi riuscivi prima ad atterrire con la sola vista? Sconta, o sciagurato, il tuo
giusto castigo".
Dopo queste parole il pastore gettò su di lui un gran
mucchio di pietre e aggiunse: "Non ti sembra che siano oltremodo dure le
zolle che prima disprezzavi?". Infine massacrò di colpi il lupo e lo
scannò e con la sua pelle, come se fossero le spoglie di un nemico, ornò
magnificamente l'asinello. Con questo esempio vorrei che si comprendesse che ci
sono nel genere umano taluni individui simili ai lupi, che non cessano di
molestare con ogni specie di tormenti e offese i cittadini pacifici e calmi.
Bisogna ricordare ad essi che un inerme e fuggiasco asinello legato intrappolò
il lupo, inveterato predone, portandolo alla morte e ai più gravi castighi
proprio in quel luogo dove si credeva più sicuro e felice.
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