Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Leon Battista Alberti
Apologi ed elogi

IntraText CT - Lettura del testo

  • Intercenali. Libro decimo.
    • Argomenti del decimo libro.
      • Il tempio.
Precedente - Successivo

Clicca qui per attivare i link alle concordanze

Il tempio.

 

Ci fu in Etruria, come ho appreso dai nostri antenati, un tempio di grande nobiltà e bellezza dedicato alla dea Tosse, oggetto di antichissimo culto e degno, per il suo aspetto, dell'universale ammirazione; in esso non infrequentemente si celebravano sacrifici e festività di grande rinomanza a cui partecipavano tutti i vicini. Questo tempio sarebbe durato sino ai giorni nostri se non fosse clamorosamente crollato per una circostanza inaudita e straordinaria. Infatti accadde che le pietre, che giacevano come fondamenta del tempio, spinte dal vano desiderio di novità, tennero tra loro simili discorsi: "Che facciamo, fannullone? Siamo gettate in questa perenne servitù e mai sarà possibile liberarci dall'immane fardello al quale siamo sottoposte? Dovremo sempre sopportare quelle pietre insolenti e inerti che gravano sulle nostre spalle? Cosa sarebbe accaduto, se esse fossero arrivate prima in questo luogo? E se avessero occupato prima delle altre questa dimora? E se ad esse fosse stato anticamente prescritto il possesso di questo suolo che è stato assegnato a noi? Che offesa è questa? Le pietre nuove e straniere si trovano alla luce del sole? Chi è tanto vile da sopportare a lungo questo stato? Quelle, indolenti e inutili, sono ornate di corone d'oro; noi che con la nostra fatica e il nostro vigore assicuriamo la salvezza e l'incolumità di questo tempio, siamo sempre imbrattate e insudiciate dal fango e dal muschio. Resteremo per sempre neglette e ignobili, mentre quelle vengono baciate e abbracciate da fanciulle leggiadre e fresche? Riscattiamoci da questa vergogna passando alla gloria della forza e dell'onore. Saliamo con animo forte e audace e avanziamo, come meritiamo, nell'alta e celebre sede del tempio". Con l'animo acceso da queste parole, si affrettarono ad eseguire il loro disegno. Ma si erano appena sollevate per muoversi che tutto il tempio rovinò da ogni parte con grande fragore. Per questo gli artigiani spezzarono alcune pietre, ma soprattutto quelle delle fondamenta, in parte per farne calce, in parte, dopo averle tolte dal luogo sacro, per pavimentare il condotto della cloaca. Accortesi di quel che era accaduto, le pietre che erano state la causa di tanta disgrazia si addolorarono dei disastri e delle sciagure che coinvolgevano se stesse e le altre. E mentre si lamentavano, non smettevano di ammonirsi l'un l'altra: è pazzo chi non vuole essere quello che è; è dovere dell'uomo prudente non detestare la posizione che gli ha dato la sorte; si deve piuttosto sopportare la vecchia norma, anche scomoda ed ingiusta, anziché con nuove leggi precipitare te e gli altri in un male grave e forse estremo.

 

 




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License