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Leon Battista Alberti
Istorietta amorosa fra Leonora De' Bardi e Ippolito Bondelmonti

IntraText - Concordanze

(Hapax - parole che occorrono una sola volta)


-1--omai | onest-zia

                                             grassetto = Testo principale
    Paragrafo                                grigio = Testo di commento
501 15| parendogli la domanda lecita e onesta, commise al cavaliere che 502 2| Ippolito la seguitava assai onestamente un poco di lontano, intanto 503 11| congiunzione di matrimonio si onestasse l'amore, perché li nostri 504 9| domanda è fondata in sulla onestate, delibero col mio onore 505 16| sono molti giorni in uno onestissimo luogo mi tolse per sua donna, 506 | Or 507 11| venerdì notte alle cinque ore con una scala di corda a 508 3| la ninfa amata, dove non osava di passare da casa di costei 509 1| Amerigomesser Bondelmonte osavano andare con manco di trecento 510 15| del corpo mio vederne sì oscuro e brutto fine, almeno l' 511 14| figliuolo». E miselo nel luogo ov'era Ippolito, al quale messer 512 9| piacere, come non metti tu pace fra' nostri padri? Dunque 513 15| dell'officiale partitisi dal palazzo, s'avviorono verso la casa 514 4| melanconico, magro, solitario, pallido, doloroso e saturnino più 515 13| si mise a sedere in sulla panca del letto, pensando qual 516 15| morisse. Di che 'l podestà, parendogli la domanda lecita e onesta, 517 7| inimicizie fussino fra' loro parenti, fu dall'abadessa lietamente 518 7| madre con tutto il caso gli paresse arduo e difficile, pure 519 17| per lo parentado che tutti parevano d'uno sangue. Ippolito e 520 6| pesa il dolore vostro a pari del mio, ma poiché la crudele 521 2| dimostraro il loro amore essere parimente equale, non conoscendo però 522 14| il vero, io voglio che tu parli al tuo figliuolo». E miselo 523 2| lui lei né lei lui. Di che partendosi Leonora con la sua compagnia, 524 11| desiri. Ma prima che di qui partiamo, voglio che a fede l'uno 525 2| tale maniera che, prima si partissino quivi dal tempio, l'uno 526 2| ne fu dolente e grama, e partita dalla finestra, se n'andò 527 15| famiglia dell'officiale partitisi dal palazzo, s'avviorono 528 2| quanto il mio almeno si pascesse del vedere?». E in simili 529 3| amata, dove non osava di passare da casa di costei pel gran 530 7| che quanto il suo onore patisse, lui vedrebbe Leonora a 531 5| sete, sonni e vigilie ho patite per tuo amore e per allevarti 532 8| colpi che non si danno a patto, è piaciuto alla fortuna 533 17| malinconia, piacere, animo, paura, dolore e dolcezza.~ ~ ~- 534 11| quel filo che tu troverai pendere della finestra, e io tirerò 535 13| in sulla panca del letto, pensando qual fusse la cagione che 536 11| dorrebbe. Io non ho cuore che pensi altro che a te, e se io 537 5| mia pena vuogli che io ti perda sanza alcuno aiuto, e per 538 5| della tua e mia di vita perdizione, ma più presto, o dolce 539 15| di casa per non avere a perdonare al suo nimico, e nelle loro 540 14| io ti priego che tu mi perdoni e che tu abbi pazienza a 541 15| acciocché possa domandare perdono dell'odio che io come nimico 542 3| de' fati, maladicendo la perfida inimicizia paterna: «Ahi 543 14| d'altri. Ma la fortuna ha permesso questo acciocché la vita 544 14| 14-~ ~Ippolito perseverava nella confessione, in tanto 545 4| trovando il figliuolo duro e pertinace nel negare e nel tacere, 546 6| Madre, assai mi stringe e pesa il dolore vostro a pari 547 5| tempo con dolce e soave peso ti sollevorono. Muovati 548 15| E però vi priego che vi piaccia, mandandomi alla giustizia, 549 3| quella che tanto m'ama. Piacciavi, o fati, cavarmi di questi 550 9| tu bellissimo, e io ti piaccio; tu me ami e io moro per 551 10| ogni tuo piacere; però, piacendoti la morte mia, ecco con questa 552 8| non si danno a patto, è piaciuto alla fortuna che di tante 553 10| chi t'ha menato qui? Qual pianeta, quale destino c'è stato 554 9| e il tuo Ippolito forse piange per tuo amore; tu qui ora 555 5| compassione delle lacrime, pianti, lamenti e sospiri della 556 14| quale io lasciai in tanto pianto e dolore, che io non so 557 11| con una scala di corda a piè della finestra, e attaccherai 558 5| tua misera madre, e quella pietà che non hai di te, abbi 559 7| umile, benigna e grandemente pietosa, con buone parole s'ingegnò 560 8| confortato. Alla quale Ippolito pietosamente disse: «Madonna, assai di 561 9| L'abadessa, udite le pietose parole d'Ippolito, disse: « 562 4| gravarsi nel male, intanto che pigliando poco di conforto e consumandosi 563 16| che partito lui dovesse pigliare. La Signoria di Firenze, 564 2| con un amoroso inchino pigliata licenza dalle sue care compagne, 565 5| degli affanni che io ho portati per allevarti, e dei caldi, 566 15| odio che io come nimico ho portato loro». Questo faceva Ippolito 567 5| mi teneva dell'amore ti portavo, veramente credendo che 568 11| io ti conforto che tu ti porti saviamente almeno per mio 569 5| mesi con tanto affanno ti portò; vedi il petto che con tanto 570 11| che ne' nostri cuori non possi entrare altro che nel mio 571 4| non si trovava, non era possibile dargli rimedio, e non rimediando, 572 13| serrato l'uscio della camera e postasi in sul letto, aveva il sangue 573 | poté 574 | potendo 575 1| inimici per la loro grande potenza e ricchezza attraevano a 576 | poter 577 | potete 578 | potevano 579 11| vuole che in palese non potiamo guardarci, che ne' nostri 580 13| altre dolorose parole la povera fanciulla, asciutti gli 581 16| vendetta di tanta ingiustizia, pregando Iddio che con giusti occhi 582 7| e narrandogli il caso la pregava di consiglio e d'aiuto. 583 16| gittò fuori della porta, e prese la briglia del cavallo dov' 584 9| devota ti narrerei i miei presenti e passati sospiri?». E dette 585 6| vi conforto a pazienza, e priegovi non vogliate in maggiore 586 12| figlio dell'uno de' due primi uomini di Firenze, volentieri 587 1| divisione. E dell'una parte il principale si chiamava messer Amerigo 588 4| né donde la malinconia procedesse, Ippolito cominciò fortemente 589 14| assegnogli il termine a produrre ogni sua difesa. Di che 590 12| Ippolito dopo molte grazie e profferte fatte all'abadessa se n' 591 10| ogni cosa, ma per la fede promessa mai volse fare parola, anzi 592 9| piacere. Ma voglio che tu mi prometta, quanto tu hai caro il suo 593 11| fede l'uno dell'altro ci promettiamo di non torre altra mogliera 594 9| alcuna violenza». Ippolito promisse all'abadessa quanto ella 595 16| essere coadiutore, così a propulsione dell'ingiustizia ogni uomo 596 8| quelle persone che non hanno provato, in tanto ch'è allo innamorato 597 7| disse: «Non dubitare, che io provvederò al tuo fatto in buono modo». 598 1| grandissima riputazione e prudente di consiglio, il quale nel 599 8| raccomando e alla vostra infinita prudenza, acciocché per Dio e per 600 10| affanno». E cavatosi un pugnale da lato, el diede nelle 601 3| tuo giogo! Perché di tante pulcelle quante bellissime sono nella 602 2| scontraro con gli occhi, si punsono il cuore d'amoroso disire 603 17| quella persona che mai non è punta dall'amore, non può sapere 604 | può 605 | pur 606 | qua 607 | qualche 608 | quanta 609 | quanti 610 | quasi 611 | quelle 612 | quest' 613 2| essendo già Leonora d'anni quindici, e andando il di Santo 614 5| tua dolente madre ti sia raccomandata. Che quest'ultima domanda 615 8| finita. A voi dunque mi raccomando e alla vostra infinita prudenza, 616 8| madre dica avere la vita racquistata del suo figliuolo». E dette 617 14| tanto che il podestà lo fece raffermare a banco, e assegnogli il 618 14| confessato e confessa, e raffermato il delitto. Dio sa che a 619 3| la sua vita consumava, e raro usciva di casa, perché nulla 620 16| domando ragione, e che voi mi rendiate il mio sposo. Altrimenti 621 15| alla sua Leonora, con uno reverente inchino da lei tolse l'ultima 622 13| più ghiaccio che neve. Poi riavutasi un poco, «Ahi, morte - diss' 623 1| la loro grande potenza e ricchezza attraevano a sé quasi tutta 624 1| Bondelmonti. Erano queste parte ricchissime e di roba e di superbia, 625 7| dall'abadessa lietamente ricevuta; dove dopo molti ragionamenti 626 8| Monticelli, e quivi dall'abasessa ricevuto in camera, fu da lei assai 627 5| Ippolito, io non so se ti ricorda degli affanni che io ho 628 7| in brievi giorni tutto si riebbe.~ 629 4| possibile dargli rimedio, e non rimediando, che in breve tempo se ne 630 5| acciocché non si possa rimediare al male. Anzi per maggior 631 2| infelice Leonora alcuna volta rinchiusa in camera sola, lamentandosi 632 12| che con dolcissimi baci ringraziarla, e tornandosi drieto al 633 9| desinare, venendo l'ora di riposarsi, tutte andarono a dormire, 634 2| tante pene in me alberghi e riposi? Perché non umili tu li 635 1| cavaliere di grandissima riputazione e prudente di consiglio, 636 16| E quando Ippolito fu a riscontro, ed ella si gittò fuori 637 5| dolce e caro figliuolo mio, riserva l'una e l'altra. Piacciati, 638 5| disse: «Caro figliuolo, risguarda il ventre che nove mesi 639 2| Santo Giovanni, gli venne risguardata la fanciulla, la quale per 640 16| Iddio che con giusti occhi risguardi le vostre inique sentenze 641 12| maraviglioso del fatto, pur per rispetto della scala e del fuggire 642 11| quale ha una finestra che risponde sopra la strada. E perché 643 14| infelice Ippolito nulla rispondea; di che 'l padre dopo molti 644 12| grande allegrezza non poté rispondere altro che con dolcissimi 645 12| adomandato dal podestà, rispose come lui andava a rubare. 646 12| sua confessione, deliberò ritenerlo seguitando lo stile della 647 7| gli troverò». La donna, ritornata a casa, fece ad Ippolito 648 2| Giovanni a vedere la festa, e ritrovandosi Ippolito, il quale era d' 649 12| aspettava el venerdì. E ritrovata la scala di corda, il venerdì 650 5| di madre, in amore e in riverenza. Della qual cosa la tua 651 7| parole il valoroso Ippolito, rivolti verso la madre gli suoi 652 12| rispose come lui andava a rubare. El podestà, maravigliatosi 653 13| lui sarà giustiziato come rubatore». Leonora, udendo queste 654 14| raffermato il delitto. Dio sa che a me duole d'essere 655 13| gli occhi, se n'andò in sala a sentire se nulla di nuovo 656 16| andava a furare, esso doveva salire per la finestra della camera 657 9| verso Ippolito, e quivi salita nel letto diceva: «O fiero 658 12| sola, di buona voglia la salutò. Di che usciti di camera 659 9| anzi come nimica della tua salvazione lasciarti arrivare al tuo 660 | salvo 661 8| fanciulle alla festa di Madonna Santa Maria di settembre, la quale 662 4| più gli doleva quanto, non sapendo il male, non lo potevano 663 11| messer Amerigo mio padre sapesse il nostro amore, con ogni 664 15| Ippolito disse al podestà: «Voi sapete la grande inimicizia la 665 11| giorni celatamente senza saputa d'alcuno; e in questo modo 666 17| rimasono molto maravigliosi, e saputo da Ippolito esser vero tutto 667 | sarai 668 4| solitario, pallido, doloroso e saturnino più che altro della città. 669 11| conforto che tu ti porti saviamente almeno per mio amore se 670 6| irreparabile, delle mie membra sazierò il crudelissimo fato. Dolce 671 3| quella ch'egli sempre teneva scolpita nel cuore, di dolore e malinconia 672 9| morte mia? Ahi, ingrata e sconoscentissima Leonora, tu stai qui nel 673 11| tutti li miei pensieri sono scritti nel tuo viso. Tu conosci 674 15| la vita. Intanto suona la seconda e la terza volta la campana, 675 7| spero che voi mi terrete secreto, v'avviso come alla mia 676 13| il filo dentro, si mise a sedere in sulla panca del letto, 677 12| confessione, deliberò ritenerlo seguitando lo stile della ragione.~ 678 14| giustizia, ma bisognandomi seguitare l'ufficio mio, io ti priego 679 2| sua compagnia, Ippolito la seguitava assai onestamente un poco 680 | sei 681 14| mio, quale è quello che sente. E certo non ti faceva bisogno 682 4| 4-~ ~Di che Ippolito, sentendosi crescere l'amore e mancare 683 16| risguardi le vostre inique sentenze e malvagi giudici».~ 684 15| finestra, e intanto ella sentì la tromba, la quale va sonando 685 13| anzi tutta aghiacciata, serrato l'uscio della camera e postasi 686 9| seco alla camera sua, e serratola in camera se n'andò fuori. 687 5| dei caldi, freddi, fame, sete, sonni e vigilie ho patite 688 8| di Madonna Santa Maria di settembre, la quale era il lunedì 689 15| scontraro insieme con gli sguardi. Allora Ippolito con un 690 11| della finestra, e tu allora sicuramente te ne verrai su per la scala 691 10| obligata fare verso il suo signore. E però, dolce Ippolito 692 16| lui dovesse pigliare. La Signoria di Firenze, intesa la novità 693 4| di giorno in giorno più simile ad uomo morto che vivo; 694 2| pascesse del vedere?». E in simili e altre dolorose parole 695 3| duole l'affanno della mia singulare dea che 'l mio». E fra sì 696 13| queste parole, tutta si smarrì, e partitasi accortamente 697 5| tanto tempo con dolce e soave peso ti sollevorono. Muovati 698 10| come fu addormentata, si sognava essere con Ippolito, e in 699 10| essere con Ippolito, e in sogno diceva: «Oh Ippolito mio, 700 4| divenne melanconico, magro, solitario, pallido, doloroso e saturnino 701 5| con dolce e soave peso ti sollevorono. Muovati dunque compassione 702 | son 703 15| sentì la tromba, la quale va sonando quando alcuna va alla giustizia, 704 5| caldi, freddi, fame, sete, sonni e vigilie ho patite per 705 15| levato, quando la campana sonò, essendo in camera, gli 706 7| governo era una abadessa, sorella della madre di Leonora, 707 2| in fra loro? O dispietata sorte! O duro caso! Perché tanta 708 9| il vostro Ippolito? Certo sospira del non essere dove è la 709 15| Ippolito con un grandissimo sospiro volti gli occhi alla sua 710 6| quanto affanno mai per te sostenni, e il latte che ti nutricò. 711 3| giorno che ti piacque, mi sottomisi al tuo giogo! Perché di 712 13| La mattina la novella si spande per Firenze come Ippolito 713 10| trovandosi gente allato, tutta spaurita fu tentata di gridare, quando 714 7| io mi tacerei. Ma perché spero che voi mi terrete secreto, 715 10| aspettare, e quivi senza spogliarsi altrimenti, quando ella 716 | starà 717 | starai 718 17| Bardi e Bondelmonti erano stati nemici a morte, divennono 719 | stavano 720 10| altrimenti, quando ella stendeva le braccia, s'entrò allato 721 12| ritenerlo seguitando lo stile della ragione.~ 722 8| cosa licita sanza alcuna stima d'onore o di pericolo. E 723 8| dell'amore, più che non si stimano quelle persone che non hanno 724 | sto 725 11| finestra che risponde sopra la strada. E perché altro partito 726 16| e marito, ma a ciascuna strana persona arei io fatto questo 727 6| disse: «Madre, assai mi stringe e pesa il dolore vostro 728 9| se tu fussi qui; come ti stringerei!». E in queste parole la 729 10| di abbracciare Ippolito, stringeva le braccia baciando il vento. 730 16| amato Ippolito. Il cavaliere stupefatto del caso, vedendo la condizione 731 9| la inimicizia paterna ne sturba li nostri diletti. Tu se' 732 11| ci avverrebbe quello che suole avvenire, cioè che per congiunzione 733 15| anche lei la vita. Intanto suona la seconda e la terza volta 734 15| fuori lo stendardo, e fa suonare la prima volta la campana 735 15| alla giustizia, il quale suono gli parve uno coltello nel 736 1| ricchissime e di roba e di superbia, e nella inimicizia vecchia 737 11| della finestra, e io tirerò suso un capo della scala e attaccherollo 738 13| cavi di queste pene? Ahi, sventurata Leonora, non vedi tu che 739 11| così 'l nostro amore arebbe sventurato fine. E però io ti conforto 740 10| con grandissimo affanno si tacea. Leonora, come fu addormentata, 741 4| pertinace nel negare e nel tacere, vinta da materno amore, 742 7| io vi dirò, certo io mi tacerei. Ma perché spero che voi 743 10| quando Ippolito disse: «Taci, Leonora, e odi 'l parlare 744 | tale 745 13| si maravigliava di tanta tardanza, e infine vedendo che già 746 3| piacere gli era tornato in tedio, e abbandonati tutti li 747 13| Ippolito non era venuto, e temendo varie e diverse cose. La 748 5| domanda non mi sia negata. Tempera omai le lacrime della infelice 749 2| si partissino quivi dal tempio, l'uno dell'altro fortemente 750 9| dove Ippolito stava ascoso, tendendo le braccia diceva: «Come 751 3| sofferisci tu che la mia tenera gioventù in lacrime si consumi? 752 5| contrario, che a me vuogli tenere celato il tuo dolore, acciocché 753 6| Leonora, mosso da materna tenerezza, volti li languenti occhi 754 6| con altro modo cominciò a tentare di sapere il fatto suo. « 755 10| allato, tutta spaurita fu tentata di gridare, quando Ippolito 756 7| perché spero che voi mi terrete secreto, v'avviso come alla 757 15| Intanto suona la seconda e la terza volta la campana, e letta 758 8| speranza dell'aiuto vostro mi tiene vivo, dove già sono più 759 11| fare per lo tuo, perché tieni per certo che, come messer 760 16| fanciulla, cominciò a divenire timido e dubbioso che partito lui 761 3| casa di costei pel gran timore dell'ardua nimicizia.~ 762 13| già il giorno appariva, tirato il filo dentro, si mise 763 11| pendere della finestra, e io tirerò suso un capo della scala 764 10| tua vita nel mio arbitrio, togli la tua arme e di me fa il 765 12| dolcissimi baci ringraziarla, e tornandosi drieto al letto, l'abadessa 766 3| che ogni piacere gli era tornato in tedio, e abbandonati 767 15| insieme con l'animo gli tornò la pena, e avendo tutto 768 11| altro ci promettiamo di non torre altra mogliera o marito; 769 15| d'Ippolito con animo di torsi anche lei la vita. Intanto 770 15| cuore, e cadde in terra trangosciata. E tornata in sé, insieme 771 | tre 772 1| osavano andare con manco di trecento persone bene armate. E così 773 15| e intanto ella sentì la tromba, la quale va sonando quando 774 4| tanta malinconia. E infine, trovando il figliuolo duro e pertinace 775 10| ella dal sonno si destò, e trovandosi gente allato, tutta spaurita 776 12| alla camera per Leonora, e trovatala in sul letto sola, di buona 777 13| appresso a casa nostra fu trovato con una scala di corda che 778 4| de' suoi pensieri non si trovava, non era possibile dargli 779 4| di tanta mutazione, non trovavano altro che continua malinconia 780 11| scala a quel filo che tu troverai pendere della finestra, 781 | tue 782 | tuoi 783 | tutte 784 13| come rubatore». Leonora, udendo queste parole, tutta si 785 9| 9-~ ~L'abadessa, udite le pietose parole d'Ippolito, 786 14| bisognandomi seguitare l'ufficio mio, io ti priego che tu 787 12| alle mani, vedendo la sua umanitate, bellezza e infinita gentilezza; 788 7| la quale era di natura umile, benigna e grandemente pietosa, 789 2| alberghi e riposi? Perché non umili tu li cuori delli nostri 790 3| amore, ingrato di tanta umiltate quanta è stata la mia, che ' 791 4| più bello, più fresco e universale, in breve tempo divenne 792 9| tutti i tuoi pensieri sono universalmente con meco. Oh fortuna nemica 793 12| figlio dell'uno de' due primi uomini di Firenze, volentieri non 794 13| tutta aghiacciata, serrato l'uscio della camera e postasi in 795 12| voglia la salutò. Di che usciti di camera ne mandò Leonora 796 8| domenica sera Ippolito, uscitosi della sua casa, se n'andò 797 6| così l'anima tua col corpo vada con la mia maladizione».~ 798 2| altre dolorose parole la valorosa fanciulla e la notte e ' 799 10| insieme con queste parole li valorosi amanti mescolavano sospiri, 800 7| 7-~ ~A queste parole il valoroso Ippolito, rivolti verso 801 13| non era venuto, e temendo varie e diverse cose. La mattina 802 1| superbia, e nella inimicizia vecchia assai crudelmente insanguinate, 803 15| ha voluto del corpo mio vederne sì oscuro e brutto fine, 804 2| quanto più era impossibile il vedersi spesso, tanto maggiormente 805 10| sarebbe finita, cioè il vederti, e questo mercé e grazia 806 10| essendo dietro alla cortina, vedeva e udiva ogni cosa, ma per 807 7| da me, che al fatto suo vedrà il rimedio che io gli troverò». 808 7| il suo onore patisse, lui vedrebbe Leonora a suo diletto. Di 809 15| stendardo della giustizia, e vedutolo, dalla grande angoscia occupati 810 16| Dio e al mondo, chiamando vendetta di tanta ingiustizia, pregando 811 | venendo 812 | venga 813 | veniva 814 10| stringeva le braccia baciando il vento. Ippolito vedendo questo, 815 5| figliuolo, risguarda il ventre che nove mesi con tanto 816 2| fanciulla, la quale per ventura guardava lui. E siccome 817 13| amore Ippolito è giudicato a vergognosa morte? Non vedi tu che per 818 15| eccoti venire Ippolito tutto vestito di nero con molti canapi 819 2| Ippolito, domandò una sua vicina chi lui fusse. Intese come 820 15| E fattasi alla finestra, vide lo stendardo della giustizia, 821 5| freddi, fame, sete, sonni e vigilie ho patite per tuo amore 822 9| tu non gli farai alcuna violenza». Ippolito promisse all' 823 11| pensieri sono scritti nel tuo viso. Tu conosci quanto pericolo 824 17| sangue. Ippolito e Leonora vissono lungo tempo in grandissimi 825 12| tal ora. Ippolito, per non vituperare Leonora, disse come con 826 14| non so se io la troverò viva». A queste parole lo infelice 827 9| stai in festa, e lui forse vive in sospiri. Ahi, caro Ippolito, 828 11| almeno per mio amore se nol vogli fare per lo tuo, perché 829 12| sul letto sola, di buona voglia la salutò. Di che usciti 830 12| veduta la scala, cominciò più volenteroso a seguitarlo, dubitando 831 12| primi uomini di Firenze, volentieri non arebbe voluto che gli 832 14| mie mani, il quale di sua volontà ha confessato e confessa, 833 9| parole con molte lacrime voltatasi verso il lato dove Ippolito 834 | vorrei 835 | vostre 836 10| mercé e grazia della tua zia. Piacciati, poiché nelle


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