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Il podestà la mattina a buon'ora
fa mettere fuori lo stendardo, e fa suonare la prima volta la campana della
giustizia. Leonora, che aveva il pensiero levato, quando la campana sonò,
essendo in camera, gli parve quel botto della campana gli desse nel mezzo del
cuore, e cadde in terra trangosciata. E tornata in sé, insieme con l'animo gli
tornò la pena, e avendo tutto il pensiero levato, aspettava ne' grandi tormenti
la morte d'Ippolito con animo di torsi anche lei la vita. Intanto suona la
seconda e la terza volta la campana, e letta la condannazione, Ippolito disse
al podestà: «Voi sapete la grande inimicizia la quale è continuamente stata ed
è fra i Bardi e noi; e poiché la fortuna ha voluto del corpo mio vederne sì
oscuro e brutto fine, almeno l'anima mia vorrei secondo il mio potere conducere
a migliore fine. E però vi priego che vi piaccia, mandandomi alla giustizia,
che io facci la via da casa de' Bardi, acciocché possa domandare perdono
dell'odio che io come nimico ho portato loro». Questo faceva Ippolito solo per
vedere Leonora una volta prima che morisse. Di che 'l podestà, parendogli la
domanda lecita e onesta, commise al cavaliere che andando alla giustizia
facessi quella via. E così con lo stendardo e con la famiglia dell'officiale
partitisi dal palazzo, s'avviorono verso la casa di messer Amerigo, il quale,
avendo inteso la domanda d'Ippolito, con tutti li Bardi si partì di casa per
non avere a perdonare al suo nimico, e nelle loro case solo rimasono le donne.
Leonora spesso si faceva alla finestra, e intanto ella sentì la tromba, la
quale va sonando quando alcuna va alla giustizia, il quale suono gli parve uno
coltello nel cuore. E fattasi alla finestra, vide lo stendardo della giustizia,
e vedutolo, dalla grande angoscia occupati li sentimenti naturali, cadde
adrieto in terra come morta. E presto tornata in sé, fecesi alla finestra; ed
eccoti venire Ippolito tutto vestito di nero con molti canapi intorti alla gola
fra due manigoldi, il quale alla prima ebbe volti gli occhi verso la finestra,
e veduta Leonora, si scontraro insieme con gli sguardi. Allora Ippolito con un
grandissimo sospiro volti gli occhi alla sua Leonora, con uno reverente inchino
da lei tolse l'ultima licenza.
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