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Leon Battista Alberti
Istorietta amorosa fra Leonora De' Bardi e Ippolito Bondelmonti

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Ippolito, benché nel cuore solo avesse la sua amata Leonora, mosso da materna tenerezza, volti li languenti occhi verso l'affannata madre, sanza alcuna lacrima con costante animo disse: «Madre, assai mi stringe e pesa il dolore vostro a pari del mio, ma poiché la crudele fortuna ha disposto nella mia gioventute tormi la vita, vi conforto a pazienza, e priegovi non vogliate in maggiore dolore farmi la morte più dura. Bastimi le pene mie; onde che, essendo il mio male irreparabile, delle mie membra sazierò il crudelissimo fato. Dolce madre, vogliate accordarvi col volere d'essa fortuna, e non cercate di sapere quello che v'abbi a crescere di duolo. E poiché al corpo non potete dare alcuno aiuto, non vogliate aggravare l'anima con maggiore dolore». E dette queste parole con gli occhi abbondanti di lacrime, si voltò dall'altro lato del letto. La madre, vedendo la durezza del figliuolo e pertinacia, con altro modo cominciò a tentare di sapere il fatto suo. «Ippolito, - diss'ella, - che più figliuolo non ti voglio adimandare, già questa risposta non aspettava io da te. Ma poiché di me ti cale sì poco, maladetto sia quanto affanno mai per te sostenni, e il latte che ti nutricò. E poiché 'l morire ti giova per lasciarmi male contenta, da me mai sarai benedetto; e così l'anima tua col corpo vada con la mia maladizione».




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